Maria Teresa Meli, cronista politica del Corriere della Sera che ha sempre raccontato e difeso l'ex premier e il suo "giglio magico", scrive dell'intenzione del segretario di andare ad elezione anticipate. Ma l'ufficio stampa dem nega: "Ricostruzioni riconducibili esclusivamente alla fantasia della giornalista". E sempre sul quotidiano di Via Solferino il sondaggio Ispsos dà il Pd in sorpasso su M5s al 30,4%
“Un altro anno così non lo sopportiamo noi e non lo regge nemmeno il Paese, quindi…”. Quindi elezioni anticipate, anche se Renzi evita di parlarne “pubblicamente”. Lo scrive a pagina tre del Corriere della Sera Maria Teresa Meli, cronista politica che tanto nelle sue ospitate tv quanto sul quotidiano di Via Solferino ha sempre raccontato retroscena sull’ex premier e il suo staff, difendendoli anche dagli attacchi che provenivano dal suo stesso partito. Tanto da essere definita “segretaria del giglio magico” da Dagospia, “interprete ufficiosa di Renzi” da Gad Lerner, “renzina” e “radio Rignano” dagli utenti in rete. Ma i virgolettati e i retroscena dell’articolo vengono stroncati in toto proprio dall’ufficio stampa del neo segretario dem, che si scaglia direttamente contro la cronista. Il messaggio di sfiducia al governo e al premier, intanto, è passato. “Quanto viene riportato in un articolo a firma di Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera, attribuito a Matteo Renzi, è completamente destituito di qualsiasi fondamento. Si tratta di virgolettati e ricostruzioni riconducibili esclusivamente alla fantasia della giornalista“. Stop.
Le ricostruzioni a cui si riferisce l’ufficio stampa di Renzi riguardano l’obiettivo dell’ex premier, almeno secondo il Corriere: le elezioni anticipate, che diventano meta ancora più urgente dopo – scrive Meli – “quello che lui considera l’ennesimo ‘errore’ compiuto dalla maggioranza e dal governo sull’emendamento che riguarda il telemarketing“. Un testo che, in sostanza, favorisce le chiamate selvagge da parte dei call center. A complicare la situazione contingente c’è anche l’approvazione alla Camera della legge sulla legittima difesa “che secondo lui (Renzi, ndr) ha sortito solo l’effetto di fare incavolare tutti“. Due norme su due che fanno arrabbiare “la gente”. Da qui la conclusione di Renzi, anche questa virgolettata dalla Meli: “Ragazzi – ha detto ai suoi il segretario dopo avere smaltito una nuova arrabbiatura – ma come vengono gestite le cose? Non si può continuare, un anno così confuso non lo reggiamo”. Sembra l’antifona di un Enrico stai sereno bis, che esattamente come avvenne agli inizi del 2014 arriva poco dopo la conquista del partito alle primarie. In questo caso sarebbe una replica anche con una tempistica simile.
In ogni caso, tra conferme e smentite, anche il pezzo sul Corriere di oggi si posiziona nel dibattito interno al Pd sull’opportunità di andare alle urne prima della fine della legislatura. Solo tre giorni fa a Di Martedì Di Battista raccontava (mai smentito) di una rivelazione di Guerini rispetto all’intenzione di andare al voto anticipato. E dopo i molti retroscena attribuiti ai vertici del partito e sempre orientati al voto anticipato, anche questa volta il comunicato si limita alla smentita letterale, ma non spende una parola a favore del governo in carica.
La Meli prosegue nella sua ricostruzione che aggiunge anche la voce di un “viceministro renziano”. “Adesso Matteo deve andare deciso per fare la legge elettorale” e “privilegeremo la soluzione che ottiene più facilmente una maggioranza”. Perché dopo l’approvazione dell’Italicum alla Camera, per il Senato il sistema attualmente in vigore è lo stesso uscito dalla precedente sentenza della Consulta ovvero il Consultellum, chiamato così proprio perché scritto dai 15 giudici costituzionali. Ma il voto in ottobre, ricorda ancora la Meli, potrebbe porre il problema della legge di stabilità, che così deve slittare. La soluzione al problema, però, la fornisce lo stesso Renzi in un altro virgolettato del pezzo contestato: “Si potrebbe fare dopo le elezioni, come in Germania, del resto nel 2016 la legge di Stabilità è stata fatta in un solo mese”. Partner per varare la legge elettorale, visto che i 5 Stelle per l’ex premier sono “inaffidabili”, potrebbe essere Forza Italia.
Una volta approvata quella si passa al Gentiloni stai sereno? No, perché niente di quanto scritto sul Corriere corrisponde alla verità per l’ufficio stampa di Renzi. Su una cosa, però, la Meli non viene smentita. E cioè che il Pd è dato “in aumento in tutti i sondaggi“. Anche sulla rilevazione Ipsos pubblicata proprio oggi dal Corriere della Sera che dà i dem al 30,4% in sorpasso sui 5 Stelle al 30,2%. Lo stesso giornale della Meli che, dopo mesi passati a raccontare i retroscena del giglio magico e di Renzi, oggi viene accusata di avere riportato sul giornale virgolettati e ricostruzioni sgorgati esclusivamente dalla sua fantasia.