La liberazione è avvenuta dopo negoziati tra l'organizzazione jihadista e il governo federale del presidente Muhammadu Buhari, che ha fatto della lotta all’integralismo uno dei punti di forza del suo esecutivo. A mediare sono stati la Croce rossa internazionale e la Svizzera
L’organizzazione jihadista Boko Haram ha rilasciato 82 delle oltre 270 studentesse rapite nell’aprile 2014 a Chibok, in Nigeria. Secondo fonti citate dalla stampa locale, il rilascio è frutto di negoziati tra il gruppo islamico e il governo federale con la mediazione della Croce Rossa Internazionale e dell governo svizzero. Proprio i funzionari della Croce Rossa hanno accompagnato le giovani a Banki, dove sono state consegnate alle autorità e sottoposte a controlli medici prima di essere trasferite a Maiduguri, capitale dello stato di Borno, e di lì nella capitale nigeriana Abuja.
Il governo nigeriano ha comunicato che la liberazione delle ragazze, tutte liceali portate via con la violenza poco più di tre anni fa dalla loro scuola dai miliziani jihadisti, è avvenuta vicino alla frontiera tra la Nigeria e il Camerun. Cioè il paese nel quale i Boko Haram hanno costituito numerose basi dopo aver subito ripetuti rovesci in seguito all’offensiva scatenata dall’esercito del presidente Muhammadu Buhari, musulmano, che ha fatto della lotta all’integralismo islamico uno dei punti di forza del suo governo.
Furono 276 le studentesse rapite il 14 aprile 2014 mentre erano a scuola nella città di Chibok, nel nord-est del Paese. Alcune decine sono state liberate in questi anni a gruppi, mai numerosi come quello di cui è stata data notizia in serata. Finora nelle mani dei Boko Haram ce n’erano ancora 195. La tragedia era stata all’origine di un movimento mondiale che chiedeva la loro liberazione, denominato ‘Bring Back Our Girls‘. Il gruppo liberato oggi è il più consistente, anche se alcune fonti dicono che le giovani liberate sono solo 50.