Nel 2016 sono scesi i compensi, fissi e variabili, degli amministratori delegati delle società quotate italiane. E’ quello che emerge dallo studio annuale della società di consulenza Mercer sulle buste paga e i bonus dei manager di 37 aziende dell’indice principale di Piazza Affari, il Ftse Mib.
La remunerazione fissa assegnata agli amministratori delegati nel corso del 2016 ha evidenziato una lieve decrescita rispetto all’anno precedente con riferimento alla fascia centrale del mercato, segnando un -2%, a cui corrisponde un compenso complessivo mediano di 1.102.143 euro. Le aziende che nel 2016 hanno inoltre pagato un incentivo di breve termine sono state circa l’80% del campione, in linea con il 2015. Contrariamente a quanto registrato l’anno prima, però, l’incentivazione variabile di breve termine per il 2016 risulta essere in forte decrescita, segnando un -24% rispetto al 2015, con un valore mediano che nel 2016 si attesta sui 485.000 euro.
Nel 2016 sono state sei – tra cui cinque appartenenti al settore dei servizi finanziari – le aziende che non hanno pagato bonus, rispetto alle sole due del precedente anno, ed anche l’importo mediano dei bonus erogati dalle aziende appartenenti a questo settore è in diminuzione rispetto al valore 2015. D’altro canto invece, alcune aziende non appartenenti al settore dei servizi finanziari hanno liquidato bonus importanti. Sempre più diffusi i piani di incentivazione a lungo termine: li offre l’81% delle aziende analizzate, contro il 71% dell’anno prima.
“Parallelamente al detrimento del valore nel settore dei servizi finanziari, che ha implicato il mancato pagamento di incentivi di breve termine, talune società industriali hanno pagato premi rilevanti”, ha commentato Marco Valerio Morelli, amministratore delegato di Mercer Italia. Per questo motivo “la sommatoria dei premi erogati nel 2016 è cresciuta, mentre gli utili non hanno fatto altrettanto”.