È quanto ha ripetuto l'ex funzionario nel corso dell’incidente probatorio davanti al gip di Roma Gaspare Sturzo durato circa 5 ore. L'uomo è indagato per concorso in corruzione assieme all’imprenditore che si trova in carcere dal primo marzo scorso su richiesta dei pm della Procura. Quello di oggi è il terzo interrogatorio
“Ho preso 100mila euro da Alfredo Romeo per garantirgli consigli e informazioni sulle gare bandite in Consip”. È quanto ha confermato l’ex dirigente Consip Marco Gasparri nel corso dell’incidente probatorio davanti al gip di Roma Gaspare Sturzo durato circa 5 ore. Gasparri è indagato per concorso in corruzione assieme all’imprenditore Romeo che si trova in carcere dal primo marzo scorso su richiesta dei pm della Procura. Quello di oggi è il terzo interrogatorio tenuto da Gasparri in cui afferma di avere ricevuto, dal 2012 al 2016, un totale di 100mila euro da parte di Romeo. Gasparri, quando fu ascoltato a dicembre scorso dai pm di piazzale Clodio affermò che “i rapporti con Romeo iniziarono ad essere stabili dal 2013 con una prima dazione di 5000 euro, dal 2014 in poi i versamenti diventarono sempre più frequenti”. In cambio l’ex dirigente Consip forniva notizie relative ai bandi di gara e pratiche amministrative da mettere in atto.
Gasparri, dirigente Consip e all’epoca direttore Sourcing Servizi e Utility, in pratica il settore che si occupa delle gare per l’acquisto dei servizi per tutte le amministrazioni, non era stato arrestato perché ha collaborato con gli inquirenti, ma anche perché eranoo venute meno le esigenze di custodia cautelare poiché il funzionario non ha più ruoli operativi all’interno di Consip. Il giorno dell’arresto erano state acquisite anche alcune agende e, soprattutto i pizzini con cui Gasparri e Romeo comunicavano. Nelle sue conversazioni Romeo definiva Gasparri il suo “prototipatore“, ovvero colui che all’interno dell’amministrazione costruisce i bandi di gara in ufficio e gli fornisce elementi assai utili per aggiudicarsi le gare.
Nell’ordinanza di custodia cautelare il gip riportava il tentativo di Romeo di sviare le indagini. In particolare, l’imprenditore propose a Gasparri “di costruire una comune ipotesi difensiva per impedire il normale corso della giustizia o, meglio, di deviare le indagini per favorirlo”. La circostanza era stata raccontata dallo stesso funzionari Consip nel corso di uno degli interrogatori davanti ai magistrati di Roma e Napoli. “Ho visto l’ultima volta Romeo nel suo ufficio il 29 novembre 2016…In quell’occasione – aveva messo a verbale Gasparri – il Romeo era sudato e farfugliava e mi disse che aveva avuto un sequestro e che gli avevano sequestrato anche dei foglietti, compreso un foglio dove c’era il mio nome con dei numeri accanto. A quel punto – aveva continuato Gasparri – mi disse che avremmo dovuto concordare una versione da rendere all’autorità giudiziaria che sicuramente ci avrebbe, di là a poco, convocati. Io a quel punto gli ho detto qualche brutta parola dicendo che mi aveva rovinato e me ne sono andato. Dopo un paio di giorni sono andato dall’avvocato e ho deciso di confessare tutto“. Non solo. Gasparri nel corso di uno dei suoi interrogatori aveva anche spiegato per filo e per segno il suo ruolo nel metodo Romeo: “Essendo io funzionario della Consip e dirigente dell’ufficio che predisponeva i capitolati sapevo esattamente come dovevano essere fatte le offerte tecniche. Romeo ava un ufficio tecnico inadeguato – aveva detto ancora Gasparri – e io essendo uomo della Consip gli davo le indicazioni utili per la predisposizione dell’offerta tecnica” che, ha aggiunto, “sapevo esattamente come doveva essere fatta”. Il manager pubblico, inoltre, aveva spiegato anche i rapporti di Romeo con la politica: “Mi disse che il suo intento di ‘avvicinare’ i vertici di Consip si erano realizzati attraverso ‘interventi politici ad altissimo livello’”.