In Francia nascerà un “altro governo uscito dalle banche”. Lo sostiene sul suo blog Beppe Grillo che commenta le elezioni presidenziali in cui ha trionfato l’economista Emmanuel Macron. “Il racconto eurocrate è che l’Europa è salva – scrive Grillo – Mi offende questa cultura superficiale della maschera antigas, al posto della oramai mitica molletta per turarsi il naso di italica memoria”. Secondo il leader del Movimento Cinque Stelle è “un vero peccato che l’avversione ai disastri della globalizzazione, in Francia, sia stata assorbita dalla difficilmente digeribile Marine Le Pen. A causa del suo ‘estremismo moderato ma poco’ l’Europa vedrà un altro governo uscito delle banche”. Il post è intitolato: “Macron e i francesi: sarà vero amore?”.
Grillo da una parte si augura che “Macron, che comunque è il primo presidente a non provenire da uno dei due partiti tradizionali francesi, si impegnerà a salvaguardare il popolo che rappresenta meglio di quanto lo facciano i piddini nostrani (buoni solo a copiare gli slogan d’oltralpe). E questo mio augurio ha un motivo di fiducia: il senso dello Stato Sociale in Francia è più consolidato e la corruzione molto meno diffusa”. Dall’altra per il leader dei Cinquestelle le presidenziali francesi rappresentano “ancora altro tempo prezioso perso a vantaggio di questo schieramento di plastica, dei manichini serventi di una moneta impossibile”. “E’ comprensibile che Le Pen non superi un numero fra 30 e 40% – riflette – così come quanto ardua fosse la scelta cui sono stati costretti i francesi. Basti considerare il numero crescente di cittadini ‘né con Macron e neppure con Le Pen’. La fretta di omologare tutte le forze e movimenti contro la globalizzazione con il termine di populisti ci lascia capire le intenzioni dell’establishment e dei giornalisti loro sodali per il futuro prossimo in Europa: la fakepolitic!”.
Per il garante del M5s, tuttavia, “la vera notizia di ieri sera è che nella speranza di disfarsi di questa Europa più di un terzo dei votanti ha scelto l’estrema destra e più di un terzo dei francesi non si sente rappresentato con l’astensionismo oltre il 25% (record storico dal 1969) e con il record storico assoluto di schede bianche, il 12%. Considerando che in Francia l’euro, la globalizzazione e le banche non hanno potuto fare disastri paragonabili a quelli perpetrati a danno dei diritti dei cittadini in Italia: dovrebbe essere chiaro quanto è pesante quel 34%”.