Quando proprio un anno fa fu condannato a tre anni per evasione fiscale l’europarlamentare Pd e patron di Tiscali Renato Soru è stato si dimise dalla segreteria regionale del partito. Oggi per l’imputato invece è arrivata una sentenza di assoluzione. In appello la Corte ha accolto la richiesta di assoluzione sollecitata dal sostituto procuratore generale Giancarlo Moi. Per tre capi d’imputazione Soru è stato assolto con la formula perché il fatto non costituisce reato, per altri due perché il fatto non sussiste.
Il patron di Tiscali aveva chiuso il contenzioso fiscale pagando oltre 7 milioni tra multe e interessi. “Questa sentenza ricostruisce i fatti con oggettività e senza pregiudizi, domani è un altro giorno” l’unico commento di Soru appena uscito dall’aula. Applausi dei familiari dell’europarlamentare alla lettura della sentenza e un lungo abbraccio con le figlie, durante il quale ha trattenuto a stento l’emozione.
Il fondatore di Tiscali era stato condannato perché accusato di aver evaso 2,6 milioni di euro nell’ambito di un prestito fatto dalla società Andalas Ldt (società inglese di Soru) a Tiscali. L’inchiesta era nata nel 2009 dopo una puntata di Annozero di Michele Santoro sulle imprese italiane che avevano società estere. L’ex governatore era accusato di aver evaso 2,6 milioni di euro nell’ambito di un prestito fatto dalla società Andalas Ldt (sempre di Soru) a Tiscali. Dopo il verdetto di primo grado Soru era apparso sconfortato: “Credevo di essere assolto e credo che sia una sentenza ingiusta. Adesso penso a tante cose, compreso il ritiro. Èun momento grave e molto importante della mia vita. Andrò a casa, voglio stare un poco da solo. Non credo di aver commesso reati, è una sentenza che spero venga ribaltata nelle altre fasi del processo”. Oggi un nuovo e diverso verdetto. L’ex segretario regionale del Pd, assistito dagli avvocati Ennio Amodio e Fabio Pili, si è sempre difeso ammettendo l’errore ma sostenendo con forza che aveva dichiarato alla Consob la società inglese.
Attualmente eletto in Europa con il Partito democratico, dal 2004 al 2008 Soru è stato presidente della Regione Sardegna. Si è dimesso a novembre 2008 dopo le polemiche per la mancata approvazione della legge urbanistica in consiglio regionale. Nello stesso anno ha comprato il giornale L’Unità, per poi cedere le quote nel 2012 con l’ingresso di Nuova iniziativa editoriale (Nie). Nel 2009 si è ricandidato per la guida della Sardegna, ma ha perso le elezioni contro l’avversario del Popolo delle libertà Ugo Cappellacci. Il ritorno in politica è stato nel 2014 con la candidatura alle elezioni Europee dove è risultato uno dei più votati d’Italia con oltre 182mila preferenze.
AGGIORNAMENTO DELLA REDAZIONE
Come si legge negli articoli pubblicati sul sito e che se ne sono occupati, in occasione della sentenza d’appello nel maggio 2017 Renato Soru è stato assolto dalla corte d’appello di Cagliari con formula piena da tutti i reati contestatigli