Scuole chiuse e famiglie evacuate, ma anche divieto di raccogliere verdura e di pascolo “degli animali nel territorio comunale in un raggio di 5 chilometri dal luogo dell’incendio dell’impianto”. E a tutto questo si aggiunge l’allarme amianto. Non si sono ancora spenti del tutto i focolai dell’incendio scoppiato lo scorso 5 maggio tra Roma e Pomezia, all’interno della ‘Eco X’, una azienda che tratta plastiche e materiali da riciclo. La Procura di Velletri ha disposto il sequestro dell’impianto e ha incaricato l’Arpa di verificare il grado di diossina eventualmente sprigionatosi nell’aria. Entro giovedì dovrebbero essere disponibili i dati sul grado qualitativo di inquinamento dell’aria, ovvero la natura delle concentrazioni di polveri, e venerdì ci sarà un vertice in procura per un punto della situazione. La nube nera che si era alzata ormai si è dissolta, ma la preoccupazione per le persone e l’inquinamento dell’aria resta alti. I cittadini, peraltro, sei mesi fa avevano denunciato il rischio di roghi nell’azienda.
Un disastro annunciato, quindi, che ha portato il sindaco di Pomezia Fabio Fucci insieme al commissario straordinario del Comune di Ardea, Antonio Tedeschi a firmare un’ordinanza di “divieto di raccolta degli ortaggi e di pascolo degli animali nel territorio comunale in un raggio di 5 chilometri dal luogo dell’incendio dell’impianto”. Una misura che ha messo in allarme le organizzazioni degli agricoltori, Coldiretti e Cia, che già preannunciano di costituirsi parte civile “per i danni diretti, indiretti e di immagine provocati dall’incendio”. E poi c’è il capitolo amianto, che si trovava nelle coperture del tetto dei capannoni andati a fuoco, anche se era incapsulato“. Cioè “trattato” per non nuocere in condizioni normali, ma ora bisognerà valutare l’effetto del calore su questa particolare sostanza.
Di fatto, spiega l’Arpa Lazio, la concentrazione di pm10 nell’aria nelle immediate vicinanze della Eco X nel giorno dell’incendio era più alta di quasi il triplo rispetto alla soglia di rischio. “Il 5 maggio la concentrazione di pm10 era pari a 130 microgrammi per metro cubo, quando il limite fissato è di 50 microgrammi”. Il giorno dopo, cioè sabato, i valori sono scesi a 73 microgrammi. E ancora: “Il valori rilevati sono superiori al limite giornaliero di 50 ug/m3 previsti per l’aria dal D. Lgs 155/2010, ma comunque analoghi ai valori registrati nel centro urbano di Roma nei periodi invernali di maggiore criticità.
Divieto di raccolta di ortaggi e di pascolo – Fucci ha annunciato l’intenzione di costituirsi parte civile in un eventuale processo, mentre diverse associazioni di Ardea e Pomezia insieme a gruppi di cittadini si stanno unendo per presentare denunce di risarcimento danni, pensando anche a una class action. Coldiretti parla di emergenza per le 150 aziende agricole colpite dall’ordinanza che interessa “una area coltivata di circa 4mila ettari di terreno”, e aggiunge che occorre individuare al più presto “le procedure per il rimborso dei danni alle aziende che non possono più vendere al pubblico i prodotti del proprio lavoro“. Per l’associazione, inoltre, è prioritario “verificare al più presto la realtà dei fatti senza allarmismi, adottare subito tutti gli accorgimenti a tutela della sicurezza e della salute e poi immediatamente accertare le responsabilità e i danni diretti ed indiretti alle imprese agricole”.
Il rischio amianto – A confermare la presenza dell’amianto è stato il direttore del dipartimento prevenzione della As Roma 6 Mariano Sigismondi: “Ora si dovrà valutare l’effetto del calore su questa particolare sostanza. Al momento non abbiamo elementi che possano far destare preoccupazioni, almeno a livello acuto, nell’immediatezza del momento”. Per il direttore dell’Istituto per l’inquinamento atmosferico del Cnr, Nicola Pirrone, tuttavia, “è probabile che ci possa essere stata una dispersione di microfibre di amianto nell’atmosfera”. Per le analisi dei campioni è stato contattato il Centro Regionale Amianto della Asl di Viterbo. Risultati decisivi sono attesi tra qualche giorno per quanto riguarda i campionamenti dell’aria nella zona dell’incendio effettuati da Arpa Lazio. La presenza di amianto sarà certamente all’attenzione dell’inchiesta aperta dalla procura di Velletri che potrebbe presto passare dall’ipotesi di reato di “rogo colposo” a “disastro ambientale”.
Anche Fucci è sul piede di guerra. “Se dovesse instaurarsi un processo a carico di eventuali responsabili dell’accaduto ci costituiremo parte civile per ottenere il risarcimento di eventuali danni ambientali, alla salute pubblica e di immagine“. Fucci ha anche firmato un’ordinanza che dispone “la chiusura in via precauzionale di tutte le scuole di ogni ordine e grado” per domani e dopodomani per “consentire le operazioni di pulizia straordinaria che dovranno interessare le aree eventualmente esposte alla ricaduta da combustione”. Non solo. Nell’ordinanza, ha confermato l’evacuazione delle case nel raggio di 100 metri dal luogo dell’incendio, raccomandando di tenere le finestre chiuse nel raggio di 2 chilometri dal deposito di plastiche andato a fuoco. Al momento i dati rilevati dalle stazioni di monitoraggio dell’aria sono nella norma. “Vorrei tranquillizzare i cittadini – ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi – secondo l’Arpa Lazio nell’aria non ci sono sostanze inquinanti o pericolose per la nostra salute”.