La vittima è Maurizio Gala, 43 anni, titolare del negozio a Marano. Da una prima ricostruzione sembrerebbe una rapina finita male, ma i carabinieri di Giugliano stanno ancora indagando e non ritengono questa la pista privilegiata. "Una scena raccapricciante" racconta un testimone
È stato trovato a terra con il viso sul pavimento della sua gioielleria, in un lago di sangue, Salvatore Gala, 43 anni, titolare di una gioielleria a Marano, in provincia di Napoli. I carabinieri non hanno dubbi sul fatto che si tratti di un omicidio. La telefonata ai militari è arrivata stamattina dalla madre dell’uomo che ieri sera non l’ha visto rincasare. Il suo negozio è stato trovato a soqquadro e la cassaforte aperta e vuota. I carabinieri di Giugliano, diretti da Antonio De Lise, stanno ancora cercando di ricostruire la vicenda e non escludono nessuna ipotesi. I militari indagano a 360 gradi, ma l’ipotesi della rapina, a quanto trapela, non sarebbe quella privilegiata. Il delitto – l’uomo è stato ucciso con un solo colpo di pistola alla testa – potrebbe essere avvenuto lunedì sera. Tra le persone che i carabinieri di Giugliano in Campania (Napoli) stanno ascoltando in caserma, figura anche la ex moglie della vittima. All’esterno del negozio è sistemata una telecamera che potrebbe avere ripreso le persone entrate e uscite dal negozio durante la giornata di ieri. Sul posto il medico legale e il pm di turno della Procura di Napoli nord competente per territorio.
“Una scena raccapricciante“, ha raccontato un testimone. I familiari, dopo avere recuperato le chiavi di riserva del locale, hanno chiesto a Giuseppe Iavarone di aprire: “Ho aperto la porta della gioielleria e l’ho trovata a soqquadro: la cassaforte era aperta e vuota. Poi mi sono affacciato dietro il bancone. C’era il corpo di Salvatore in una pozza di sangue. Non volevo dirlo alla madre ma lei ha capito tutto, guardandomi in faccia”. La famiglia Gala, che gestiva la gioielleria da due generazioni, era molto nota a Marano. La gioielleria era stata aperta dal padre di Salvatore, e poi era passata in gestione alla vittima.
Il comune di Marano, sciolto per infiltrazioni mafiose alla fine del 2016, è amministrato da una commissione straordinaria composta dal prefetto Antonio Reppucci, dal vice prefetto Maria Ludovica De Caro e dal funzionario Francesco Greco. A breve diventerà anche sede di una compagnia dei carabinieri. “Non ho mai avuto problemi – dice ancora il titolare della lavanderia – mi sento tranquillo, ma ultimamente la criminalità si sta facendo sentire di più”.