E pensare che nell’antica Grecia l’ipocrita era l’attore. Poi gli attori sono usciti dal teatro e, mescolatisi agli spettatori, è diventato difficile capire chi stavano fingendo di essere. Perché nessuno riesce ad indossare troppo a lungo una maschera senza finire per confondersi su quale sia il suo volto. E se la ragione di tanta insoddisfazione e ostilità repressa ovunque, risiedesse anche in questo distacco progressivo dal vero Sé? Nel Sé abita la forza vitale, la capacità di sentirsi vivi, di essere connessi al proprio corpo e alla propria autentica natura, di essere sinceri con noi stessi e con gli altri.
Secondo Pirandello ognuno di noi è uno, nessuno, centomila: è vero che in noi esistono molte identità, ma vi è un nucleo originario, come quello del seme della pianta, che dice chi siamo in essenza e questo non andrebbe tradito. Una buona metafora, già di Marco Aurelio, è quella dell’odore di selvatico: la persona autentica sa di selvatico, non copre il suo odore con altro. L’ipocrita fa il contrario, nasconde senza tregua se stesso, i propri sentimenti, cercando di apparire quello che non è.
È dei grandi la sincerità: i grandi uomini e le grandi donne hanno sradicato da dentro di loro l’ipocrisia, si fanno seppellire coi loro segreti piuttosto, ma non si modificano per far piacere a qualcuno o ottenerne vantaggio. Forse gli ipocriti si accontentano del poco che raccolgono con tanta fatica di copertura e tradimento di sé e degli altri, mentre predicano quel che non praticano e agiscono secondo una logica che non predicano.
Ci sono ipocriti un po’ di tutti i tipi: i manipolatori, ma anche i falsi buonisti, convinti di essere nel giusto, gli ipercomprensivi, e i falsi modesti, quelli che si indignano per i principi fintanto che i principi spetta agli altri averli, quelli che giudicano gli stessi difetti che hanno loro stessi, e poi tutti quelli che esigono, che insinuano, che vedono nel successo altrui motivo di sospetto. Gli ipocriti più incalliti si trovano in chi inneggia alla pace e all’onestà con rabbia, non sopporta la ricchezza, ignora il bello e cerca sempre di elogiare chi è buono, povero e possibilmente sofferente.
Gli eroi sconfitti, i morti verticali: persone già morte che per il solo fatto che camminano sembrano vive, ma sono così morte da non sopportare neppure la vitalità altrui.
Se c’è qualche vivo in giro, vorrebbero farlo fuori o vedergli fare una brutta fine, perché uno vivo è uno che pensa a sé, a coltivare il proprio sé. Uno vivo conosce il proprio potere interiore e se ne occupa, non ha interesse ad avere per forza tanti like su Facebook (il che di solito glieli fa ottenere) si sente ricco di sé e per questo lo diventa pure nel mondo materiale. Gli ipocriti si riconoscono nelle piccole cose: come ti danno la mano, come si comportano quando c’è da pagare il conto al ristorante, quanto amano parlare male del prossimo o viceversa adularlo ed elogiarlo quando ce l’hanno di fronte. Nelle grandi cose ci si maschera facilmente, nelle piccole dove si pensa di non essere visti, è lì che ci si tradisce.
Bisogna guardare come un uomo tratta il suo dipendente, la donna delle pulizie o il cameriere: allora si capisce come tratterà sua moglie, i suoi figli e in generale che tipo di individuo sia. Buonisti e manipolatori sono le due facce di un Giano bifronte: il punto è sempre lo stesso: il bisogno di mettere una maschera. Nel primo caso quella della “bella persona” da cui non escono critiche o emozioni negative, il che fin da piccoli serve per farsi accettare dagli altri, anche se ci stanno facendo del male. Nel caso del manipolatore quella del “vincente”, che serve per gestire l’insicurezza, cercando di realizzare scopi fuori dalla propria portata, adottando uno stile di vita che spesso non gli appartiene. Guardatevi allo specchio domattina e guardate quella maschera che opacizza il vostro vero volto.
È quella che vi rende infelici, non gli eventi esterni e le difficoltà quotidiane. Approfittate di quel momento in cui il sonno non vi ha ancora abbandonato del tutto per guardare attraverso le maglie della finzione. Fingete per essere accettati, fingete per avere vantaggi e poi soffrite perché non trovate il vero amore. Smettete di essere abituati alle finzioni e di essere persino scioccati e odiare chi non si allinea al branco, come spiega Carolyne Miss nel suo bel libro Anatomia dello spirito.
Avete più chance pensando con la vostra testa che con la testa di chiunque altro e sentendo con il vostro cuore. E questo per un semplice fatto: sono i vostri, sono degli originali, non dei falsi.