Il ministro per lo Sport, Luca Lotti, e il Comune di Firenze finiscono in tribunale. Proprio nel feudo di Matteo Renzi, dove Lotti è stato capo di gabinetto dell’ex premier e, oggi, governa l’amministrazione di un altro renziano di ferro come Dario Nardella, il membro del governo ha deciso di ricorrere al Tar contro il Comune. Il motivo: un pergolato che Lotti ha costruito fuori dalla sua abitazione toscana ma che, sostengono i tecnici di Palazzo Vecchio, non rispetterebbe le misure e l’utilizzo di materiali stabiliti dall’autorizzazione comunale. “Una situazione che ha dell’assurdo – commenta il capogruppo di Firenze Riparte a Sinistra in Consiglio comunale, Tommaso Grassi – In un Comune che il ministro conosce bene, per una controversia così ridicola e con il sindaco Nardella che ha più volte ripetuto di cercare di risolvere questo tipo di problemi senza intasare i tribunali, Lotti cosa fa? Un immediato ricorso al Tar. Ne ha diritto, ma mi è sembrato un atto di prepotenza gratuito che costerà più soldi dell’intero valore dell’opera”.
Ad accorgersi di cosa stava succedendo è stato proprio il consigliere Grassi quando il Comune ha depositato l’atto di difesa contro il ricorso di Lotti al Tar toscano. Il ministro sostiene che l’accusa di violazione edilizia sia infondata e che il suo nuovo pergolato rispetti tutte le misure e i parametri previsti dall’autorizzazione comunale. A margine dell’inaugurazione della mostra su Gastone Nencini a Firenze, Lotti ha elencato “a garanzia della massima trasparenza” la lista degli atti approvati per i lavori di restaurazione: tra questi ci sono la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia) per la ristrutturazione edilizia con modifiche del 2 febbraio 2016; l’autorizzazione paesaggistica del 30 aprile 2016; la Scia per le modifiche al prospetto della pergola ombreggiante del 10 marzo 2017; l’accettazione della variante finale e la comunicazione di fine lavori, entrambe del 28 marzo 2017.
È il giorno successivo, il 29 marzo, che il Comune produce un nuovo atto amministrativo appellandosi all’articolo 81 del regolamento edilizio, quello che regola la costruzione di “tende e dispositivi di oscuramento”. A quel punto, da quanto si legge negli atti forniti da Grassi, Lotti decide di depositare il ricorso al Tribunale Amministrativo il 27 aprile. “È questa scelta che trovo assurda – spiega il consigliere – Il sindaco Nardella ha più volte invitato tutti i cittadini a cercare una soluzione o un accordo senza ricorrere immediatamente al Tar, visto l’intasamento del tribunale a causa dei numerosi ricorsi degli ultimi anni. Il ministro Lotti invece che fa? Per una controversia riguardante la costruzione di un semplice pergolato si rivolge immediatamente al Tar. È un suo diritto, ma avrebbe potuto prima provare a depositare le proprie memorie e i propri documenti in Comune. Verificato l’errore, sempre che ci sia, la questione si sarebbe risolta senza sovraccaricare ulteriormente il tribunale e avviare un procedimento che sarà più costoso dell’opera in questione. Mi è sembrato un atto di prepotenza”.
Twitter: @GianniRosini