“Rinnovare sì, ma non così”. Tra i Giovani Democratici c’è chi spiega il proprio malumore prendendo a prestito uno degli slogan usati da Matteo Renzi durante la campagna congressuale. Nel caso del segretario rieletto l’obiettivo è cambiare l’Europa tutta tecnocrazia. In questo caso gli under 30 del Pd contestano l’inclusione dei 20 millennials nella Direzione nazionale del partito. Soprattutto lamentano i metodi: una procedura da “manuale Cencelli”, scrivono su Facebook, in un post pubblicato dopo quasi 3 giorni di dibattito interno. Alla fine dei quali, però, si è deciso di uscire allo scoperto. Anche perché ciò che più infastidisce è che i 20 giovani rampanti non sono meteore, orbitano già nell’area di notabili del Pd diventati padrini politici. E così ognuno di questi maggiorenti ha indicato il proprio nome ai leader delle mozioni poi finiti nella selezione del segretario. Giovani, sì, ma già inseriti nel gioco delle correnti. “L’idea del rinnovamento attraverso l’inserimento di ‘volti nuovi’ in direzione è sana e ragionevole – scrivono su facebook i Giovani Democratici – Peccato che il passaggio attraverso mere logiche di corrente pregiudichi l’intento iniziale. Rinnovare utilizzando un metodo che paralizza la politica da quasi 50 anni risulta quantomeno paradossale”.
Il messaggio non dice delle tensioni che ne hanno accompagnato la sua stesura. “In fondo era giusto così – dicono dalla dirigenza – Si trattava di portare in superficie un disagio legato ad una scelta non condivisa, senza nessun secondo fine”. Ma in parecchi nelle scorse ore avevano espresso perplessità. Perché “sembrerà che in realtà volevamo semplicemente essere noi a ottenere quegli incarichi”, perché “così ci esponiamo alle critiche di chi vuole vederci divisi”, perché “ci diranno che stiamo rosicando”.
Già domenica, all’assemblea del Pd, il segretario dei Gd, Mattia Zunino, dal palco aveva storto un po’ il naso, osservando come fosse mancato “il coraggio” di rendere indipendenti le nomine dei 20 millennials dalle “divisioni delle mozioni”. Zunino ora precisa meglio: “La decisione del segretario ha sorpreso tutti, noi per primi. Ci è dispiaciuto non esser stati coinvolti: evidentemente si è preferita la logica delle correnti”.
Logica che ha portato ad una schiacciante maggioranza di renziani nella pattuglia dei millennials. Se si fanno i conti, si scopre che dei 20 ragazzi – la più giovane ha 19 anni, il più adulto 32 – in 17 hanno sostenuto la mozione dell’ex premier. Due i fan di Michele Emiliano, una sola ragazza riconducibile ad Andrea Orlando. Ma non è l’eventuale sproporzione a generare il malumore. “A infastidirci è piuttosto il fatto che quasi dovunque si è chiesto ai vari capibastone di esprimere il nome di un giovane di propria fiducia, senza neppure consultare l’associazione di cui quei giovani fanno parte”, dichiara Gregorij Filippo Calcagno, 20enne segretario dei Gd di Modena che al congresso ha supportato il ministro della Giustizia. “Ma non è una questione di mozioni”, spiegano i suoi colleghi un po’ in tutta Italia, che non fanno fatica a indicare gli illustri sponsor dei vari millennials. E così si scopre che Marco Schirripa, 29enne di Reggio Calabria, ha un legame di amicizia col ministro degli Interni Marco Minniti; che Mirko Boschetti, ravennate di 22 anni, è stato suggerito a Renzi da un parlamentare vicino a Matteo Orfini; che la romana Erica Roic, 23enne militante del Pd dell’Eur, è conosciuta e apprezzata da Patrizia Prestipino, la renzianissima professoressa di latino che proprio del IX municipio è stata presidente. E poi, ancora: Nazarena Forti, classe 1991 e consigliera comunale a Soliera, nel Modenese, è vicina Matteo Richetti, mentre a suggerire all’ex premier il nome Gianluca Vichi, segretario dei Gd in provincia di Pesaro, è stato il sindaco del capoluogo marchigiano Matteo Ricci, uomo di fiducia di Renzi. Ma queste dinamiche non riguardano solo la mozione vincitrice del congresso. Veronica Felaco, ad esempio, 28enne di Gaeta, è stata scelta da Emiliano su indicazione di Gennaro Oliviero, consigliere regionale campano e sostenitore del governatore della Puglia. In altre zone, poi, la spartizione sembra essere stata fatta per non scontentare nessuno: e così, dal Friuli è stata eletta sia Caterina Conti, 30 anni e già capolista per Gianni Cuperlo alle primarie del 2013, sia Elisa Graffi, 20enne vicina a Debora Serracchiani.
C’è comunque, tra i giovani neopromossi in Direzione, chi prova a stemperare le polemiche. È il caso di Davide Ragone, 32enne di origini cagliaritane, apprezzato consulente legislativo del ministero delle Riforme sin da quando era guidato da Maria Elena Boschi (che lo ha segnalato a Renzi). Ragone su Facebook ammette che “era opportuno destinare almeno una quota di questi posti espressamente all’organizzazione giovanile”, ma poi si dichiara convinto “che si debbano evidenziare soprattutto il significato di questo messaggio e il contributo nuovo” che la scelta del segretario del Pd comporterà, “senza concentrarsi troppo nella ricerca di particolari responsabilità dei vertici Gd o di chi ha individuato questi ragazzi”.
E qui, in controluce, s’intravede già un’altra frattura che ufficialmente viene negata, ma esiste: quella tra i Gd e FutureDem, l’associazione politico-culturale di cui proprio Ragone è presidente e che esprime un sostegno pressoché incondizionato a Matteo Renzi (non a caso sono simpatizzanti del Rottamatore tutti e 6 i millennials pescati in FutureDem domenica scorsa). Al contrario, i Gd rivendicano la loro autonomia rispetto al Pd, ma di fatto si sono ritrovati spesso, negli ultimi tempi, su posizioni antirenziane. Eppure tutto ciò, giurano i responsabili nazionali dei Gd, non ha nulla a che fare con la protesta di queste ore. Lo garantisce anche il segretario Zunino, vicino all’area dei Giovani Turchi di Matteo Orfini ma ultimamente assai più in sintonia con le idee di Orlando. “Qui le correnti non c’entrano. Anzi, noi vorremmo che non c’entrassero mai”.
Politica
Pd, i 20 millennials in direzione con il “manuale Cencelli”. “Scelti” dal segretario su indicazione dei loro padrini politici
1 /20 L’assemblea del Pd che ha reincaricato Matteo Renzi come segretario. Di seguito i “Millennials” scelti dal segretario come nuovi componenti della direzione. L’unica che non c’è è Veronica Felaco (quota Emiliano) che non ha profili sui social network
Renzi ha infilato in direzione 20 giovanissimi del partito. Ma il metodo ha irritate i Giovani Democratici, cioè il serbatoio di nuove energie: "Buona idea, peccato per le mere logiche di corrente". Quasi tutti i "volto nuovi", infatti, hanno un notabile di riferimento. Così ora le divisioni del "partito maggiore" potrebbero riflettersi nel rapporto tra i Gd e i FutureDem
“Rinnovare sì, ma non così”. Tra i Giovani Democratici c’è chi spiega il proprio malumore prendendo a prestito uno degli slogan usati da Matteo Renzi durante la campagna congressuale. Nel caso del segretario rieletto l’obiettivo è cambiare l’Europa tutta tecnocrazia. In questo caso gli under 30 del Pd contestano l’inclusione dei 20 millennials nella Direzione nazionale del partito. Soprattutto lamentano i metodi: una procedura da “manuale Cencelli”, scrivono su Facebook, in un post pubblicato dopo quasi 3 giorni di dibattito interno. Alla fine dei quali, però, si è deciso di uscire allo scoperto. Anche perché ciò che più infastidisce è che i 20 giovani rampanti non sono meteore, orbitano già nell’area di notabili del Pd diventati padrini politici. E così ognuno di questi maggiorenti ha indicato il proprio nome ai leader delle mozioni poi finiti nella selezione del segretario. Giovani, sì, ma già inseriti nel gioco delle correnti. “L’idea del rinnovamento attraverso l’inserimento di ‘volti nuovi’ in direzione è sana e ragionevole – scrivono su facebook i Giovani Democratici – Peccato che il passaggio attraverso mere logiche di corrente pregiudichi l’intento iniziale. Rinnovare utilizzando un metodo che paralizza la politica da quasi 50 anni risulta quantomeno paradossale”.
Il messaggio non dice delle tensioni che ne hanno accompagnato la sua stesura. “In fondo era giusto così – dicono dalla dirigenza – Si trattava di portare in superficie un disagio legato ad una scelta non condivisa, senza nessun secondo fine”. Ma in parecchi nelle scorse ore avevano espresso perplessità. Perché “sembrerà che in realtà volevamo semplicemente essere noi a ottenere quegli incarichi”, perché “così ci esponiamo alle critiche di chi vuole vederci divisi”, perché “ci diranno che stiamo rosicando”.
Già domenica, all’assemblea del Pd, il segretario dei Gd, Mattia Zunino, dal palco aveva storto un po’ il naso, osservando come fosse mancato “il coraggio” di rendere indipendenti le nomine dei 20 millennials dalle “divisioni delle mozioni”. Zunino ora precisa meglio: “La decisione del segretario ha sorpreso tutti, noi per primi. Ci è dispiaciuto non esser stati coinvolti: evidentemente si è preferita la logica delle correnti”.
Logica che ha portato ad una schiacciante maggioranza di renziani nella pattuglia dei millennials. Se si fanno i conti, si scopre che dei 20 ragazzi – la più giovane ha 19 anni, il più adulto 32 – in 17 hanno sostenuto la mozione dell’ex premier. Due i fan di Michele Emiliano, una sola ragazza riconducibile ad Andrea Orlando. Ma non è l’eventuale sproporzione a generare il malumore. “A infastidirci è piuttosto il fatto che quasi dovunque si è chiesto ai vari capibastone di esprimere il nome di un giovane di propria fiducia, senza neppure consultare l’associazione di cui quei giovani fanno parte”, dichiara Gregorij Filippo Calcagno, 20enne segretario dei Gd di Modena che al congresso ha supportato il ministro della Giustizia. “Ma non è una questione di mozioni”, spiegano i suoi colleghi un po’ in tutta Italia, che non fanno fatica a indicare gli illustri sponsor dei vari millennials. E così si scopre che Marco Schirripa, 29enne di Reggio Calabria, ha un legame di amicizia col ministro degli Interni Marco Minniti; che Mirko Boschetti, ravennate di 22 anni, è stato suggerito a Renzi da un parlamentare vicino a Matteo Orfini; che la romana Erica Roic, 23enne militante del Pd dell’Eur, è conosciuta e apprezzata da Patrizia Prestipino, la renzianissima professoressa di latino che proprio del IX municipio è stata presidente. E poi, ancora: Nazarena Forti, classe 1991 e consigliera comunale a Soliera, nel Modenese, è vicina Matteo Richetti, mentre a suggerire all’ex premier il nome Gianluca Vichi, segretario dei Gd in provincia di Pesaro, è stato il sindaco del capoluogo marchigiano Matteo Ricci, uomo di fiducia di Renzi. Ma queste dinamiche non riguardano solo la mozione vincitrice del congresso. Veronica Felaco, ad esempio, 28enne di Gaeta, è stata scelta da Emiliano su indicazione di Gennaro Oliviero, consigliere regionale campano e sostenitore del governatore della Puglia. In altre zone, poi, la spartizione sembra essere stata fatta per non scontentare nessuno: e così, dal Friuli è stata eletta sia Caterina Conti, 30 anni e già capolista per Gianni Cuperlo alle primarie del 2013, sia Elisa Graffi, 20enne vicina a Debora Serracchiani.
C’è comunque, tra i giovani neopromossi in Direzione, chi prova a stemperare le polemiche. È il caso di Davide Ragone, 32enne di origini cagliaritane, apprezzato consulente legislativo del ministero delle Riforme sin da quando era guidato da Maria Elena Boschi (che lo ha segnalato a Renzi). Ragone su Facebook ammette che “era opportuno destinare almeno una quota di questi posti espressamente all’organizzazione giovanile”, ma poi si dichiara convinto “che si debbano evidenziare soprattutto il significato di questo messaggio e il contributo nuovo” che la scelta del segretario del Pd comporterà, “senza concentrarsi troppo nella ricerca di particolari responsabilità dei vertici Gd o di chi ha individuato questi ragazzi”.
E qui, in controluce, s’intravede già un’altra frattura che ufficialmente viene negata, ma esiste: quella tra i Gd e FutureDem, l’associazione politico-culturale di cui proprio Ragone è presidente e che esprime un sostegno pressoché incondizionato a Matteo Renzi (non a caso sono simpatizzanti del Rottamatore tutti e 6 i millennials pescati in FutureDem domenica scorsa). Al contrario, i Gd rivendicano la loro autonomia rispetto al Pd, ma di fatto si sono ritrovati spesso, negli ultimi tempi, su posizioni antirenziane. Eppure tutto ciò, giurano i responsabili nazionali dei Gd, non ha nulla a che fare con la protesta di queste ore. Lo garantisce anche il segretario Zunino, vicino all’area dei Giovani Turchi di Matteo Orfini ma ultimamente assai più in sintonia con le idee di Orlando. “Qui le correnti non c’entrano. Anzi, noi vorremmo che non c’entrassero mai”.
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Politica
Discorso di fine anno del presidente della Repubblica Mattarella: ‘Sconfortante sproporzione tra la spesa militare e quella per la lotta al cambiamento climatico’
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Buon anno con ilfattoquotidiano.it! Anche nel 2025 sappiamo cosa fare: pubblicare notizie. A decidere se facciamo bene (o male) siete voi
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“A Natale picchiato e umiliato dalla polizia italiana”: la denuncia del calciatore belga Stephane Omeonga
Roma, 31 dic. (Adnkronos) - “Vere, emozionanti e pienamente condivisibili le parole del presidente Mattarella, sui valori di una società coesa e inclusiva. Dialogo, solidarietà, mediazione, capacità di ricomporre le tante diversità e le tante voci indirizzandole al bene comune. Riorientare la convivenza. Impegnarsi per una pace che grida la sua urgenza, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla democrazia. Contrastare le spinte alla divisione e alla radicalizzazione delle contrapposizioni. Il messaggio del Capo dello Stato è un monito per tutti noi, per le istituzioni, per la politica, per i cittadini. Perché questo momento di auguri non sia solo un rito, ma un richiamo forte a riscoprire il senso della nostra umanità, che si esprime nel vivere insieme, nel fare comunità, preservare e valorizzare il capitale sociale". Lo afferma il presidente del Cnel, Renato Brunetta.
"In un’epoca in cui le nostre società sono segnate da profonde fratture, Il Presidente -aggiunge- ci sollecita a trovare forme e modi di una rinnovata partecipazione, per superare i conflitti, gli egoismi, la rassegnazione, le solitudini. È un appello a cui di certo il Cnel, la casa dei corpi intermedi, non mancherà di rispondere. Così come vogliamo far nostro l’invito a investire sulle nuove generazioni, affrontando alla radice i motivi che spingono tanti giovani a trasferirsi all’estero e a non tornare".
"Molti dei temi su cui si è soffermato il Presidente -conclude Brunetta- sono al centro dell’agenda del Cnel: la sicurezza sul lavoro, i salari che non bastano, i femminicidi e la parità tra uomini e donne, la disuguale disponibilità di servizi sui territori, l’inclusione sociale. E poi le carceri, la cui funzione va ricondotta al dettato costituzionale. È vero: la speranza siamo noi, il nostro impegno, la libertà, il rispetto. Un discorso importante e prezioso, quello del Presidente Mattarella, che dà fiducia nel futuro e di cui ancora una volta gli siamo grati e riconoscenti. Grazie presidente”.
Lampedusa, 31 dic. (Adnkronos) - Un'imbarcazione partita dalla Libia con a bordo un gruppo di migranti si è capovolta al largo di Lampedusa. Sette i superstiti sbarcati sull'isola, tra cui un bambino: si tratta di due siriani, due sudanesi e due egiziani, soccorsi in mare dalla Guardia di finanza. Circa 20 i dispersi, tra cui 5 donne e 3 bambini.
Roma, 31 dic. (Adnkronos) - Telefonata "cordiale" tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier in occasione del discorso di fine anno nel corso del quale Giorgia Meloni. A comunicarlo Palazzo Chigi che sottolinea come Meloni abbia apprezzato il richiamo del capo dello Stato al valore fondante del patriottismo, come motore dell'azione quotidiana e sentimento vivo che muove l'impegno di quanti sono al servizio della cosa pubblica e della comunità nazionale.
Piena condivisione sulla necessità di affrontare il crescente disagio che attraversa le giovani generazioni, proponendo risposte concrete ed efficaci. Altrettanto condivisibile il richiamo ai positivi segnali macroeconomici, in particolare sull'export e sull'occupazione, con il contestuale impegno ad intensificare l'azione per ridurre le aree di precarietà e lavoro povero.
Meloni ha, inoltre, espresso gratitudine al presidente per aver ricordato il forte impegno dell'Italia nel contesto globale, anche come Presidenza G7, negli scenari di crisi, sulla strada della pace in Ucraina e in Medio Oriente e per la difesa del diritto internazionale. Infine, il Presidente Meloni ha rivolto al Presidente e ai suoi cari i migliori auguri per il 2025 e per la prosecuzione del suo mandato.
“Grazie al Presidente Mattarella che, oltre a sottolineare risultati incoraggianti per l’Italia come occupazione, export e turismo, auspica la fine dei troppi conflitti nel mondo. È una speranza che condividiamo calorosamente, e in questo senso riponiamo grande fiducia nella nuova amministrazione americana targata Donald Trump", ha dichiarato il vicepremier Matteo Salvini, leader della Lega.
"Come il presidente della Repubblica, inoltre, sottolineiamo l’importanza e il valore delle Forze dell’Ordine, e ci permettiamo un particolare riferimento alla Polizia Penitenziaria perché troppo spesso si discute della condizione dei detenuti e troppo raramente di quella di donne e uomini in divisa che prestano servizio nelle carceri. Infine, grazie al Presidente Mattarella per l’attenzione ai giovani. Ricordiamo a noi stessi che la prima causa di morte per i ragazzi sono gli incidenti stradali, e da poche settimane è in vigore un nuovo codice che sta subendo una campagna di disinformazione con pochi precedenti. È perfino sotto accusa per aver inasprito le sanzioni e abbassato i limiti per il consumo di alcol: tutto falso, sono rimasti inalterati perché già efficaci. Al contrario, siamo intervenuti con vigore contro l’utilizzo improprio degli smartphone alla guida e il consumo di droghe. Confidiamo che il 2025 possa essere un anno di pace, sicurezza e buonsenso”, ha concluso.
"Pace, giovani, speranza, rispetto. Le parole del Presidente Mattarella confermano l'impegno dell'Italia per costruire in Medio Oriente ed in Ucraina una nuova stagione che garantisca una #pace giusta. E assicurano azioni concrete per dare ai giovani la #speranza di costruirsi un futuro senza lasciare il Paese. Questa è anche la volontà del governo. #Rispetto anche per ribadire che la pena per i detenuti è perdita della libertà e non della dignità", ha scritto su X il vicepremier e leader di Fi, Antonio Tajani.
"Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ci ha ricordato quanto sia urgente costruire un Paese più giusto, solidale e attento ai bisogni di tutte e tutti. Le sue parole sulla pace, sulle diseguaglianze, sull’emergenza climatica, sulla precarietà, sono un richiamo potente alla responsabilità collettiva", ha affermato dal canto suo la segretaria del Pd, Elly Schlein. "La giustizia sociale - ha aggiunto - non è solo un ideale, ma una necessità per garantire dignità e diritti. Ringraziamo il Presidente per il suo esempio di saggezza e umanità. Ora tocca a noi tutte e tutti raccogliere questo accorato appello a tradurre la speranza in realtà".
"Condivido il richiamo del presidente Mattarella a un impegno per la pace in linea con la Costituzione, le riflessioni sulla barbarie della guerra e quelle sulla 'sconfortante' sproporzione fra l'enorme spesa in armi e gli investimenti contro il cambiamento climatico, a tutela dell'ambiente. Non posso non soffermarmi sullo stimolo del Capo dello Stato per una riscoperta dell'impegno e della partecipazione dei cittadini alle scelte che ci riguardano tutti", ha affermato Giuseppe Conte.
"Nella disaffezione delle persone verso la partecipazione politica e il voto - ha sottolineato il leader del M5S - piantano le radici poteri economici e finanziari in mano a pochi o addirittura a singoli, interessi politici di circoletti e clientele che scelgono per tutti e tutelano i privilegi di pochi anziché i diritti di tutti. La politica perde così la sua missione, la ricerca del bene comune e lo vediamo in tutto: si aumentano gli stipendi di chi governa anziché le buste paga da fame dei giovani che scappano all'estero, si cancellano i reati di chi abusa del suo potere per favorire qualcuno in un concorso o in una gara pubblica anziché investire risorse ed energie per tutelare fino in fondo i diritti delle persone, dalle corsie di ospedale fino alle aule scolastiche e alla sicurezza nelle nostre città".
"Anche per questo nel 2024 il Movimento ha scelto di rifondarsi completamente chiamando a scegliere e a contare ogni suo iscritto anziché i vertici chiusi in qualche stanza. Continueremo su questa strada con tutta la nostra forza in questo 2025. Stimolare la partecipazione e il vero patriottismo, quello di chi si impegna personalmente per migliorare l'Italia ogni giorno, deve essere la nostra ossessione. È l'unica strada per cambiare le tante cose che non vanno e che anche il Capo dello Stato ha puntualmente evidenziato: liste d'attesa interminabili per visite ed esami, morti e incidenti sul lavoro, femminicidi, le difficoltà dei nostri ragazzi che non si vedono garantiti meritocrazia e diritti. Auguri agli italiani per un 2025 di coraggio e impegno per migliorare i quartieri, le città, i territori in cui viviamo. Comunque la pensiate, qualunque idea politica abbiate, non lasciamo che a decidere per tutti siano in pochi. Solo sporcandoci le mani, scendendo tutti in campo, cambieremo davvero le cose".
"Le parole del Presidente Mattarella costituiscono da dieci anni un riferimento di saggezza e di speranza. Grazie Presidente", ha dichiarato il leader di Iv Matteo Renzi.
"Il presidente Mattarella ci ricorda la pericolosità delle lacerazioni che percorrono la nostra comunità nazionale in un momento di crisi e guerre. Ricordarcelo tutto l’anno è un dovere patriottico. Grazie Presidente", ha dichiarato Carlo Calenda, leader di Azione.
Roma, 31 dic. (Adnkronos) - "Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ci ha ricordato quanto sia urgente costruire un Paese più giusto, solidale e attento ai bisogni di tutte e tutti. Le sue parole sulla pace, sulle diseguaglianze, sull’emergenza climatica, sulla precarietà, sono un richiamo potente alla responsabilità collettiva". Lo afferma la segretari del Pd, Elly Schlein.
"La giustizia sociale -aggiunge- non è solo un ideale, ma una necessità per garantire dignità e diritti. Ringraziamo il Presidente per il suo esempio di saggezza e umanità. Ora tocca a noi tutte e tutti raccogliere questo accorato appello a tradurre la speranza in realtà".
(Adnkronos) - Al via il concerto di Capodanno di Tony Effe. “Ci siamo, Roma, fatevi sentire”: con queste parole Sick Luke ha inaugurato il suo dj set.
I cancelli del palaeur, come previsto, si sono aperti alle 20. "Noi siamo dalla parte di Tony Effe, perché censurandolo si impedisce all’artista di esprimersi” dicono Michele, Lorenzo, Edoardo e Matteo che hanno tutti tra i 18 e i 19 anni e vengono da Viterbo. “Al sindaco Gualtieri diremmo di ricordarsi che è il pubblico che sceglie, e noi scegliamo di essere qui al Capodanno di Tony”, aggiungono. Sul prezzo del biglietto, i ragazzi sono soddisfatti: “Certo fossero stati 40 o 50 euro saremmo rimasti a casa con gli amici, ma per 10 euro si può fare”.
“Siamo qui per fare una cosa diversa, rispetto al veglione classico con amici o familiari”, dice la signora Giulia, 65 anni, in compagnia della figlia trentenne Azzurra. “Sui testi sessisti, sto con Gualtieri - prosegue - ma non sarà questa polemica a cambiare la testa delle nuove generazioni. Fare un dramma per una questione del genere mi sembra esagerato, soprattutto in questo contesto mondiale”. Sulla location, Angelica e la madre sono contente: “Al circo Massimo saremmo dovute stare in piedi e al freddo. Qui siamo sedute e al caldo, molto meglio”, concludono.
“Della polemica sui testi di Tony Effe non ce ne importa nulla. Noi ascoltiamo la sua musica. E anche le ragazze nostre coetanee se lo sentono e lo cantano, non interessano ste cose”, dicono Ermes, Giuseppe e Francesco, tutti 17enni di Roma. “L’alternativa a venire qui stasera era la discoteca oppure organizzare una festa da qualche parte, ma qui è più figo”, aggiungono.
“Per noi è un evento che passeremo con i nostri figli”. Valerio e Paola, siciliani di origine ma che vivono a Roma da tempo, hanno accompagnato i figli Davide e Giulia al concerto. “Sono convinta che i miei figli siano abbastanza maturi e sappiano distinguere la vita dalle canzoni” dice Paola, mente il marito ammette, “non conosco una canzone di questo qui, anche se i ragazzi hanno provato a spiegarmi i testi”. “Di certo sarà interessante e divertente vedere le loro facce all’uscita”, dice scherzando Davide.
Sulla mancata presenza al circo Massimo, secondo Valerio “è giusta la richiesta di censura da parte di Gualtieri, visto che si trattava di soldi pubblici, ma di certo ci si poteva pensare prima di fare questa figuraccia”, conclude.
Con una storia Instagram, l'artista ha ringraziato il suo pubblico per il sostegno ricevuto durante il 2024 ("Grazie di cuore è tutto così assurdo",) per poi concludere: "Preparatevi che stasera festeggiamo a modo mio, anzi a modo nostro", ha concluso il rapper italiano. scrive il rapper italiano a corredo delle certificazioni FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana), dove il suo album 'Icon' risulta 4 volte disco di platino.
Roma, 31 dic. (Adnkronos) - “Valorizzare il bene comune contro la crisi della rappresentanza e la tentazione dell’uomo o della donna forte: nel cuore del discorso del Presidente Mattarella è indicata la via per evitare i rischi di una involuzione democratica, tristemente al centro del nostro presente; inoltre è nella pace ‘vera’ e duratura tra i popoli che può dispiegarsi il nostro futuro oltre che nel contrasto dei cambiamenti climatici. Grazie Presidente”. Così Luana Zanella, capogruppo di AVS alla Camera.
Roma, 31 dic. (Adnkronos) - “Voglio ringraziare, anche a nome delle senatrici e dei senatori del Pd, il Presidente Mattarella. Innanzi tutto per il suo appello alla pace in un mondo martoriato da tante, troppe, guerre. Per il richiamo al rispetto della dignità delle persone, delle donne, dei giovani. E lo ringrazio perché nel suo augurio agli italiani per il nuovo anno il Capo dello Stato ha saputo indicare il filo che deve cucire l’unità della nostra comunità: la cura della democrazia e la tutela del bene comune. È questa l’unica chiave che può tutelare lo stare insieme di un Paese, garantendone la coesione umana, politica e sociale". Lo afferma il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia.
"Per questo -aggiunge- è fondamentale che le forze politiche e le istituzioni alimentino la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Una politica di pochi favorisce l’astensionismo e l’aumento delle diseguaglianze. Diseguaglianze sociali, economiche e territoriali che attraversano la nostra società, che Mattarella ci ha ricordato devono essere combattute e ridotte, in un mondo che vede pochi avere molto e tanti, troppi, avere poco”.