“Dispiace che sono morti dei bambini, sono sempre persone. Ma qui non dovrebbero stare gli zingari, dovrebbero pagarsi un affitto, trovarsi una casa come fanno tutti i comuni mortali”. È un quartiere in bilico tra la solidarietà per le vittime dell’incendio doloso che ieri a Roma ha ucciso tre sorelle (4,8 e 20 anni) e l’insicurezza di chi vive una realtà difficile. Così se se è vero che un centinaio di abitanti di Centocelle ha organizzato un presidio antirazzista con fiori e striscioni, dall’altra c’è anche chi ci tiene a ricordare che nella zona “sono aumentati i furti nelle case, anche se molti si vergognano a dirlo”. Una coppia di ragazzi si dice dispiaciuta per avere sentito qualcuno “contento per la morte degli zingari”, ma poi aggiunge che “nel quartiere ci sono problemi, non c’è controllo, sembra il terzo mondo” e così “la gente arriva alla disperazione”. C’è rabbia. “Sappiamo da dove vengono i problemi di questo territorio”, raccontano altri residenti. “Ma Centocelle è antifascista. Rimandiamo indietro il razzismo. Non ci avranno”. In serata è la mamma a pronunciare i nomi della bambine e della ragazza morta. “Francesca. Elizabeth. Angelica” urla la donna davanti ai fiori appoggiati lì dove è andata a fuoco la roulotte.