Michele Panetta che nel 2014 ha corso per le amministrative sotto le insegne dei Pentastellati negli ultimi cinque anni era già finito nei guai per aggressione
“Il Movimento 5 Stelle non è in grado di prevedere il futuro e quindi che un suo candidato possa subire una misura cautelare”. Così il gruppo parlamentare dei pentastellati a Montecitorio in seguito alla notizia riportata dal Corriere della Calabria sul fatto che il 27 aprile un ex candidato del Movimento, Michele Panetta, è stato fermato insieme ad altre 14 persone dai carabinieri e dalla polizia nell’operazione che ha svelato come la “movida” a Reggio Calabria sarebbe controllata dalla cosca Condello della ‘ndrangheta. Panetta, in particolare, era stato candidato per il Movimento fondato da Beppe Grillo alle elezioni comunali del 2014 senza essere eletto.
Secondo quanto scrive il giornale online, Panetta indagato “per associazione mafiosa, lesioni personali, porto illegale di pistola e altri reati” sarebbe stato “uno dei più fidati luogotenenti di Domenico Nucera, il capo della squadra di buttafuori che per conto del clan Condello vigilavano sulla movida estiva e, forse anche per questo, autorizzato a far girare droga nelle notti reggine e ligio al dovere quando c’è stato da “vendicare” l’affronto a uno dei gestori del Niù, con un’aggressione terminata con una gambizzazione. Tutte accuse che gli sono costate prima il fermo per ordine dei pm Stefano Musolino, Giovanni Gullo, Sara Amerio e Walter Ignazitto e poi un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Massimo Minniti“.
Polemica, poi, sulle doti divinatorie dei pentastellati, che sottolineano che Panetta “come tutti ha dovuto presentare il casellario giudiziale e il certificato carichi pendenti”. Il quotidiano calabrese obietta però che “il primo documento dia conto solo delle condanne riportate e il secondo solo dei procedimenti in cui il diretto interessato è imputato. Nessuno dei due dunque è in grado di svelare se un soggetto sia indagato e per quale reato. Allo scopo è necessaria la cosiddetta certificazione delle iscrizioni nel registro delle notizie di reato (più nota come certificato 335 c.p.p ), ottenibile riempiendo un semplice modellino da consegnare poi nell’apposito ufficio in Procura, senza neanche apporre una marca da bollo”.
Documento non secondario in questo caso: “dall’ordinanza che lo ha spedito dietro le sbarre emerge infatti che l’ex candidato grillino vanta una recidiva semplice infraquinquennale per reati di mafia, di droga e di porto di pistola e una specifica, dunque aggravata, per quello di lesioni – prosegue il Corriere della Calabria -. Traduzione, negli ultimi cinque anni Panetta era già finito nei guai per aver aggredito o picchiato qualcuno”. Quanto all’obiezione per cui “la procedura suggerita nell’articolo – ovvero di fare ricorso alla certificazione delle iscrizioni nel registro delle notizie di reato – non è percorribile per via dei tempi necessari a soddisfare tale richiesta da parte degli uffici giudiziari”, il Corriere della Calabria replica che il certificato in questione “non richiede tempi né maggiori, né minori di quelli necessari per ottenere il casellario giudiziale o il certificato carichi pendenti. Basta che il diretto interessato compili un modellino (in alcune città lo può fare anche on line) e abbia la pazienza di attendere una settimana- dieci giorni”.