La squadra mobile di Reggio Calabria ha arrestato tre scafisti a conclusione delle indagini sullo sbarco di 731 migranti avvenuto il 7 maggio scorso. Quattro di loro hanno raccontato agli investigatori le brutali violenze subite, gli amici e i conoscenti torturati e i familiari uccisi in Libia dove migliaia di migranti vengono rinchiusi in “case” in attesa di essere imbarcati sui gommoni. “Case” che, per la polizia, è più opportuno definire carceri perché è proprio lì che i migranti vengono segregati, controllati a vista da uomini armati e abbandonati con poco cibo e acqua. Su richiesta della Dda, il gip ha convalidato il fermo di Saidou Toure, di 29 anni, originario della Guinea accusato di far parte di un’organizzazione criminale transnazionale, finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dall’Africa verso l’Italia, attraverso il Mediterraneo. In carcere sono finiti anche il ghanese Emmanuel Thompson, 20 anni, e il marocchino Mohamed Bouidi (50 anni). Nel video si vede quest’ultimo che, prima di essere arrestato, ha cercato di mimetizzarsi tra i migranti nel tentativo di eludere le indagini della squadra mobile e spacciarsi come uno dei tanti disperati che attraversano il mare in cerca di una vita migliore. Entrambi gli scafisti sono gravemente indiziati di essere stati al comando delle due imbarcazioni in legno a bordo delle quali hanno viaggiato una parte degli extracomunitari sbarcati al porto di Reggio Calabria dopo essere stati soccorsi in mare dalla nave Aquarius, gestita dalla ong SosMediterranè.