Sul Fatto del 12 maggio, Selvaggia Lucarelli racconta di un nuovo episodio di diffusione di un filmato hot, glorificato ed esaltato dal popolo smargiasso e spietato del web, in cui una coppia fa l’amore mentre viene ripresa da un amico di lui. Il video è diventato virale e il timore (lecito) della Lucarelli è che la sua condivisione, nata dal furto del cellulare (sì va beh), possa generare un caso analogo a quello di Tiziana Cantone, morta suicida otto mesi fa per le medesime dinamiche.
Questo tipo di sberleffo e incitamento brutale da parte di uomini e donne (già, perché la solidarietà femminile fa posto all’omologazione con il divertimento maschile invece di indignarsi) è umanamente ributtante. Eppure, tocca trasversalmente diverse fasce di utenti, anche tra i più inimmaginabili. E dal momento che lo Stato e la società stessa sono ancora incapaci di tutelare e proteggere le vittime di linciaggi mediatici ad opera di voyeur ignoranti, allora resta da seguire un’ultima pista: quella dell’auto preservazione, attenendosi a delle precise precauzioni d’uso.
Così come non si uscirebbe di notte con uno sconosciuto, non si mangerebbe un cibo insolito senza sapere di cosa sia fatto o non si prenderebbe un medicinale senza leggerne le indicazioni, è ora di trattare i telefoni come oggetti capaci di trasformare la vita in un incubo. Così come l’Hiv ha affossato negli anni ottanta il concetto di amore libero, oggi la tecnologia mette in pericolo l’intimità dell’amore.
È indispensabile avere la furbizia di spegnere tutti i cellulari quando si è a letto con il proprio compagno. Perché l’amore si fa in due e il ricordo di quei momenti si custodisce nel cuore, non negli occhi. Non importa quanto siate innamorate, quanto vi fidiate, quanta pressione lui vi faccia per potervi filmare, quanto sincere siano le sue raccomandazioni che il video resterà a suo uso e consumo. Una volta che un pezzo di voi, della vostra intimità verrà conquistata dal vostro partner, diventerà più preziosa di un assegno in bianco e il peso sulla bilancia penderà a vostro svantaggio. E non ci sarà proprio niente che potrete fare quando lui, magari dopo una litigata, con un click impulsivo vi darà in pasto al mondo.
A quel punto sarete perse, perché non importa quanto le persone si professino avanzate o la società si dica progredita rispetto al passato, una donna che fa sesso col suo fidanzato, che lo fa con più uomini, che lo fa con uno che non è suo marito, sarà sempre additata (per ancora buona parte di uomini e donne) come una puttana. E l’uomo, il manzo da omaggiare ed emulare.
È fin troppo chiaro che nella coppia messa in mostra è la donna ad avere tutto da perdere. I genitori che navigano in rete, tanto quanto le figlie adolescenti, hanno un compito fondamentale: parlare, fornire strumenti per riconoscere il mostro, metterle in guardia contro il branco di lupi senza volto che si aggirano tra le pagine di Facebook e che in un attimo, come spettri, possono entrare tra le tranquille pareti domestiche.
Anche i più insospettabili principi azzurri possono trasformarsi in guardoni maligni, e a salvarci dobbiamo pensarci noi stesse.