La metà del consiglio d’amministrazione in carica fa causa all’azienda che amministra. Succede alla Rai che a fine maggio dovrà comparire in tribunale. In quei giorni, infatti, è fissata l’udienza della causa intentata contro viale Mazzini da quattro degli otto consiglieri d’amministrazione: sono Arturo Diaconale, Carlo Freccero, Guelfo Guelfi e Giancarlo Mazzuca. Il motivo della lite intentata dai quattro? In quanto pensionati non percepiscono alcun compenso nonostante le responsabilità del loro incarico e, anzi, sono costretti a pagare di tasca propria l’assicurazione che li protegge da eventuali errori amministrativi.
“Nuovo terremoto alla Rai: Genséric Cantournet, Chief Security Officer di viale Mazzini, si è dimesso dopo infinite polemiche. Tutto è nato con l’intervento dell’Anac di Raffaele Cantone, che ha denunciato un conflitto d’interesse nell’assunzione del dirigente: oggi Cantournet lascia, lo fa con stile, senza sbattere la porta, merce rara in un Paese oltre l’orlo di una crisi di nervi. Si risolve, così, in maniera speriamo indolore, un caso particolarmente delicato di cui dovremo approfondire le conseguenze”, scrivono Diaconale, Freccero, Guelfi e Mazzuca in una dichiarazione congiunta.
“Ma dobbiamo denunciare una situazione paradossale – continuano i quattro – mentre si continua a discutere se sia legittimo o meno il tetto dei 240 mila euro di compenso annuo anche per coloro che rientrano nella categoria degli artisti della Rai, quattro degli otto membri del consiglio, i firmatari di questa lettera, in quanto pensionati, continuano a non percepire alcun compenso, sia pur modesto, anche se sono stati eletti dal Parlamento e nonostante le indubbie responsabilità oggettive del loro incarico. E debbono, anzi, pagare, di tasca propria la polizza annuale dell’assicurazione in grado di proteggerli, economicamente parlando, da eventuali errori amministrativi”.
“In questi due anni – aggiungono – il Cda ha, comunque, continuato a svolgere regolarmente la sua attività nella convinzione che la anomalia fosse tale da imporre di essere affrontata e risolta. Nulla di tutto questo è successo e, quel che è peggio, non c’è ancora nessun segnale all’orizzonte per risolvere la palese ingiustizia. Vorremmo, allora, che si sapesse che proprio la metà del Cda è adesso in causa con la Rai di cui sono amministratori per un semplice motivo: in genere, tutte le vertenze di questo mondo le risolvono i giudici e noi abbiamo sincera fiducia nella giustizia”.