Diventato celebre per il "risalga a bordo", l'ufficiale della Guardia costiera è stato intervistato dall'Ansa: "Non c'è dubbio che la nave sugli scogli l’ha portata il comandante, certo poi la società armatrice non ha contribuito in modo efficace come avrebbe dovuto nelle operazioni di soccorso, né nei confronti del comando di bordo né nei confronti dell’autorità marittima"
“Non mi fa piacere che un uomo vada in prigione, è un fatto molto triste”, ma “è anche vero che la società deve affermare se stessa anche con questa durezza. E’ bene che i cittadini sappiano che i ruoli, gli obblighi, i doveri e gli oneri devono coesistere necessariamente: non si può prendere il buono e scartare l’onere”. Così Gregorio De Falco, l’ufficiale della Guardia Costiera che con il suo “salga a bordo, cazzo” intimò a Francesco Schettino di tornare sulla nave la notte del naufragio della Concordia al Giglio ha parlato ai microfoni dell’Ansa commentando la condanna definitiva a 16 anni di carcere per l’ex comandante.
Riguardo a chi ritiene che la compagnia abbia pagato un prezzo troppo piccolo rispetto alla tragedia che si è consumata De Falco ha commentato: “Le indagini sono nate e si sono sviluppate attorno alla responsabilità dalla quale è conseguita la morte di 32 persone. Non c’è dubbio che la nave sugli scogli l’ha portata il comandante, certo poi la società armatrice non ha contribuito in modo efficace come avrebbe dovuto nelle operazioni di soccorso, né nei confronti del comando di bordo né nei confronti dell’autorità marittima, tuttavia gli esponenti della società hanno patteggiato le pene”.