“Bisogna abolire immediatamente i contributi federali erogti negli Stati Uniti per le auto elettriche“. Sempre pronto al colpo di scena, l’ineffabile Elon Musk non si smentisce mai. E sgancia questa “bomba” durante una conference call con gli analisti dopo aver illustrato i risultati dei primi quattro mesi dell’anno. Una performance tra luci e ombre per la sua azienda, che ha visto aumentare sia il fatturato che le perdite.

Negli Usa esiste un meccanismo, quello dei crediti fiscali, che avvantaggia chi decide di acquistare veicoli elettrici o ibridi con un contributo che arriva fino a 7.500 dollari. A cui, poi, ogni singolo Stato dell’Unione può aggiungere ulteriori sovvenzioni. Come fa ad esempio il più “verde” di tutti, la California, che può mettere sul piatto fino a 7.000 dollari in più per i privati, a seconda del loro reddito e del periodo di immatricolazione. Opzione quest’ultima particolarmente invisa a Musk, visto che proprio a Palo Alto c’è il suo quartier generale.

Il numero uno dell’azienda californiana ha spiegato che il suo marchio non sopravvive grazie a sovvenzioni governative e crediti d’imposta: “gli incentivi ci provocano svantaggi, in quanto Tesla ha raggiunto il successo nonostante gli aiuti e non grazie ad essi”. Una forma di sostegno, insomma, sgradita. E che, secondo Musk, andrebbe ad avvantaggiare soprattutto la concorrenza.

Una concorrenza che avrebbe comunque un escamotage, anche in caso contrario: “Non mi importa se Ford, GM e FCA non venderanno più modelli elettrici se verranno cancellati gli incentivi. Otterranno il vantaggio di abbassare il fatturato e pagare quindi meno imposte che in ogni caso saranno inferiori a quanto perde il Governo con i crediti ottenuti acquistando auto elettriche”, chiarisce tornando al meccanismo americano dei contributi statali.

Insomma, la posizione è chiara. Musk vuole che i membri del Congresso Usa decidano di cancellare il contributo di 7.500 dollari per ogni veicolo elettrico. E che la California faccia altrettanto. Che questi siano d’accordo, è tutto un altro paio di maniche.

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