La Pisana riparte all’attacco sulla questione rifiuti che assilla Roma. “Bisogna fare molta attenzione – ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – perché una politica che ha la pretesa e l’arroganza di portare i rifiuti della Capitale in altri comuni può far scattare una rivolta di chi è contrario”.

“L’idea che si possa andar avanti dicendo ‘tanto i rifiuti li mandiamo in altri comuni’ – ha sottolineato il governatore durante un convegno alla Camera di Commercio – è un’idea non solo tecnicamente complessa ma anche irrealizzabile perché l’Unione Europea vigilia e dà indicazione di lavorare i rifiuti nei luoghi dove sono prodotti”. Parlando della raccolta differenziata e dei propositi della giunta giodata da Virginia Raggi di arrivare al 70% entro il 2022, Zingaretti ha aggiunto che “c’è sempre il problema del 30% che va lavorato e conferito”.

Quindi il j’accuse all’amministrazione: “Senza la Regione che si è fatta carico di aiutare Roma chiedendo aiuto a molte Regioni ed anche paesi esteri, penso alla città di Vienna, oggi la città sarebbe sommersa di rifiuti”. “Perché – ha sostenuto ancora Zingaretti – c’è un assodato, indiscutibile, problema di impianti lavorazione ed anche per un piccolo sito per il conferimento dei materiali residui trattamento dei rifiuti”.

Il pressing della Regione, fattosi più serrato nelle ultime settimane, è cominciato tre mesi fa. In un’intervista a Il Messaggero del 14 febbraio, l’assessore regionale all’Ambiente, Mario Buschini aveva avvisato la sua omologa a Palazzo Senatorio, Giuseppina Montanari, che in assenza di “un piano certo e molto dettagliato” non avrebbe concesso l’autorizzazione alla richiesta di proroga (la scadenza è a giugno) per il trasferimento dei rifiuti indifferenziati all’estero.

A marzo, poi, dalla Pisana arrivava l’ultimatum: in una lettera del 14, Buschini, dava 60 giorni di tempo al Campidoglio per individuare all’interno del perimetro del Comune di Roma un sito alternativo all’impianto di compostaggio a Fiumicino per lo smaltimento dei rifiuti organici.

Pochi giorni fa Zingaretti ha assestato un nuovo gancio. “Il Campidoglio presenti un piano rifiuti adeguato per risolvere l’emergenza entro 22 giorni, non nel 2022”, attaccava il governatore, cui faceva eco Buschini: “I piani rivoluzionari possono essere entusiasmanti, ma la normale e ordinaria gestione quotidiana ha bisogno di scelte concrete, rapide e risolutive”.

Quali sono le posizioni in campo? Le due agende al momento paiono inconciliabili. Da un lato, la Regione vorrebbe individuare un sito fra i 50 a disposizione nell’intera provincia per realizzare un sito adatto per una discarica di servizio da almeno 4,8 milioni di metri cubi totali e chiudere il dossier entro giugno; dall’altro c’e’ il Campidoglio che preferirebbe continuare ad appoggiarsi agli impianti all’estero e in Nord Italia (Emilia Romagna e Friuli) nella speranza di applicare il “piano dei materiali post-consumo”, ridurre la produzione di rifiuti e aumentare la differenziata (invariata negli ultimi 12 mesi), senza aprire altre discariche.

In mezzo ci sono 54 Comuni della Provincia che vanno al voto a giugno e nel 2018 le elezioni regionali, motivo per il quale diventa difficile in questo frangente prendere decisioni poco popolari per la cittadinanza. “Ho ricevuto dalla Città Metropolitana di Roma Capitale una comunicazione per l’individuazione delle aree idonee alla localizzazione di impianti per la gestione dei rifiuti – era l’avvertimento diramato in una nota del 13 maggio dal sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci – difenderemo il nostro territorio con tutte le nostre forze, come sempre. E non permetteremo a nessuno di portare a casa nostra i rifiuti di Roma. Questo deve essere chiaro a tutti. In primo luogo alla sindaca Raggi”.

Oggi ad avvertire il Campidoglio Esterino Montino: “Il nostro territorio non è la discarica di Roma”, ha detto il sindaco di Fiumicino in una conferenza stampa congiunta proprio con Pascucci.

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