Checché ne pensi e ne dica il presidente onorario di Legambiente, onorevole Ermete Realacci, il ddl Falanga (Disposizioni in materia di criteri per l’esecuzione di procedure di demolizione di manufatti abusivi), in via di approvazione definitiva al Senato, è una vera porcheria.
Con la sua gerarchia nelle demolizioni di opere abusive, lascerà intatti gli alloggi abitati. Ma non solo, esso lancia un pessimo segnale all’abusivo potenziale. Tiri pure su subito quattro muri e poi ci vada ad abitare. E’ certo che nessuno lo disturberà.
Che poi, per carità, una gerarchia ci potrebbe anche stare, se però si destinassero risorse adeguate ad effettuare gli abbattimenti di tutti gli immobili abusivi, ma con il ridicolo stanziamento di dieci milioni all’anno il risultato sarà solo quello di cui dicevo prima.
Pochi se ne sono resi conto, però, nel mondo civile, se l’appello contro l’approvazione della norma è stato sottoscritto (oltre che dallo scrivente) solo da Paolo Berdini, Angelo Bonelli, Vittorio Emiliani, Sauro Turroni, Francesco Lo Savio, Vezio De Lucia, Gianfranco Amendola, Luana Zanella, Mario Staderini, Tomaso Montanari, Domenico Finiguerra.
E’ purtroppo l’ennesima dimostrazione che il tema dell’abusivismo edilizio è tutto sommato tollerato dalla gente e i politici si fanno naturali interpreti di questo lassismo. Abbiamo la classe dirigente che ci meritiamo.
Ma non siamo pessimisti, suvvia, magari questa volta hanno ragione i politici che hanno votato la legge, dal Pd a Forza Italia al M5S. Vediamo nei prossimi anni se la norma avrà dato una accelerata alle demolizioni, soprattutto quante case abusive verranno abbattute, e quante ne verranno erette. La norma, infatti, prevede che entro centottanta giorni si costituisca una banca di dati nazionali sull’abusivismo edilizio. Vediamo se siamo i soliti ambientalisti che dicono no a tutto. Oppure se abbiamo ragione noi. Ancora una volta.