“Mi pare che lei abbia ampiamente chiarito. Non mi pare ci siano novità e non ci sono certamente implicazioni per il governo”. Dalla Cina il premier Paolo Gentiloni rompe per la prima volta il silenzio sul nuovo caso Etruria, quello deflagrato dopo le rilevazioni riportate nel libro di Ferruccio de Bortoli secondo cui la sottosegretaria Maria Elena Boschi, da ministro delle Riforme, chiese all’allora numero uno di Unicredit Federico Ghizzoni di comprare l’istituto di cui il padre Pier Luigi era vicepresidente. Nel corso della conferenza stampa al termine della sua missione istituzionale, il presidente del Consiglio ha detto che “la vicenda della sottosegretaria Boschi è nota” e, appunto, non ci sono “novità” né “implicazioni per il governo”. Che nelle scorse settimane non ha preso posizione in modo deciso sulla vicenda.

A dire il vero però le novità ci sono, e non riguardano solo la richiesta indirizzata a Ghizzoni. Infatti, come rivelato da Il Fatto Quotidiano, nel marzo 2014 Boschi convocò addirittura un summit tra il padre, l’allora presidente dell’istituto Lorenzo Rosi e i vertici di Veneto Banca nella sua casa di Laterina perché discutessero su come affrontare le richieste di Bankitalia. E la sottosegretaria, che in passato aveva negato qualsiasi ipotesi di conflitto di interessi nella gestione della vicenda Etruria, mercoledì scorso si è limitata a dire che “la misura è colma” e ad annunciare querele. Non è chiaro però se anche nei confronti dell’ex direttore del Corriere della Serail quale ha detto di essere ansioso di dimostrare in tribunale la bontà delle proprie fonti. Inoltre il ministro Graziano Delrio, sottosegretario all’epoca dei fatti, ha ammesso di aver chiamato il presidente della Popolare dell’Emilia Romagna per chiedere informazioni sulla possibile acquisizione di Etruria.

Lunedì Ghizzoni ha fatto sapere di essere pronto a raccontare tutto se verrà convocato dalla commissione d’inchiesta sul sistema bancario prossima ventura (la Camera dovrebbe dare il via libera la prossima settimana al ddl che la istituisce). Commissione che l’ex premier Matteo Renzi ha detto di attendere con ansia anche se secondo il M5S “la maggioranza la sta facendo slittare sempre di più per arrivare a fine legislatura e quindi non farla lavorare, ma semplicemente dire che l’hanno fatta”. Peraltro Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera che è stato coordinatore nazionale della mozione di Michele Emiliano opposta a quella di Renzi, ha spiegato che il caso Etruria non sarà comunque in cima all’agenda del nuovo organismo e audire Ghizzoni “non è una priorità“.

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