La torre, in seguito alla scossa delle 3.36 del 24 agosto 2016, piombando su un’abitazione, causò la morte di un’intera famiglia, padre, madre e due figli piccoli. Contestati i reati di disastro e omicidio colposo, abuso e omissione di atti d’ufficio
La tragedia poteva essere evitata se, fin dal 2009, fosse stato fatto il possibile per rendere quel campanile più sicuro. Con queste conclusioni, la Procura di Rieti ha terminato le indagini a carico di sette tra tecnici e amministratori che ora rischiano di essere processati per il crollo della vela della torre campanaria della Chiesa dei Santi Pietro e Lorenzo di Accumoli (Rieti). La torre, in seguito alla scossa delle 3.36 del 24 agosto 2016, piombando su un’abitazione, causò la morte di un’intera famiglia, padre, madre e due figli piccoli.
Il procuratore capo di Rieti, Giuseppe Saieva, e i pm Lorenzo Francia e Rocco Gustavo Maruotti, hanno formalizzato e stanno notificando un avviso di conclusione delle indagini in cui contestano, a carico dei 7, i reati di disastro e omicidio colposo, abuso e omissione di atti d’ufficio. I lavori, appaltati dalla Curia di Rieti per consolidare il campanile, secondo quanto ipotizzato nell’atto d’accusa, di fatto non furono compiuti adeguatamente, né progettati né collaudati nonostante già all’indomani del sisma dell’Aquila del 2009 la Sovrintendenza avesse segnalato un preoccupante indebolimento strutturale. Il campanile, ha ricostruito la Procura basandosi su quanto concluso dai periti incaricati di accertare le cause del crollo, si è abbattuto sulla porzione del tetto dell’adiacente edificio comunale ‘sfondando, in caduta, la copertura della casa canonica e due solai della sottostante unità immobiliarè che in quel momento era occupata da Andrea Tuccio, da sua moglie Graziella Torroni e dai loro due figli, Stefano e Riccardo.
Dunque i 7 indagati avrebbero omesso ‘di adottare i doverosi interventi antisismici idonei ad impedire il crollo’. Tra loro c’è anche l’attuale sindaco di Accumoli, Stefano Petrucci, ma non l’allora Vescovo di Rieti, Mons. Delio Lucarelli, la cui posizione è stata archiviata. A Petrucci gli inquirenti contestano l’abuso d’ufficio e l’omissione di atti d’ufficio. Lo stesso provvedimento, per i reati di disastro e omicidio colposo, è stato notificato anche al responsabile unico del procedimento, l’architetto Pier Luigi Cappelloni, collaudatore statico amministrativo dei medesimi lavori, all’architetto Mara Cerroni, ai progettisti e direttori dei lavori, l’ingegnere Alessandro Aniballi e l’architetto Angelo Angelucci, al geometra Giuseppe Renzi e all’ingegner Matteo Buzzi all’epoca dei lavori tecnico della Curia di Rieti. E’ in dirittura d’arrivo anche una seconda inchiesta, avviata sempre dalla Procura reatina all’indomani del sisma, che riguarda il crollo dell’adiacente stazione dei Carabinieri di Accumoli, che, a differenza del campanile, non causò vittime. Lo stralcio, secondo quanto si è appreso, riguarderebbe le posizioni di ulteriori 7 indagati. Per ora nessuna novità sulle inchieste per i crolli di Amatrice dove domenica 28 maggio sarà in visita il premier canadese Justin Trudeau.