La procura di Milano aveva chiesto l’archiviazione lo scorso gennaio per la morte di Domenico Maurantonio, lo studente padovano di 19 anni che il 10 maggio 2015 precipitò dal quinto piano dell’hotel dove alloggiava insieme ai suoi compagni in gita a Milano per l’Expo. E il gip di Milano Paolo Guidi ha accolto la richiesta archiviando l’inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti, come richiesto dai pm Alberto Nobili e Giancarla Serafini.
Il legale dei genitori del ragazzo chiedeva di indagare ancora su sei compagni di classe ma per il gip il giovane era solo quando cadde. Dalle indagini degli inquirenti e della Squadra mobile di Milano, con tanto di consulenza tecnica affidata a tre esperti, era emerso, infatti, che il ragazzo quella sera aveva bevuto molto e fino a tarda notte. Si sarebbe sentito male in camera (una fortissima crisi intestinale), sarebbe uscito dalla stanza e si sarebbe trovato nel corridoio da solo (sono state trovate là anche tracce di feci). In stato confusionale, poi, avrebbe aperto la finestra del corridoio, forse per prendere aria, avrebbe lanciato di sotto i vestiti sporchi e si sarebbe poi sporto dalla finestra e sarebbe caduto accidentalmente, probabilmente per un malore o per un capogiro.
Il legale dei genitori di Domenico, l’avvocato Eraldo Stefani, aveva presentato, invece, un’istanza di opposizione all’archiviazione (discussa in un’udienza lo scorso 22 marzo) chiedendo di indagare ancora su 6 ragazzi come presunti responsabili di ciò che accadde. L’avvocato aveva anche chiesto di comparare un profilo genetico trovato sulla mano del ragazzo che, a detta del difensore, sarebbe stato tenuto fuori dalla finestra per le gambe prima di precipitare.