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Grecia, gli scioperi fermano il Paese. L’Ue impone nuovi tagli mentre per gli altri Stati membri ha scelto la linea morbida

Il Parlamento deve votare una nuova sforbiciata alle pensioni e un abbassamento della soglia di esenzione fiscale in cambio della terza tranche di “aiuti”: 7,4 miliardi che finiranno per la maggior parte nelle casse dei creditori. Intanto la Commissione si prepara a diffondere le raccomandazioni alle altre capitali, in cui non indicherà l'ammontare delle correzioni da fare per rispettare i trattati

Alta tensione ad Atene nella giornata di sciopero generale e manifestazioni contro le nuove misure di austerità per quasi 5 miliardi concordate tra il governo di Alexis Tsipras e i creditori internazionali. I nuovi tagli sono stati imposti al Paese per sbloccare la terza tranche di “aiuti” (7,4 miliardi che finiranno per la maggior parte nelle casse dei creditori) del programma di salvataggio da circa 85 miliardi di euro concordato nell’estate del 2015. Ma arrivano proprio mentre la Commissione Ue e gli altri Paesi membri hanno raggiunto un accordo per ammorbidire l’aggiustamento dei conti pubblici che sarà loro richiesto in futuro. Infatti la settimana prossima da un lato l’Eurogruppo darà il via libera all’esborso in favore di Atene al prezzo di nuove misure lacrime e sangue, dall’altra Bruxelles, come emerso nelle scorse ore, diffonderà le “raccomandazioni” dirette agli altri Paesi (Italia compresa) senza l’indicazione numerica delle correzioni da fare per rispettare i trattati. Lasciando così aperte le porte a nuova flessibilità. Sventato il rischio Le Pen in Francia, in calendario ci sono ancora le elezioni tedesche e, a data da destinarsi, quelle italiane: essere troppo rigidi non conviene a nessuno.

La Grecia, che il proprio ennesimo “salvataggio” l’ha negoziato due anni fa, continua però a fare eccezione. Il Parlamento sta discutendo l’approvazione del nuovo giro di tagli e riforme: dal 2019 saranno colpite nuovamente le pensioni, mentre dal 2020 salirà l’imposizione fiscale. Nel complesso sforbiciate e tasse valgono quasi 4,5 miliardi di euro. Secondo i sindacati e i partiti di opposizione la vita dei greci, già provati da anni di crisi economica e sociale, diventerà in questo modo ancora più difficile. Questa estensione temporale delle misure oltre il termine del piano di salvataggio (giugno 2018) è uno dei bersagli principali delle proteste. Il governo ha raggiunto all’inizio del mese un’intesa con i creditori che consentirà il pagamento di una nuova tranche di aiuti, senza la quale in estate Atene non potrebbe ripagare gli interessi sul debito, tornando nuovamente sull’orlo della bancarotta. L’accordo prevede tra l’altro l’abbassamento della soglia di esenzione fiscale. L’esecutivo ha promesso misure parallele per aiutare i più poveri, come incentivi per la prima casa e finanziamenti alle mense.   misure che potrebbero essere facilitate se Atene supererà gli obiettivi di risparmio prefissati dal piano.

Di qui l’astensione dal lavoro, che ha coinvolto tutte le categorie e paralizzato tutto il Paese, con voli, trasporti pubblici e traghetti da e per le isole bloccati. Incrociano le braccia i lavoratori delle navi e i giornalisti, i controllori del traffico aereo, i dipendenti dell’amministrazione statale, gli insegnanti e i medici. Fermo il trasporto pubblico e chiusi molti musei. Alcuni voli internazionali dovranno essere spostati. Circa 15mila persone hanno manifestato pacificamente nella capitale e altre decine di migliaia nelle altre principali città, da Salonicco a Patrasso, ma verso il termine della marcia un gruppo di dimostranti ha iniziato a lanciare sassi, molotov e petardi verso gli agenti in tenuta antisommossa che presidiavano il Parlamento. La polizia ha risposto con cariche e uso di lacrimogeni, in una scena che ha riportato la capitale greca agli anni peggiori, tra il 2010 e il 2012.

Alla protesta si è unito anche un gruppo di agenti di polizia, che hanno impedito l’accesso a un edificio del ministero delle Finanze. I rappresentanti sindacali dei poliziotti hanno esposto un grande striscione sulla collina di Licabetto, con la scritta in greco e tedesco: “Quanto vale la vita di un poliziotto?”. Adedy, il sindacato dei dipendenti pubblici, in un comunicato si è opposto al “nuovo saccheggio di salari e pensioni e alla svendita di beni pubblici”.

Martedì Alexis Tsipras ha parlato con la cancelliera tedesca Angela Merkel, sollevando la questione cruciale del debito ellenico. Il Fondo Monetario Internazionale ha collegato la sua partecipazione a questa nuova tranche di aiuti proprio all’alleggerimento del debito, ma le posizioni con le altre istituzioni, Ue e Bce, restano distanti. Il debito della Grecia ha raggiunto i 315 miliardi di euro, il 179 per cento del pil.