“Italiani vivono tra topi e container marci. Chi sono? Rom e sinti”. La loro protesta a Montecitorio
Rom e Sinti in piazza davanti a
Montecitorio, nell’anniversario della rivolta dei Rom nel campo di concentramento di
Auschwitz (16 maggio 1944). Per chiedere giustizia per Elizabeth, Angelica e Francesca,
le tre sorelle rom morte bruciate vive nel rogo del camper del 10 maggio scorso nel parcheggio di un centro commerciale a Centocelle a Roma. “La situazione per noi è peggiorata, gli italiani sono sempre più razzisti. E tanta colpa è della politica”, racconta Mujesira. La presidente della Camera,
Laura Boldrini, al termine dell’incontro con una delegazione guidata da
Dijana Pavlovic, attrice e attivista dei diritti dei rom, definisce la questione dell’integrazione dei Rom e dei Sinti “di interesse nazionale”. “È vero che tra di noi c’è chi ruba”, racconta Fiorello Lebbiati, candidato a Lucca come consigliere comunale. “Non lo nego. Ma voglio lottare per cambiare questa situazione di discriminazione”. A Lucca, alla notizia della sua candidatura “me ne hanno dette di ogni. Ma sono sciocchezze e non mi fermeranno”. “Rubano come ruba il sottoproletariato”, dice Marco Brazzoduro, professore di statistica e presidente dell’associazione Cittadinanza e Minoranze. Il 60% dei rom in Italia “è di
cittadinanza italiana“, spiegano dal presidio. “Ma ce lo dimentichiamo”. “E per legge vivono in quelli che sono dei veri e propri campi di concentramento, con i container che stanno marcendo e i topi”, chiosa Brazzoduro.