La prima udienza preliminare dell'inchiesta sui pentastellati siciliani è durata soltanto pochi minuti. Il gup Aiello ha rigettato la richiesta di legittimo impedimento presentata dall’avvocato di Nuti, Mannino e Di Vita. Alla prossima udienza, invece, la procuradepositerà le sommarie informazioni raccolta da 1.200 cittadini che avevano firmato la lista "incriminata"
Pochi minuti, il tempo di rigettare un’istanza di legittimo impedimento e specificare che una decisione arriverà solo dopo le elezioni amministrative. È stata un’udienza lampo la prima convocazione davanti al gup degli imputati dell’inchiesta sulle firme false depositate dal Movimento 5 Stelle alle elezioni comunali di Palermo del 2012. Cinque anni dopo davanti al giudice per l”udienza preliminare, Nicola Aiello, ci sono quattordici imputati: i deputati nazionali Riccardo Nuti, Giulia Di Vita, Claudia Mannino, gli attivisti Samantha Busalacchi, Alice Pantaleone, Stefano Paradiso, Riccardo Ricciardi, Pietro Salvino, Tony Ferrara, Giuseppe Ippolito, i deputati regionali Giorgio Ciaccio e Claudia La Rocca, il cancelliere del tribunale Giovanni Scarpello: e l’ex attivista e avvocato Francesco Menallo.
La prima udienza preliminare è durata soltanto pochi minuti. Il gup del Tribunale di Palermo ha rigettato la richiesta di legittimo impedimento per motivi di salute presentata, via pec, dall’avvocato Domenico Monteleone, che difende i deputati Nuti, Mannino e Di Vita. Secondo il gup la richiesta non era motivata. Agli atti sono stati comunque depositati nuovi documenti, come per esempio la conversazione registrata nel luglio scorso tra un giornalista dello staff M5s alla Camera – Andrea Cottone – e alcuni deputati indagati. Nella registrazione il giornalista denuncia una gestione poco trasparente di Addiopizzo da parte di Ugo Forello, fondatore dell’associazione antiracket e candidato sindaco del M5s alle elezioni amministrative del giugno prossimo. Solo l’ultimo atto di una feroce guerra intestina che da mesi contrappone Forello ai deputati indagati nell’inchiesta sulle firme false.
Ed è anche per questo motivo che la decisione del giudice su un eventuale rinvio a giudizio dei 14 sarà emessa solo dopo le elezioni amministrative. Ad annunciarlo lo stesso gup Aiello. “Considerata l’attività politica svolta da alcuni imputati – ha spiegato in aula – la decisione di un eventuale rinvio a giudizio o di non luogo a procedere sarà emessa solo dopo le elezioni“. Le amministrative saranno l’11 giugno e in caso di eventuale ballottaggio si potrebbe arrivare al 25 giugno.
Sarà invece durante la prossima udienza – fissata dal giudice il prossimo 26 maggio – che la procura di Palermo depositerà le sommarie informazioni raccolte, in attività integrativa di indagine, da 1.200 cittadini che avevano firmato la lista “incriminata“. I 1.200 si aggiungono a quelli già interrogati prima della richiesta di rinvio a giudizio: nell’ultima tranche di sommarie informazioni in oltre 500 avrebbero disconosciuto le firme. In totale dunque le sottoscrizioni ricopiate sarebbero 700. Secondo l’accusa le firme erano state raccolte in moduli che presentavano un errore materiale nel luogo di nascita di un candidato al consiglio comunale. Per risolvere il problema, dunque, gli imputati – all’epoca tutti attivisti del M5s – aveva deciso di ricopiare ad una ad una tutte le sottoscrizioni. Una perizia grafologica disposta dai pm aveva confermato i falsi. Nuti, nel frattempo, aveva depositato in procura una fotografia che lo ritrae a una manifestazione a favore della ricerca sull’autismo nelle ore in cui sarebbero state costruite le firme false, cioè il 3 aprile 2012. Per il deputato, infatti, non c’è la prova della commissione del falso materiale: all’ex capogruppo del M5s alla Camera, si imputa, invece, l’avere fatto uso delle sottoscrizioni ricopiate visto che era lui il candidato a sindaco dei pentastellati a Palermo nel 2012.