Le accuse sono, a vario titolo, di disastro colposo, cooperazione in omicidio colposo, lesioni colpose e violazione delle norme sulla sicurezza. Nel crollo, avvenuto il 9 marzo nel tratto tra Ancona e Loreto, morirono Emidio Diomede e Antonella Viviani
Ci sono anche sei tra dirigenti e funzionari di Autostrade per l’Italia tra i 41 indagati (37 persone fisiche e quattro società) del procedimento per il crollo del ponte 167 sull’A14 all’altezza di Camerano (Ancona) che il 9 marzo costò la vita ai coniugi Emidio Diomede e Antonella Viviani. Tra loro Roberto Tomasi, condirettore generale Nuove Opere, e i responsabili di procedimento, Giovanni Scotto Lavina e Guido Santini. Nell’elenco c’è anche Mauro Coletta, direttore dell’Istituto di vigilanza sulle concessioni autostradali.
Tutti gli indagati comprese le società Autostrade per l’Italia, Pavimental, Delabech e Spea Engeneering, sono stati raggiunti dall’avviso di atto irripetibile, che è un atto di garanzia, per le accuse, a vario titolo, di disastro colposo, cooperazione in omicidio colposo, lesioni colpose e violazione delle norme sulla sicurezza. Per Autostrade per l’Italia sono stati chiamati in causa anche Francesco Paolo Calabria (responsabile Gare), Sergio Paglione (responsabile Area lavori di lotto) e Gianni Marrone (direttore di Tronco).
Per la società in house Pavimental l’avviso ha riguardato l’amministratore delegato Franco Tolentino oltre a Alberto Di Bartolomeo, Alfredo Cullaciati, Vittorio Banella, Mauro Martinelli, Tommaso Scoscia Santoro, Luca Latini, Andrea Cosci, Luca Massara, Giovanni Gallo, Rodolfo De Vecchis, Gennaro Di Lorenzo e Pierpaolo Cappelletti. Quanto alla società di progettazione dei lavori Spea Engeneering, gli indagati sono Raffaele Ricco, Alberto Selleri, Giuseppe Giambalvo, Pasquale Petruzzelli, Francesco Morabito, Antonio Pedna e Francesco D’Alterio. Infine per la Delabech, la ditta che ha materialmente eseguito i lavori, sono stati chiamati in causa, oltre all’amministratore unico Riccardo Bernabò Silorata e al vice Vitantonio Sepe, Stefano Lazzerini, Luigi Ferretti, Pietro Rocchi, Nicola Chieti, Marian Bobian, Roberto Marnetto, Mauro D’Ottavio e Giovanni Proietti.
Parti offese nel procedimento sono i figli delle due vittime, Daniele e Daniela Diomede, e i tre operai della Delabech rimasti lievemente feriti nel crollo del ponte: Emil Cristanel Oprea, Fanel Ilie e Dumitru Scopet.