Un anno dopo la scomparsa di Marco Pannella, il leader dei Radicali è stato ricordato in diverse manifestazioni: la commemorazione istituzionale a Montecitorio, con il convegno Quattro generazioni ricordano Marco Pannella e la giornata di studio di Radio Radicale, con il Partito Radicale Transnazionale. Divisi i Radicali: Emma Bonino e Riccardo Magi alla Camera, Rita Bernardini e Maurizio Turco all’Istituto per la storia del Risorgimento.
Un’eredità importante e controversa, quella lasciata dal fondatore dei Radicali: aveva combattuto le battaglie per l’aborto legale e sicuro, per il divorzio, per l’obiezione di coscienza contro il servizio militare obbligatorio. E ancora contro la pena di morte e per i diritti civili. “Protagonista della politica italiana, personaggio controcorrente“. Così lo ha definito Sergio Mattarella, in un un messaggio inviato al Consiglio generale del Partito Radicale. “Interlocutore spesso scomodo, Pannella, con la sua testimonianza non violenta ha trasceso la dimensione politica nazionale, combattendo battaglie di valore globale. Per la sua passione politica non si è mai risparmiato, anche fisicamente – con decine di scioperi della sete e della fame – diventando coscienza critica del nostro Paese”, continua il messaggio del Capo dello Stato. “Un impegno continuo, che richiede intelligenza e passione, in tutti i continenti. Dialogo e affermazione dello stato di diritto sono obiettivi permanenti”.
Al convengo è intervenuto anche Giorgio Napolitano, che nel suo intervento ha ricordato le “incomprensioni” politiche con il partito di Pannella, in un rapporto caratterizzato da “scontri e incontri, contestazioni reciproche e reciproci riconoscimenti sul piano politico, morale ed affettivo”. Napolitano parla della sua “testimonianza di verità non edulcorata” né dall’enfasi né dalla commemorazione: “Non mancarono da parte mia e del Pci chiusure riduttive e dalla sua parte critiche che riflettevano in particolare una sua tipica tendenza al vittimismo drammatico“.
Il convegno è stato fortemente voluto da Emma Bonino, che si è detta contenta di ricordare Pannella alla Camera dei Deputati: “Marco non è mai stato un extraparlamentare: ha sempre pensato che le istituzioni potessero essere contagiate e riformate dall’interno e credo che questo sia uno dei suoi insegnamenti più importanti da ricordare”. Insieme a lei Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani: “La mancanza di Marco si avverte oggi in maniera ancora più forte, perché in questo anno sono riemerse con drammatica chiarezza alcune delle questioni su cui da tempo aveva lanciato l’allarme” cioè la crisi delle democrazie liberali e il ritorno dei nazionalismi, che “confermano la grande attualità delle analisi di Pannella e delle sue lotte”.
Nel frattempo a Roma l’archivio di Radio Radicale, insieme all’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, ha organizzato una giornata di studio collettivo dal titolo Materiali per lo studio del movimento radicale. Radio Radicale ha anche trasmesso in diretta il ricordo organizzato dal Partito Radicale Transnazionale, di cui Pannella è stato a lungo Presidente del Senato del partito.
Ma le celebrazioni sono avvenute anche al di fuori dalla politica. Teramo, la sua città natale, ha creato un Comitato tecnico scientifico che lavorerà per la “valorizzazione dell’eredità intellettuale e politica di Marco Pannella”. E poi, ovviamente il carcere, simbolo delle sue battaglie per i diritti dei detenuti: il Carcere di Opera ha intitolato il teatro del penitenziario alla sua memoria, lo stesso luogo dove si è svolto il congresso di Nessuno tocchi Caino. Alla cerimonia di intitolazione erano presenti, tra gli altri, Rita Bernardini, Sergio D’Elia e Elisabetta Zamparutti.