Intervistato da Giovanni Minoli nel programma Faccia a Faccia l'esponente Pd dice:: "Mi auguro che rientri al più presto la collaborazione e il coordinamento tra i capi delle procure di Napoli e Roma"
“Procura o polizia giudiziaria responsabili delle fughe di notizie”. Il vice presidente del Csm Giovanni Legnini condivide l’affermazione fatta dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, a proposito della pubblicazione della telefonata tra Matteo Renzi e il padre, pubblicata in esclusiva sul Fatto Quotidiano. E che quando ne è responsabile la polizia giudiziaria c’è una sorta di silenzio-assenso da parte dei pm che procedono.
“Ha ragione Gratteri, che è un grande magistrato ma con cui non sempre sono d’accordo” dice Legnini, intervistato da Giovanni Minoli a Faccia a Faccia su La7 . “Non posso anticipare il giudizio che dovrà dare il Csm, nel caso si dimostrasse il coinvolgimento di uno o più magistrati. Quel che è certo è che falsificare un rapporto di polizia giudiziaria è molto grave” aggiunge risponde l’esponente del Pd alla domanda se si possa parlare di un complotto contro Matteo Renzi per quanto accaduto nell’inchiesta Consip. “Mi auguro che rientri al più presto la collaborazione e il coordinamento tra i capi delle procure di Napoli e Roma” dice Legnini. La procura di Napoli è attualmente guidata da un reggente. La nomina del nuovo procuratore da parte del Csm, ha assicurato Legnini, “arriverà a brevissimo”. Nella “settimana successiva” alle audizioni dei tre candidati selezionati dalla Quinta Commissione, in programma il 29 e il 30 maggio, “si formulerà la proposta”. A Legnini sembra rispondere Roberto Speranza: “Non ci piace un certo senso di impunità che si vede in giro, alle inchieste dei giudici si risponde con rispetto – dice il deputato dal palco di Mdp – non facendo il processo ai giudici e ai giornalisti”.
Gratteri, parlando della sua esperienza trentennale nell’utilizzo delle intercettazioni, a Mixer 24 su Radio 24 aveva spiegato “io ne ho visto la tracciabilità. L’intercettazione è come una canzone, quando si scarica da internet una canzone, si lascia traccia. E io posso controllare l’ora, il minuto, il secondo in cui lei ha scaricato quel disco o quella canzone. La stessa cosa vale per l’intercettazione. Quando lei dal server scarica un file audio sulla pennetta usb nel computer resta traccia”. E aveva aggiunto: “In ogni sala intercettazione d’Italia, di ogni procura, c‘è un responsabile di sala ogni giorno, che è un ufficiale di polizia giudiziaria che risponde al magistrato. Il procuratore è il responsabile della sala di registrazione, e infatti la norma dice che le sale di registrazione devono essere presso la procura. Allora se io vado, vedo esattamente chi ha scaricato il file. L’ufficiale di polizia giudiziaria dirà ‘me l’ha chiesto il procuratore’. Ma se non ha una ricevuta, intanto risponde lui. Quando becchi due o tre così, finisce il gioco”.