Ci sono delle sensazioni e delle emozioni che solo la musica ti può dare. In queste occasioni, le parole non riescono a rendere bene l’idea di quello che si prova. Ascoltando Dardust si ha esattamente questo effetto. Bisogna solo chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare da questi suoni. Dardust è il primo progetto italiano di musica strumentale che unisce il mondo pianistico minimalista con l’elettronica di matrice nord-europea. “Si tratta di un progetto solista. Ma allo stesso tempo mi piace pensarlo come team di soci che lavorano creativamente sul versante suono e immagini per creare questo viaggio cinematico” racconta Dario Faini a Ilfattoquotidiano.it. Per intenderci diciamo che siamo di fronte a un sound crossover dal mood “pop” che spazia da Ludovico Einaudi ai Sigur Ros passando per il nuovo minimalismo dei compositori nord europei Olafur Arnalds e Nils Frahm. Tutto questo contaminato con incursioni ispirate alle suggestioni electro-ambient di Jon Hopkins.
L’artefice di questo progetto è Faini, artista che cerca di trovare un equilibrio tra mondo pianistico ed elettronica. Una carriera fatta di musica, suoni e idee. “Avevo in mente da un po’ di tempo questo progetto. Mi piace stupire l’ascoltatore con le mie performance live. Oltre alla musica ci sono degli effetti visual molto sorprendenti”. Il nome Dardust ha diversi significati. Da una parte è un omaggio a Ziggy Stardust, il celebre personaggio alieno incarnato da David Bowie e dall’altra un tributo al duo Dust Brothers divenuto poi famoso con il nome Chemical Brothers. Da questa associazione nasce il progetto Dardust che in breve tempo si è fatto conoscere e ha riscosso successo aprendo i live di artisti come Salmo, Editors, Of Monster and Men, Thegiornalisti e Levante. “E’ stata una grande esperienza. La gente è rimasta spiazzata da queste performance, sono piaciute. Anche Salmo ha osservato con interesse il live. Devo ammettere che la risposta del pubblico è stata sempre stupefacente e questo per me è un motivo di soddisfazione”. Pianista, compositore e produttore. Dario Faini in giro per l’Italia e l’Europa porta 7, Birth e Slow Is, il suo ultimo lavoro uscito a metà marzo. Una trilogia di lavori scritti e concepiti a Berlino, Reykjavik e il terzo ancora da scrivere a Londra. “Mi piace molto viaggiare e i miei pezzi nascono in maniera incosciente. Mi lascio guidare dall’ispirazione” racconta.
Vederlo live è l’occasione migliore per apprezzare le sue qualità. Spesso suona solo e cattura il pubblico con questi suoni malinconici e profondi. Le contaminazioni elettroniche poi danno il giusto ritmo. Dardust è un ottimo esperimento musicale. Riesce a unire due mondi così distanti e farli suonare bene. Oltre a Faini vanno menzionati anche Carmelo Emanuele Patti e Vanni Casagrande, con cui vengono scritti gli archi e gli arrangiamenti elettronici.
Con più di 700mila ascoltatori mensili e oltre quattro milioni di riproduzioni su Spotify il progetto Dardust si sta espandendo sempre di più. Dopo aver partecipato all’evento Piano City Milano, Faini sarà in giro in Europa e in Italia con il Tour estivo e poi con il Tour finale tra ottobre e novembre. Siamo di fronte a qualcosa di inedito e originale che merita di essere ascoltato. Un progetto multidimensionale che mescola musica diversa proponendo un cocktail di emozioni, suoni e vibrazioni che fanno bene. Le parole per Dardust sono sprecate. Lasciamo parlare la musica.