Il reddito minimo a favore dei cittadini in difficoltà è un diritto, e dovrebbe anche essere un dovere per il buon governo e la buona politica. Sono più di 8 milioni gli italiani poveri, dei quali circa 4 milioni e mezzo vivono in condizioni di povertà assoluta, non possono cioè acquistare il minimo indispensabile per vivere. Ma non sono solo i poveri a soffrire. La situazione italiana è disastrosa: la disoccupazione ufficiale è al 12%, solo il 60% della popolazione è in attività, metà dei giovani non trova lavoro e il sud sprofonda. Le divisioni sociali e territoriali aumentano. Il reddito medio in Italia è oggi inferiore a quello che c’era prima dell’introduzione dell’euro, nel 1999. Tutto questo a causa dell’assurda politica di austerità imposta dall’Europa: questa austerità suicida conviene solo alla grande speculazione finanziaria che prospera sul debito pubblico. Che fare allora? Per combattere veramente la povertà occorre senz’altro garantire ai più poveri un reddito minimo, ma bisogna soprattutto fare ripartire l’economia e il lavoro contrastando l’austerità imposta dall’Unione Europea, dall’euro e dalla grande finanza.
La proposta presentata dai 5 Stelle è quindi non solo benvenuta ma indispensabile. Il progetto dei 5 Stelle va certamente nella giusta direzione. Tuttavia rischia di essere insufficiente. Infatti, i 5 Stelle propongono di finanziare il progetto di reddito minimo (circa 20 miliardi all’anno, in realtà la proposta è presentata come “reddito di cittadinanza”) tagliando le spese pubbliche improduttive, i costi della politica, tassando i giochi d’azzardo e combattendo l’elusione fiscale delle grandi società con sede in Lussemburgo o in Irlanda. Ma è molto probabile che tutto questo non basti. Occorre che il governo emetta qualche decina di miliardi di nuova moneta fiscale per finanziare non solo la lotta alla povertà, ma anche e soprattutto l’espansione dell’economia, l’aumento dei consumi e degli investimenti.
Il problema attuale dell’economia è un problema di domanda e di mancanza di liquidità: i redditi sono bassi, i consumi delle famiglie non ripartono, gli investimenti sono quindi scesi al livello minimo, le banche devono smaltire i crediti deteriorati e fanno credito solo a chi i soldi li ha già. La moneta non circola e l’attività produttiva ristagna. In questa situazione è lo Stato che deve muoversi e intervenire per ridare ossigeno monetario all’economia. Bisogna farla finita con l’austerità. Fare ripartire l’economia e l’occupazione è il vero e unico modo nel medio e lungo periodo di combattere la povertà.
Il progetto lanciato da Micromega prevede proprio che lo Stato emetta una nuova “moneta nazionale”: i Titoli di sconto fiscale. I Tsf sono titoli negoziabili emessi dallo Stato, garantiti dal loro valore fiscale e quindi immediatamente convertibili in euro sui mercati finanziari (proprio come i Bot e i Btp). I Tsf danno diritto a ridurre pagamenti dovuti alla pubblica amministrazione, per tasse, imposte, contributi sociali o pensionistici, tariffe, multe, ecc. I Tsf sono assegnati gratuitamente (e questa è la vera e grande novità) a famiglie, lavoratori, imprese, enti pubblici. I Tsf rappresentano subito denaro per gli assegnatari, perché si possono subito convertire in euro come qualsiasi titolo di Stato.
Però i Tsf saranno utilizzabili per ottenere sgravi fiscali solo dopo due o tre anni dall’emissione. Per esempio, a giugno 2017 si potranno emettere Tsf che saranno utilizzabili a partire da giugno 2019 (quindi due anni dopo). In questo modo, al moltiplicatore del reddito, si dà il tempo di aumentare il Pil, e perciò i conseguenti introiti fiscali, in misura tale da compensare il deficit pubblico che si creerebbe a parità di condizioni con l’emissione dei Tsf.
Insomma: grazie all’aumento della domanda, e quindi grazie alla ripresa della produzione e dei redditi, dopo 2 o 3 anni i Tsf si auto-ripagano. Le emissioni di Tsf genereranno una forte espansione della domanda interna: se per esempio si assegnano alle famiglie Tsf per 90 euro al mese, esse avranno un aumento effettivo del reddito di 90 euro (meno un piccolo sconto, pari al massimo a qualche punto percentuale). A causa dell’aumento dei consumi delle famiglie, della riduzione del cuneo fiscale delle imprese, e dell’incremento degli investimenti pubblici, l’economia riprenderà a marciare.
Così, sarà possibile finanziare non solo il reddito minimo per le famiglie bisognose (che si trovano soprattutto al sud), ma tutti i redditi e l’occupazione. La ripresa avverrà senza aumentare il debito pubblico: cioè senza uscire dall’eurozona, e senza quindi provocare salti nel buio e nuove crisi sociali.
Enrico Grazzini
Giornalista economico e saggista
Economia & Lobby - 23 Maggio 2017
Il reddito di cittadinanza del M5s non basta: per lo sviluppo serve la moneta fiscale
Il reddito minimo a favore dei cittadini in difficoltà è un diritto, e dovrebbe anche essere un dovere per il buon governo e la buona politica. Sono più di 8 milioni gli italiani poveri, dei quali circa 4 milioni e mezzo vivono in condizioni di povertà assoluta, non possono cioè acquistare il minimo indispensabile per vivere. Ma non sono solo i poveri a soffrire. La situazione italiana è disastrosa: la disoccupazione ufficiale è al 12%, solo il 60% della popolazione è in attività, metà dei giovani non trova lavoro e il sud sprofonda. Le divisioni sociali e territoriali aumentano. Il reddito medio in Italia è oggi inferiore a quello che c’era prima dell’introduzione dell’euro, nel 1999. Tutto questo a causa dell’assurda politica di austerità imposta dall’Europa: questa austerità suicida conviene solo alla grande speculazione finanziaria che prospera sul debito pubblico. Che fare allora? Per combattere veramente la povertà occorre senz’altro garantire ai più poveri un reddito minimo, ma bisogna soprattutto fare ripartire l’economia e il lavoro contrastando l’austerità imposta dall’Unione Europea, dall’euro e dalla grande finanza.
La proposta presentata dai 5 Stelle è quindi non solo benvenuta ma indispensabile. Il progetto dei 5 Stelle va certamente nella giusta direzione. Tuttavia rischia di essere insufficiente. Infatti, i 5 Stelle propongono di finanziare il progetto di reddito minimo (circa 20 miliardi all’anno, in realtà la proposta è presentata come “reddito di cittadinanza”) tagliando le spese pubbliche improduttive, i costi della politica, tassando i giochi d’azzardo e combattendo l’elusione fiscale delle grandi società con sede in Lussemburgo o in Irlanda. Ma è molto probabile che tutto questo non basti. Occorre che il governo emetta qualche decina di miliardi di nuova moneta fiscale per finanziare non solo la lotta alla povertà, ma anche e soprattutto l’espansione dell’economia, l’aumento dei consumi e degli investimenti.
Il problema attuale dell’economia è un problema di domanda e di mancanza di liquidità: i redditi sono bassi, i consumi delle famiglie non ripartono, gli investimenti sono quindi scesi al livello minimo, le banche devono smaltire i crediti deteriorati e fanno credito solo a chi i soldi li ha già. La moneta non circola e l’attività produttiva ristagna. In questa situazione è lo Stato che deve muoversi e intervenire per ridare ossigeno monetario all’economia. Bisogna farla finita con l’austerità. Fare ripartire l’economia e l’occupazione è il vero e unico modo nel medio e lungo periodo di combattere la povertà.
Il progetto lanciato da Micromega prevede proprio che lo Stato emetta una nuova “moneta nazionale”: i Titoli di sconto fiscale. I Tsf sono titoli negoziabili emessi dallo Stato, garantiti dal loro valore fiscale e quindi immediatamente convertibili in euro sui mercati finanziari (proprio come i Bot e i Btp). I Tsf danno diritto a ridurre pagamenti dovuti alla pubblica amministrazione, per tasse, imposte, contributi sociali o pensionistici, tariffe, multe, ecc. I Tsf sono assegnati gratuitamente (e questa è la vera e grande novità) a famiglie, lavoratori, imprese, enti pubblici. I Tsf rappresentano subito denaro per gli assegnatari, perché si possono subito convertire in euro come qualsiasi titolo di Stato.
Però i Tsf saranno utilizzabili per ottenere sgravi fiscali solo dopo due o tre anni dall’emissione. Per esempio, a giugno 2017 si potranno emettere Tsf che saranno utilizzabili a partire da giugno 2019 (quindi due anni dopo). In questo modo, al moltiplicatore del reddito, si dà il tempo di aumentare il Pil, e perciò i conseguenti introiti fiscali, in misura tale da compensare il deficit pubblico che si creerebbe a parità di condizioni con l’emissione dei Tsf.
Insomma: grazie all’aumento della domanda, e quindi grazie alla ripresa della produzione e dei redditi, dopo 2 o 3 anni i Tsf si auto-ripagano. Le emissioni di Tsf genereranno una forte espansione della domanda interna: se per esempio si assegnano alle famiglie Tsf per 90 euro al mese, esse avranno un aumento effettivo del reddito di 90 euro (meno un piccolo sconto, pari al massimo a qualche punto percentuale). A causa dell’aumento dei consumi delle famiglie, della riduzione del cuneo fiscale delle imprese, e dell’incremento degli investimenti pubblici, l’economia riprenderà a marciare.
Così, sarà possibile finanziare non solo il reddito minimo per le famiglie bisognose (che si trovano soprattutto al sud), ma tutti i redditi e l’occupazione. La ripresa avverrà senza aumentare il debito pubblico: cioè senza uscire dall’eurozona, e senza quindi provocare salti nel buio e nuove crisi sociali.
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La corsa militare dell’Europa innesca una ondata di vendite sui debiti dei Paesi: su gli interessi
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.