Un "documentario di formazione" laddove si mescola il cinema del reale al genere di finzione Bildungsroman. Protagonista è il 14enne Pio Amato: suo è il punto di vista sulla propria numerosa famiglia e su quanti appartengono alla cerchia estesa, in un territorio contraddittorio, difficile e certamente autoregolamentato da norme raramente vicino alla legalità
Dalla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes arriva un premio per il film italiano A Ciabra di Jonas Carpignano: il Label di Europa Cinemas. Un riconoscimento importantissimo perché sono gli esercenti di qualità ad assegnarlo e il premio consiste nella garanzia agevolata delle sale per uscire nelle nazioni europee in cui il film verrà comprato. Immerso nella comunità Rom di Gioia Tauro, dove il regista è nato e da qualche anno ha deciso di risiedere tornando dall’America, A Ciambra è un “documentario di formazione” laddove si mescola il cinema del reale al genere di finzione Bildungsroman. Protagonista è il 14enne Pio Amato: suo è il punto di vista sulla propria numerosa famiglia e su quanti appartengono alla cerchia estesa, in un territorio contraddittorio, difficile e certamente autoregolamentato da norme raramente vicino alla legalità.
Pio si muove già scaltro da ladruncolo, da negoziatore, ma anche da protettore dei suoi cari. Bella è l’amicizia con la comunità africana di Rosarno, quasi una seconda famiglia. Ma la legge della sopravvivenza lo porterà a delle scelte sempre al limite, come del resto è la sua gente. Jonas Carpignano – formatosi a New York e pupillo di Martin Scorsese che gli ha coprodotto A Ciambra – tiene la mano ferma e personale sul racconto, dimostrando capacità linguistiche e originalità stilistiche. Un premio meritato e che sicuramente gli aprirà nuove porte: già la fondazione Sundance Film Festival ha annunciato di distribuirlo negli Usa mentre la I Wonder lo porterà nelle sale italiane.
“Secondo me parlo abbastanza bene dei Rom, anzi li amo, sono la mia famiglia. È vero faccio vedere certe cose, ma solo il sette per cento di loro ruba, ma al di là di questi fatti, di queste cose nel mio film si capisce che si possono amare. Spero che A Ciambra faccia capire questo” aveva detto il regista cresciuto tra Roma e New York, padre italiano e madre africana. È vero riconosce Carpignano “mi sono imbattuto nella comunità Rom dopo il furto della mia auto. A Gioia Tauro è a loro che devi rivolgerti in questi casi, ma poi è diventata la mia famiglia. Per fare questo film li ho frequentati per circa cinque anni e vado quasi ogni giorno da loro”.
La pellicola riceverà ora il sostegno della rete Europa Cinemas, con ulteriori promozioni e incentivi per gli espositori per estendere la proiezione del film sullo schermo. “Jonas Carpignano è un regista europeo emergente che sa sottolineare il potere e il potenziale magico del cinema, trasportando il pubblico in un ambiente raramente visto, una comunità rom nel sud dell’Italia. Il dialetto che parlano i protagonisti raramente è stato ascoltato sul grande schermo ed è un vero e proprio personaggio del film. Le superbe interpretazioni guidano una narrazione avvincente; lo stile di Carpignano conduce il film verso la vita reale senza fare denunce sociali”.