Erano diretti al monastero di Anba Samuel, non troppo distante dalla città di Minya, dove vive una numerosa comunità copta. Dopo l'attacco, il presidente egiziano Abdul Fattah al-Sis ha dichiarato lo stato di emergenza e ha convocato una riunione con i responsabili della Sicurezza
Un altro attacco contro i copti in Egitto. Dieci uomini armati in divisa militare e a volto coperto hanno affiancato con tre fuoristrada due bus su cui viaggiavano cristiani copti a Minya, a sud del Cairo. Hanno fatto irruzione a bordo del mezzo e hanno aperto il fuoco con armi automatiche, uccidendo almeno 28 persone, tra cui due bambini di 2 e 4 anni, e ferendone 22. Per l’ex portavoce della chiesa copta ortodossa, Anaba Ermya, le vittime sarebbero almeno 35. La strage è avvenuta mentre uno degli uomini filmava il massacro, secondo quanto raccontato da un testimone su Twitter.
Secondo ai media locali, il mezzo era diretto al monastero cristiano di Anba Samuel (San Samuele), non troppo distante dalla città, dove vive una numerosa comunità copta. Dopo l’attacco, il presidente egiziano Abdul Fattah al-Sis ha dichiarato lo stato di emergenza e ha convocato una riunione con i responsabili della Sicurezza. Intanto, le forze speciali egiziane hanno bloccato tutti punti d’ingresso e di uscita da Minya per impedire al commando di fuggire.
Non è il primo attacco alla comunità copta, che rappresenta circa il 10% della popolazione egiziana: il 9 aprile, in occasione della Domenica delle Palme, due bombe – la prima nella chiesa di Tanta, a nord del Cairo, e l’altra all’esterno della basilica di Alessandria – avevano causato 49 morti, ferendo almeno 126 persone. Il doppio attentato era stato rivendicato dall’Isis, che aveva rivendicato anche quello dell’11 dicembre scorso, quando un kamikaze 22enne si era fatto esplodere nella cattedrale di San Marco, al Cairo, uccidendo 27 persone.
“Ora tornerà la paura e con essa di nuovo le chiese blindate“, ha commentato padre Hani Bakhoum Kiroulos, segretario del Patriarcato copto cattolico d’Egitto. E Ahmed Al Tayyeb, il grande imam di Al Azhar, università musulmana sunnita del Cairo, ha definito l’attentato “inaccettabile”, aggiungendo che “mira a danneggiare la stabilità dell’Egitto” e che “ogni musulmano e ogni cristiano lo condanna”.
Messaggi di cordoglio sono arrivati dall’Onu e da diversi Paesi, tra cui anche l’Italia. La sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, ha annunciato che questa notte la Tour Eiffel resterà spenta in segno di lutto. E Dar al Iftaa, l’autorità egiziana che emette gli editti religiosi, ha cancellato le celebrazioni previste oggi alla vigilia dell’inizio del Ramadan, il mese sacro dei musulmani, dopo che il Gran Mufti a capo dell’autorità ha condannato l’attentato. L’attacco non è stato ancora rivendicato, ma tre settimane fa la minoranza religiosa, da tempo nel mirino dei jihadisti in Egitto, era stata nuovamente minacciata dal sedicente Stato islamico, che aveva avvertito i musulmani a non avvicinarsi a raduni di fedeli cristiani, oltre che a sedi governative, militari o della polizia, indicandoli come “obiettivi legittimi” da colpire.