Nelle ultime settimane, l’attenzione intorno a questo artista è cresciuta grazie anche agli elogi pubblici di Roberto Saviano che in un post sulla propria pagina Facebook ha scritto: “Ghali è uno dei maggiori poeti di lingua italiana, un poeta rap". Il rapper racconta il suo nuovo disco al fattoquotidiano.it
Ad alcuni ricorda Jovanotti, ad altri per le movenze e lo stile addirittura Micheal Jackson. Certo, stiamo parlando di paragoni importanti e azzardati. Questo però aiuta a capire la dimensione che sta assumendo il fenomeno Ghali nel panorama musicale italiano e internazionale.
Nato da genitori tunisini, Ghali è il rapper che nell’ultimo anno ha infranto ogni tipo di record. Il suo pezzo più famoso, Ninna Nanna, ha superato cinquanta milioni di visualizzazioni su YouTube. Ha ottenuto un disco di platino in poco più di un mese e soprattutto ha debuttato al primo posto nella classifica mondiale Viral 50 di Spotify. Tutto questo in maniera indipendente, senza affidarsi a nessuna casa discografica ma scommettendo sul proprio team, la Sto Records. Questa è la più grande vittoria di Ghali, ma anche del rap se vogliamo, un genere che con mille difficoltà culturali e generazionali si sta affermando sempre di più nel mercato musicale italiano.
Nelle ultime settimane, l’attenzione intorno a questo artista è cresciuta grazie anche agli elogi pubblici di Roberto Saviano che in un post sulla propria pagina Facebook ha scritto: “Ghali è uno dei maggiori poeti di lingua italiana, un poeta rap. Canta in italiano, accento milanese; canta in francese, accento magrebino. Canta in tunisino. Nei suoi versi c’è uno stile poetico raro, l’eco di una sacralità rituale della parola”. Il suo disco d’esordio, Album, era atteso con tanta curiosità. Ascoltandolo si avverte un salto di qualità sia a livello di contenuti che di suoni. Una menzione speciale in questo senso la merita Charlie Charles, al momento uno dei produttori migliori in Italia, ricercato anche all’estero per i suoi beat elettronici caratterizzati da questi suoni ipnotici e distorti.
“Sentivo l’esigenza di far uscire un disco – racconta Ghali a Ilfattoquotidiano.it – Ho iniziato a scriverlo finito il tour a gennaio, sono stati mesi belli intensi passati in studio a confrontarmi con il mio produttore. È la prima volta che porto a termine un progetto nella mia vita, ho sempre lasciato tutto a metà: relazioni, scuola, il calcio”.
Con questo disco si intuisce l’evoluzione naturale di Ghali dalla sfera rap a quella un po’ più pop. Lo stile però rimane ben definito. La vita, le delusioni, i ricordi e la speranza di farcela con la musica prendono forma tra le note del disco. Un insieme di immagini e tasselli che poco alla volta si integrano e amalgamano tra loro. I titoli dei brani in questo senso sono molto evocativi e costituiscono un filo narrativo che solo all’ultima traccia si avvolge per poi ripartire dall’inizio.
Il richiamo a Micheal Jackson non è scontato. A partire dalla copertina che ricorda Michael, il celebre disco del King of Pop. “Mi sono molto ispirato a lui, è stata una grandissima fonte creativa. Sono molto soddisfatto della copertina che ha realizzato Ozmo, uno dei pionieri della street art italiana riconosciuto a livello internazionale per i suoi lavori. Accanto al mio volto volevamo mettere alcuni simboli o figure molto importanti che mi hanno accompagnato nel corso della mia vita” racconta Ghali.
In queste settimane l’artista sarà in giro in tutta Italia con gli instore, in attesa del tour. La carriera di Ghali fa parte di quelle storie che andrebbero sempre raccontate. Un inno alla perseveranza e alla voglia di mettersi in discussione. Dopo essere uscito dai radar della scena rap italiana, il rapper tunisino è riuscito a ripartire da zero reinventandosi un nuovo personaggio. Nel giro di un anno è diventato uno degli artisti italiani più apprezzati per il suo stile, la sua creatività e i suoi suoni. Ha scombussolato il rap reinterpretandolo con sonorità all’avanguardia.
Il successo e la fama non sembrano però averlo toccato. Resta il ragazzo di sempre con i suoi affetti, le sue amicizie e i suoi valori. “Lo dedico a mia madre, questa è la mia laurea. A mio Zio. Al Dio che mi ha seguito finora, questo è il mio pellegrinaggio”. I paragoni con Jovanotti e Michael Jackson possono aspettare. È riuscito a trovare un equilibrio interiore tra l’essere artista e uomo. Ora è semplicemente Ghali, il figlio di Amel.