Nei primi anni del mio soggiorno romano andavo spesso a visitare il Cimitero degli inglesi, accanto alla Piramide di Caio Cestio. Avevo vent’anni e ogni mio sguardo, vissuto in libertà, esplorava il mondo a 360 gradi. Avevo fatto amicizia con una bambina di cinque anni, Letizia, la figlia del guardiano.
“Tu inventi e io ascolto”, diceva a ogni incontro, “però domani non ti apro il cancello se non prometti di raccontarmi la storia del ragnetto”. Quella che prediligeva e che richiedeva più spesso era la storia di un ragnetto rosso che aveva impiegato l’intero tempo della sua vita ad attraversare la testa di una bimba, cercando di evitare la foresta dei capelli, ognuno dei quali era, per il microscopico ragnetto, imponente come per noi le querce secolari (i ragnetti rossi, piccoli come un granello di polvere, si sa, vivono un giorno soltanto).
“In quel giorno, lungo un’intera vita, l’animaletto aveva deciso di passare da un lato all’altro della testa di una bambina proprio come te. Voleva esalare l’ultimo respiro tra le sopracciglia della bambina guardando l’intenso azzurro dei suoi occhi. Il fatto è che nulla lo spaventava e si era subito avventurato a scalare i dirupi delle trecce, col pericolo di venir stritolato ogni volta che la bimba, per motivi suoi, muoveva il capo, causando uno spaventoso aggrovigliamento dei capelli”. “Guarda se lo vedi”, mi diceva ingenuamente, indicando la propria nuca.
Quella bimba, oltre ad ascoltare con grazia le mie fiabe, conosceva tutto del cimitero e mi aveva fatto individuare le tombe di uomini illustri, come il figlio di Goethe, Antonio Gramsci.
La bimba assumendo un’aria solenne, fiera di essere lei a raccontare qualcosa che io non sapevo, mi aveva indicato la frase scritta sulla lapide della tomba di Antonio Gramsci e l’aveva letta alla perfezione dopo avermi comunicato che Antonio quelle parole le aveva pronunciate davanti a un tribunale fascista: “Sono pronto anche a morire per una società più giusta”. Lei i morti ospiti del piccolo cimitero del quale il padre era il guardiano, li chiamava per nome. Il poeta Keats, offriva ai visitatori la vista soleggiata della sua tomba con la famosa scritta ricavata da un suo verso: “Il mio nome è scritto sull’acqua”.
Inoltre, la bambina era a capo di una banda di ragazzini che rendevano giustizia, ogni giorno, alle eccessive diversità e agli squilibri che esistevano anche tra le varie tombe. C’erano, tra i morti, le stesse ingiustizie che caratterizzano i vivi. Alcuni avevano tombe monumentali e marmoree, con fiori di ogni specie, altre erano spoglie e abbandonate. I ragazzini distribuivano i fiori con diverso equilibrio, coprendo le tombe deserte con parte dei fiori presi dalle tombe dei ricchi.
Così, il cimitero esprimeva l’incanto di un’equa distribuzione floreale, in attesa che analoga giustizia venisse fatta anche coi vivi. L’evento straordinario che desidero brevemente narrare è che, dopo 50 anni, due giorni fa ho avuto un forte desiderio nostalgico di tornare a visitare l’ordinatissimo piccolo cimitero degli inglesi e ogni tomba aveva un bell’ornamento floreale e una donna matura era intenta a completare l’equa distribuzione dei fiori tra tutte le tombe. Sono rimasto a lungo a osservare quella donna che sicuramente era Letizia, la piccola bimba amica del cuore che avevo frequentato mezzo secolo prima. Non mi sono accostato a lei, ma tornerò
L’ultima volta che ero venuto a salutarla, prima di trasferirmi in Unione Sovietica, aveva sei anni e senza interrompere il suo sorriso confidenziale mi aveva chiesto: “E tu cosa vuoi che faccia scrivere sulla tua tomba?”. E dal tono della sua voce, assolutamente naturale, avevo percepito la rara dote dei bambini di rimanere equidistanti da qualsiasi argomento. Per non deluderla, mentre i suoi occhi divenivano nell’attesa della mia risposta sempre più azzurri le ho risposto: “Sulla lapide della mia tomba io voglio che ci sia scritto ‘Torno subito’“.
Silvano Agosti
Regista e scrittore
Società - 27 Maggio 2017
Cimitero degli inglesi a Roma, dove i nomi sono ‘scritti sull’acqua’
Nei primi anni del mio soggiorno romano andavo spesso a visitare il Cimitero degli inglesi, accanto alla Piramide di Caio Cestio. Avevo vent’anni e ogni mio sguardo, vissuto in libertà, esplorava il mondo a 360 gradi. Avevo fatto amicizia con una bambina di cinque anni, Letizia, la figlia del guardiano.
“Tu inventi e io ascolto”, diceva a ogni incontro, “però domani non ti apro il cancello se non prometti di raccontarmi la storia del ragnetto”. Quella che prediligeva e che richiedeva più spesso era la storia di un ragnetto rosso che aveva impiegato l’intero tempo della sua vita ad attraversare la testa di una bimba, cercando di evitare la foresta dei capelli, ognuno dei quali era, per il microscopico ragnetto, imponente come per noi le querce secolari (i ragnetti rossi, piccoli come un granello di polvere, si sa, vivono un giorno soltanto).
“In quel giorno, lungo un’intera vita, l’animaletto aveva deciso di passare da un lato all’altro della testa di una bambina proprio come te. Voleva esalare l’ultimo respiro tra le sopracciglia della bambina guardando l’intenso azzurro dei suoi occhi. Il fatto è che nulla lo spaventava e si era subito avventurato a scalare i dirupi delle trecce, col pericolo di venir stritolato ogni volta che la bimba, per motivi suoi, muoveva il capo, causando uno spaventoso aggrovigliamento dei capelli”. “Guarda se lo vedi”, mi diceva ingenuamente, indicando la propria nuca.
Quella bimba, oltre ad ascoltare con grazia le mie fiabe, conosceva tutto del cimitero e mi aveva fatto individuare le tombe di uomini illustri, come il figlio di Goethe, Antonio Gramsci.
La bimba assumendo un’aria solenne, fiera di essere lei a raccontare qualcosa che io non sapevo, mi aveva indicato la frase scritta sulla lapide della tomba di Antonio Gramsci e l’aveva letta alla perfezione dopo avermi comunicato che Antonio quelle parole le aveva pronunciate davanti a un tribunale fascista: “Sono pronto anche a morire per una società più giusta”. Lei i morti ospiti del piccolo cimitero del quale il padre era il guardiano, li chiamava per nome. Il poeta Keats, offriva ai visitatori la vista soleggiata della sua tomba con la famosa scritta ricavata da un suo verso: “Il mio nome è scritto sull’acqua”.
Inoltre, la bambina era a capo di una banda di ragazzini che rendevano giustizia, ogni giorno, alle eccessive diversità e agli squilibri che esistevano anche tra le varie tombe. C’erano, tra i morti, le stesse ingiustizie che caratterizzano i vivi. Alcuni avevano tombe monumentali e marmoree, con fiori di ogni specie, altre erano spoglie e abbandonate. I ragazzini distribuivano i fiori con diverso equilibrio, coprendo le tombe deserte con parte dei fiori presi dalle tombe dei ricchi.
Così, il cimitero esprimeva l’incanto di un’equa distribuzione floreale, in attesa che analoga giustizia venisse fatta anche coi vivi. L’evento straordinario che desidero brevemente narrare è che, dopo 50 anni, due giorni fa ho avuto un forte desiderio nostalgico di tornare a visitare l’ordinatissimo piccolo cimitero degli inglesi e ogni tomba aveva un bell’ornamento floreale e una donna matura era intenta a completare l’equa distribuzione dei fiori tra tutte le tombe. Sono rimasto a lungo a osservare quella donna che sicuramente era Letizia, la piccola bimba amica del cuore che avevo frequentato mezzo secolo prima. Non mi sono accostato a lei, ma tornerò
L’ultima volta che ero venuto a salutarla, prima di trasferirmi in Unione Sovietica, aveva sei anni e senza interrompere il suo sorriso confidenziale mi aveva chiesto: “E tu cosa vuoi che faccia scrivere sulla tua tomba?”. E dal tono della sua voce, assolutamente naturale, avevo percepito la rara dote dei bambini di rimanere equidistanti da qualsiasi argomento. Per non deluderla, mentre i suoi occhi divenivano nell’attesa della mia risposta sempre più azzurri le ho risposto: “Sulla lapide della mia tomba io voglio che ci sia scritto ‘Torno subito’“.
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Roma, 8 mar (Adnkronos) - "Non c’è molto da dire, se non che mi vergogno e che mi dispiace molto. Il Pd è germogliato dalle tradizioni più alte e più nobili della storia politica del Paese. Ha nel suo dna l’europeismo. Ed è di tutta evidenza che non può essere questo il nostro posizionamento". Lo scrive sui social Pina Picierno rispondendo alle proteste sui social per il post del Pd sulla questione del piano di Difesa Ue in cui si legge 'bravo Matteo' a proposito delle posizioni di Matteo Salvini.
"Mi vergogno, infatti. E sono allibita", aggiunge la vice presidente del Parlamento europeo.
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "Ma vi siete bevuti il cervello Elly Schlein? Vi mettete a scimiottare Salvini. I riformisti sono vivi? Hanno qualcosa da dire? Paolo Gentiloni, Lorenzo Guerini certificate la vostra esistenza in vita al netto di Pina Picierno e Filippo Sensi". Lo scrive sui social Carlo Calenda, rilanciando un post del Partito democratico sulla questione del piano di Difesa Ue in cui tra l'altro si legge 'bravo Matteo' a proposito delle posizioni di Salvini.
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "In Italia si aggira un tizio - si chiama Andrea Stroppa - che rappresenta gli interessi miliardari e le intrusioni pericolose di Elon Musk. Dopo avere espresso avvertimenti vagamente minatori e interferito sull’attività di governo, questo Stroppa ha insultato due giornalisti, Fabrizio Roncone e la moglie Federica Serra, con il metodo tipico dell’intimidazione". Lo dice il senatore del Pd Walter Verini.
"Esprimiamo solidarietà ai due giornalisti. E ci chiediamo anche cosa aspetti Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio di questo Paese, a far sentire la sua voce contro queste ingerenze, questi attacchi, questi tentativi di intimidazione a giornalisti e giornali”, aggiunge il capogruppo Pd in Antimafia.
Roma, 8 mr (Adnkronos) - "Mentre il dibattito politico italiano viene inevitabilmente attratto dalla demagogia, da Trump arriva un’altra sberla: l’ipotesi del ritiro di 35.000 soldati americani dalla Germania. Si va di cigno nero in cigno nero, ma tutto questo sembra non ridestare dalla bolla della politica politicante il governo". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, vicepresidente di Italia Viva.
"Oggi il Capitano ha animato i suoi gazebo nei fatti contro la linea della Premier e dell’altro Vicepremier (che dovrebbe essere il Ministro degli Esteri). Di fronte a questi scenari, serve un soprassalto di responsabilità. Oggi - aggiunge Borghi - di fronte agli sviluppi della guerra in Ucraina e alla svolta anti-Nato di Trump sono in gioco le nostre libertà democratiche: questo è il tema chiave di questi anni".
Washington, 8 mar. (Adnkronos) - E' stata eseguita tramite fucilazione la condanna a morte di Brad Keith Sigmon, che aveva scelto il plotone di esecuzione alla sedia elettrica e all'iniezione letale, i metodi adottati dalla South Carolina per le pene capitali. La Corte Suprema dello Stato aveva rifiutato l'ultima richiesta di sospensione dell'esecuzione, la prima tramite fucilazione eseguita negli Stati Uniti in 15 anni.
Il legale dell'uomo, condannato a morte per l'omicidio dei genitori della sua ex fidanzata con una mazza da baseball, ha spiegato al Washington Post che il suo assistito ha scelto il plotone di esecuzione perché "ha paura" ed è preoccupato per le possibili sofferenze provocate dall'iniezione letale, il cui procedimento, ha aggiunto il legale, viene "tenuto segreto".
Secondo quanto riferiscono i media americani, un plotone di esecuzione di tre agenti ha sparato all'uomo da una distanza di circa 4,6 metri all'interno del Broad River Correctional Institution nella capitale dello stato Columbia.
I giornalisti che hanno assistito all'esecuzione da dietro un vetro antiproiettile hanno affermato che Sigmon indossava una tuta nera con un piccolo bersaglio rosso fatto di carta o stoffa sul cuore. In una dichiarazione finale letta dal suo avvocato, Gerald King, Sigmon ha dichiarato di voler inviare un messaggio di "amore e un invito ai miei fratelli cristiani ad aiutarci a mettere fine alla pena di morte".
Al condannato è stato quindi messo in testa un cappuccio e circa due minuti dopo il plotone di esecuzione, composto da volontari del South Carolina Department of Corrections, ha sparato attraverso fessure in un muro.
Da quando è stata reintrodotta la pena di morte negli Usa nel 1976 sono state eseguite solo tre condanne a morte per fucilazione, tutte nello Utah, nel 1977, nel 1996 e nel 2000.
Roma, 8 mar. (Adnkronos) - “Il risultato record raggiunto con il 2x1000 per il 2024 consente al Partito democratico un investimento straordinario sui territori: questa settimana abbiamo inviato oltre un milione di euro alle nostre articolazioni regionali e provinciali, che si somma alle 440.000 euro già anticipate. Si tratta solo del 70% di quanto pattuito, in quanto lo Stato non ha ancora trasferito l’intero 2x1000 spettante ai partiti politici. Ma noi invieremo comunque entro marzo il restante 30%, superando in totale i 2 milioni di euro relativi al solo 2024. Se sommiamo queste risorse al mezzo milione di euro trasferito lo scorso anno, possiamo calcolare che, in questi due anni di segreteria, il Pd nazionale ha trasferito ai territori più del doppio delle risorse trasferite negli otto anni precedenti sommati insieme, cioè dalla fine del finanziamento pubblico al 2022". Lo sottolinea il tesoriere del Pd, Michele Fina.
"Oggi -aggiunge- possiamo farlo perché sta arrivando a compimento una grande opera di risanamento del nostro bilancio, ma soprattutto perché abbiamo fatto fin dall’inizio una scelta precisa: investire per sostenere la partecipazione, l'attività politica e, in ultima istanza, la democrazia nel Paese. Abbiamo unito tutti i livelli del partito in un unico sforzo corale. Per questo nel 2024 siamo risultati il primo partito in assoluto con 10.286.000 circa di risorse, con una crescita di 3 milioni in due anni e ben 628.000 contribuenti che ci hanno scelto. È il dato più alto della nostra storia”.
“In un tempo in cui -le democrazie liberali sono messe in discussione dalla prepotenza finanziaria di plurimiliardari stranieri e dalla forza economica delle big tech, il Partito democratico -aggiunge la segretaria Elly Schlein- riparte dai territori, dal coinvolgimento della base, dal riacquisto e riapertura delle sedi, dalla formazione politica".
Roma, 8 mar. (Adnkronos) - "Incredibile come nel caso del ricorso del clandestino trasportato sulla nave ‘Diciotti’, il pubblico ministero della Cassazione abbia dato torto all’immigrato con una motivata requisitoria, chiedendo il rigetto della domanda. La Cassazione in totale difformità della richiesta invece ha accolto il ricorso con una ordinanza che di giuridico pare avere ben poco. Infatti stravolgendo un principio costante, in assenza di una qualsiasi prova afferma che il danno morale subito dal clandestino va supposto, senza la necessità di esser provato. Quindi i famigliari delle vittime di un incidente sono tenuti a dar prova del danno morale subito, l’immigrato no! È incredibile come la Cassazione non abbia nemmeno indicato i criteri per la determinazione del danno. Una ordinanza che di giuridico ha molto poco. Siamo al fanta-diritto. All’uso politico della giustizia elevato alla massima potenza". Lo afferma Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato.
"Peraltro -aggiunge- la ‘suprema’ Corte è poco suprema perché ha persino scritto nella sentenza 1989 invece di 2019. Dico alla presidente della Cassazione che poi le sue minacce ci lasciano indifferenti. Loro possono scioperare contro lo Stato e la legalità repubblicana. E noi non potremmo dire quello che pensiamo? Lo ripeto: siete contro la separazione dei poteri, siete fuori dalla legge. La magistratura da risorsa è diventata malattia per il Paese”.