Il presidente Usa e la cancelliera tedesca hanno cancellano le rispettive conferenze stampa finali. Sul commercio ci sarà una dichiarazione condivisa, mentre per quanto riguarda la difesa dell'ambiente solo Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna e Italia si impegnano a rispettare l'accordo di Parigi: il nuovo inquilino della Casa Bianca deciderà "la prossima settimana" se tirarsi indietro. Macron morbido: "Fatti progressi"
La discussione su come contrastare i cambiamenti climatici? “Molto insoddisfacente“. Parola di Angela Merkel, esasperata dal rifiuto di Donald Trump di impegnarsi al rispetto dell’accordo di Parigi sulla lotta al riscaldamento globale. La seconda e ultima giornata del G7 di Taormina non è andata meglio della prima. La presidenza italiana rivendica come un successo il fatto che nel comunicato finale, firmato anche dall’inquilino della Casa Bianca, ci sarà un riferimento alla “lotta al protezionismo” e all’impegno “a mantenere aperti i mercati”: del resto è l’unica vittoria nel panorama di un vertice che di risultati ne ha prodotti pochi. Anche sull’immigrazione ci sarà un documento condiviso, ma all’insegna del compromesso al ribasso: il riconoscimento dei diritti dei migranti sta insieme a quello dei Paesi riceventi a “controllare i confini e fissare chiari limiti ai livelli netti di immigrazione”. Emmanuel Macron ha detto che “c’è voglia di avere una politica diversa dal punto di vista migratorio, a favore di una politica comune per la gestione delle richieste d’asilo e della gestione dei paesi terzi” e per questo serve “una riforma di Dublino”, il regolamento Ue secondo il quale il migrante deve restare nel Paese in cui ha fatto richiesta di asilo politico. Ma il problema è ancora una volta rinviato.
Sul clima, invece, stallo totale: il testo dei sette riporterà solo l’impegno dei leader di Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna e Italia a rispettare il piano d’azione concordato a Parigi nel 2015, mentre gli Stati Uniti riaffermeranno che dopo l’elezione di Trump “è in corso una rivalutazione della loro politica climatica”. “Prenderò la mia decisione sull’Accordo di Parigi la prossima settimana!”, ha twittato il tycoon, che come è noto sta demolendo tutte le politiche in materia messe in piedi dal predecessore Barack Obama. La cancelliera tedesca ha commentato dicendo appunto che “l’intera discussione” su questo tema “è stata difficile, o piuttosto molto insoddisfacente” visto che “non ci sono segnali finora se gli Usa rimarranno all’interno dell’accordo oppure no” e la mancanza di progressi su questo “significa che non c’è base comune su un importante accordo internazionale”. Più morbido Macron: secondo il presidente francese “le discussioni sono state ricche”, “sono stati fatti progressi e c’è stato un vero scambio” che ha evitato “disaccordi troppo profondi”. Trump “è una persona pragmatica“, ha sottolineato ancora Macron auspicando che “possa prendere coscienza delle sfide che rappresenta il clima anche a livello economico per gli Stati Uniti”.
Sul commercio ci sono state “discussioni molto dure” ma “penso che abbiamo trovato una soluzione ragionevole”, ha detto Merkel. “Ci impegniamo a un sistema basato sulle regole. E vogliamo far sì che il Wto abbia successo. Insieme manterremo i nostri mercati aperti rifiutando il protezionismo, ma anche le pratiche commerciali scorrette“, ha aggiunto. Le presunte “pratiche scorrette” sono però state anche al centro di un mini caso diplomatico tra Berlino e Washington: Der Spiegel ha riportato che Trump, a un incontro con i vertici Ue, ha detto: “I tedeschi sono cattivi, molto cattivi”. Poi l’amministrazione Usa ha fatto sapere che Trump ha chiarito: “Non ho un problema con la Germania, ho un problema con il commercio tedesco”, in particolare con l’eccessivo surplus del Paese.
In questo quadro sia l’inquilino della Casa Bianca sia la Merkel. che venerdì hanno avuto una discussione definita “vivace e franca” dalla cancelliera, hanno cancellato la conferenza stampa prevista alla fine del vertice che si chiude. Il presidente Usa, terminati i lavori, lascerà Taormina in elicottero diretto alla base di Sigonella, dove prima di partire parlerà ai militari americani e farà il punto sul suo primo viaggio all’estero iniziato la scorsa settimana da Riad. Al suo posto parleranno con i giornalisti il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca McMaster e il direttore del Consiglio economico Gary Cohn. La cancelliera tedesca invece avrà solo un breve colloquio con i giornalisti suoi connazionali, non con la stampa internazionale.
Alle 15 ha parlato invece da Taormina il premier italiano Paolo Gentiloni, che si è detto “molto soddisfatto del modo in cui l’Italia, la Sicilia e Taormina si sono presentati in questo vertice”. “Voglio anche ringraziare il presidente Renzi”, ha detto, “che ha avuto l’idea di fare qui il G7 e ha funzionato alla grande, si è rivelata un’idea vincente”. Poi Gentiloni ha detto di aver trovato Trump “molto dialogante, molto curioso. Con una capacità e una volontà di interloquire e di apprendere da tutti gli interlocutori. L’ho visto con i leader africani e, credeteci o no, interessato anche a quello che i diplomatici chiamano drafting, ‘cambiamo questa parola o questo aggettivo’. Interessante. Del resto anche per lui era la prima volta”.
Dopo Gentiloni hanno parlato il premier giapponese Shinzo Abe, Macron e il canadese Justin Trudeau. Theresa May, invece, ha lasciato Taormina già ieri sera.