Si sgonfia il “regalo di primavera” alle banche in crisi. Passa, invece, la norma che dal 2018 elimina le monetine da 1 e 2 centesimi di euro. La commissione Bilancio della Camera sta votando gli emendamenti alla manovra correttiva. E tra le proposte che hanno avuto il via libera, oltre alla nuova disciplina del lavoro occasionale osteggiata da Mdp, c’è l’allentamento della stretta sull’Aiuto alla crescita economica (Ace) da cui derivava un forte effetto positivo sui conti delle imprese reduci da consistenti ricapitalizzazioni e forti perdite. Come Mps, che grazie alla riduzione dell’Ace e al conseguente allargamento della base imponibile avrebbe avuto un vantaggio pari a 891 milioni in termini di recupero di crediti fiscali differiti (Dta).
La riformulazione dell’emendamento a prima firma Sergio Boccadutri (Pd) alleggerisce l’inasprimento dei criteri per le agevolazioni fiscali alle imprese che investono per ricapitalizzarsi. L’Ace, di per sé, incentiva la capitalizzazione delle imprese permettendo di dedurre dal reddito imponibile un importo corrispondente all’incremento di capitale moltiplicato per un rendimento nozionale prestabilito. Quest’ultimo, già ridotto con la legge di bilancio 2017, era stato ulteriormente diminuito con la prima versione della manovrina. E’ su questo punto che interviene l’emendamento: scompare la riduzione a cinque anni del periodo di riferimento per la determinazione su cui determinare l’aiuto alla capitalizzazione delle imprese e viene rimodulato il coefficiente di remunerazione del capitale a partire dall’ottavo periodo di imposta fissandolo all’1,5%, mentre per il 2017 la percentuale sarà dell’1,6%. In via transitoria, per il primo triennio di applicazione, l’aliquota è al 3% per il periodo d’imposta in corso. Al 31 dicembre 2014, al 31 dicembre 2015, al 31 dicembre 2016 l’aliquota viene fissata rispettivamente al 4%, al 4,5% e al 4,75%.
Via libera, poi, all’emendamento che ferma dall’1 gennaio 2018 il conio delle monetine da uno e due centesimi. Di conseguenza si arrotonderà per eccesso o per difetto al multiplo di cinque centesimi più vicino. Il garante per la sorveglianza dei prezzi verificherà l’impatto della misura, anche se il Codacons già lancia l’allarme paventando “una raffica di rincari a danno dei consumatori”. Le monetine già esistenti restano in circolazione. Il risparmio derivante dallo stop al conio andrà al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato.