Scontro concitato a Otto e Mezzo (La7) tra il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, e la firma dell’Unità, Claudia Fusani. La miccia è il duro j’accuse di Massimo D’Alema sul nuovo patto tra Renzi e Berlusconi in tema di legge elettorale. Critico il commento di Fusani sulle dichiarazioni dello scissionista e, a riguardo, cita il rapporto sulla corruzione in Europa: “L’Italia, come sempre, è penultima. L’Europa chiede che facciamo riforme e la riforma costituzionale era un primo passo verso quella direzione. Forse ci sono stati errori, probabilmente Renzi ha sbagliato nella comunicazione, ma D’Alema cosa ha fatto in questi anni? Ha deciso con altri di andarsene dal Pd e continuano a dire le peggiori cose su Renzi. Ma il male dell’Italia non si chiama Matteo Renzi”. “La riforma costituzionale non c’entra niente con la corruzione” – obietta Scanzi – “Per combattere la corruzione, il Pd può bussare alla porta del M5S e insieme la fanno in tre giorni. Ma a Renzi non frega assolutamente niente di fare una riforma seria sulla corruzione, perché, se gli interessasse davvero, non andrebbe a bussare alla porta di Berlusconi. Voler fare una legge anticorruzione con Berlusconi che senso ha? E’ come voler fare un disco heavy metal con Pupo“. La giornalista dell’Unità ribadisce il suo assunto, ma Scanzi ribatte: “Facciamo una bella battaglia per allungare i tempi di prescrizione: vediamo se sono d’accordo i 5 Stelle e se è d’accordo Berlusconi. Questo chiede la magistratura, non il cambiamento della seconda parte della Costituzione. Dai, Fusani, cosa c’entra la corruzione con l’abolizione finta del Senato?”
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