di Simone Nebbia, Simone Vacatello e Michela Monferrini per Crampi Sportivi
E se da domani, libero, Totti facesse davvero il pescatore, magari insieme all’amico Kobe Bryant? E se facesse il detective privato? O lo scrittore?
Totti e Kobe pescatori – di Simone Nebbia
A quell’ora gli ombrelloni sono ancora chiusi, il mare si carica qualche dubbio a largo e lo viene a discutere verso riva, ma poi si stanca, in fondo non era così importante, si scusa, si gira e se ne torna indietro. La spiaggia è deserta, il mare fa fatica, il sole non ha ancora deciso se apparire o meno. È giunta, l’ora dei pescatori. Due, vicini, ma non abbastanza da incrociare il filo. Quello con il cappellino sembra più esperto, prende la mano dell’altro, ci mette sopra la sua, enorme, e la fissa alla base della canna.
Il biondo ringrazia sottovoce, sembra timido, non ha fatto che qualche uscita con un paio di cugini, ma non hanno preso granché. Fissa la canna nel supporto, si lega l’amo al piede destro, si volta di schiena e lancia in mezzo al mare con un colpo secco, mai visto su nessuna spiaggia. L’uomo con la visiera è sbalordito: “Ma come ci sei riuscito?”
Sorride, il biondo, tra le guance e gli occhi soddisfatto strizza la ruga, gli dice “Ma tu pensi che non ti vedano, i pesci? Sono furbi, mica come noi. Se prendi in mano la canna lo vedono che gliela stai per lanciare. Invece di spalle, coi piedi, ma quando la vedono più”. L’altro non parla, guarda la membrana dell’acqua e mica ci pensava che sotto, qualcuno, stava schierando una difesa per non abboccare. Il biondo tira verso riva, prende il pesce e lo ributta in acqua. Non gli importa di portarselo via. Ma solo di poter dire, sorridendo sottovoce: “Vi ho pescato ancora”.
[Continua a pag. 2 per ‘Totti e Kobe detective privati”]