Il giovane, che ha precedenti per droga ed è già conosciuto ai servizi sociali, è stato segnalato ai Carabinieri da un’amica dopo aver ricevuto un messaggio con la frase finale del gioco: "50esimo giorno, vai su un palazzo e buttati"
Indagato un giovane 19enne nel Biellese per il fenomeno del “Blue Whale“, il cosiddetto gioco del suicidio che invita a una serie di prove sempre più difficili, fino alla sfida estrema di togliersi la vita. Dopo il caso sospetto di Ravenna – protagonista una 14enne – l’attenzione si sposta a Cavaglià, in provincia di Biella, dove risiede il giovane di origine russe indagato per istigazione al suicidio. Il ragazzo è stato segnalato ai Carabinieri da un’amica dopo aver ricevuto un suo messaggio con la frase finale del gioco: “50esimo giorno, vai su un palazzo e buttati”. Le indagini sono alle prime battute e la sostituta procuratrice Mariaserena Iozzo lascia aperte tutte le ipotesi, anche quella che si tratti soltanto di un caso di mitomania. Sul suo profilo social, infatti, figurano molti riferimenti al gioco e fotografie di braccia tagliate che, però, non sono le sue. Il 19enne – che ha precedenti per droga – da tempo era conosciuto da servizi sociali e forze dell’ordine. I carabinieri lo hanno rintracciato a Vercelli, vicino a un’area dismessa.
Continuano gli accertamenti, invece, su un altro caso sospetto, la cui vittima è una 13enne friulana con tagli sulle braccia simili alla balena del “gioco” e modalità simili al caso ravennate. Secondo quanto reso noto dal Procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo, è attraverso l’analisi del contenuto copiato della memoria dei due smartphone che la Procura cerca “una primaria spiegazione”. “Tramite le tracce informatiche – ha detto De Nicolo – contiamo di capire se si sia trattato di una sorta di emulazione e sia stata lei stessa a entrare nella sfida o se qualcuno l’abbia instradata. In questo caso individueremo chi è stato se si trova nel territorio nazionale e lo perseguiremo. Dalla copia dei telefoni potremo ricavare anche eventuali messaggi eliminati di cui resta comunque traccia perché le cancellazioni non sono mai totali”. Una volta fatta chiarezza sull’ipotesi investigativa da seguire, la Procura potrebbe anche decidere di “sentire la ragazzina” nelle forme tutelate per i minori.