Il leader del Cremlino smentisce, ma il presidente francese rilancia, accusando Russia Today e Sputnik di ingerenze. E tocca anche il tema del rispetto della minoranza Lgbt in Cecenia. Comunione di intenti, invece, contro il terrorismo
Doveva essere un incontro per smussare tensioni e punti di vista diversi, ma il rischio è che il faccia a faccia a Versailles tra Macron e Putin abbia avuto un esito opposto. Perché le frizioni tra i due sono state chiare anche in pubblico, durante la conferenza stampa congiunta dopo un appuntamento durato oltre un’ora in più rispetto al previsto. Il tema dello scontro a microfoni aperti è stato la presunta ingerenza di Mosca nelle elezioni presidenziali francesi. Per Macron c’è stata, per Putin assolutamente no. “Non abbiamo mai tentato di influenzare il risultato del voto. Del resto, è impossibile, seguiamo i sondaggi, e abbiamo sempre conosciuto l’opinione della maggioranza dei francesi. Non siamo bambini, siamo persone serie” ha detto il leader del Cremlino. Diverso, molto diverso il punto di vista del presidente francese: “Non si tratta di organi di stampa. Da parte di Russia Today e Sputnik, che non sono dei media ma degli strumenti di interferenza – ha detto Macron – c’è stata un’ingerenza grave durante il processo elettorale di un paese democratico”.
Non solo. Perché l’inquilino dell’Eliseo ha affondato ancor più il colpo parlando dei media russi. “Ho sempre avuto relazioni esemplari con i giornalisti stranieri, a patto che siano dei giornalisti – ha sottolineato il successore di Hollande – Russia Today e Sputnik sono stati organi di propaganda che hanno diffuso controverità infamanti sulla mia persona. Su questo non mollerò di un centimetro“. Parole chiare, che però confliggono con quanto sostenuto da Putin poco prima. Il presidente russo, infatti, a specifica domanda sul tema dell’ingerenza russa ha sottolineato che “non è una questione che abbiamo affrontato. Il presidente francese non ha manifestato alcun interesse rispetto a questa questione e io ancora meno”. Da parte sua, Macron ha tenuto a precisare che ha evocato l’argomento nel corso di una precedente telefonata dopo la sua elezione. “Quando ho detto una cosa, non ho l’abitudine di tornarci” ha detto il presidente. Che ha parlato di altri temi sottoposti all’attenzione del leader del Cremlino, tra cui “il rispetto di tutte le minoranze“, in particolare “Lgbt in Cecenia” e “le ong in Russia”. “Il presidente ha promesso la verità sulle attività delle autorità locali” ha assicurato Macron, precisando che si è “convenuto su una verifica regolare comune”.
Il leader russo, invece, è stato costretto a rispondere sull’accoglienza di Marine Le Pen al Cremlino durante la campagna elettorale per l’Eliseo: “La sua opinione sulla tutela della identità dei popoli europei – ha detto Putin – non sono prive di fondamento. In ogni caso siamo pronti ad accogliere chiunque, ad ogni momento. Se Le Pen ci chiese di accoglierla non vedo perché avremmo dovuto rifiutare – ha aggiunto – Lei anche ha sempre lavorato per l’approfondimento delle relazioni tra i nostri due Paesi”. Quanto ai presunti attacchi di hacker russi contro la campagna presidenziale di Macron, Putin ha detto a chiare lettere che non si possono “trarre delle conclusioni su ipotesi non confermate, la stampa può farlo, non la politica”. Identità di vedute, invece, sulla lotta al terrorismo (“Dobbiamo unire i nostri sforzi” hanno detto entrambi), mentre sulla questione siriana Emmanuel Macron ha chiesto di “organizzare una transizione democratica, assicurando la stabilità del paese”. Tolleranza zero, invece, sull’uso di armi chimiche. “Qualsiasi utilizzo sarà oggetto di rappresaglia e risposta immediata da parte dei francesi” ha detto il leader dell’Eliseo. Punto di vista più analitico quello di Putin: “La nostra posizione è chiara e l’ho ricordato – ha detto – Non si può eliminare il terrorismo distruggendo le istituzioni di Paesi che sono già fragili. Sono certo che potremo arrivare a un successo nella lotta al terrorismo, che si può raggiungere solo se si agisce di concerto contro questa peste del ventunesimo secolo”. Il faccia a faccia è durato più di un’ora rispetto al previsto: “È piuttosto un buon segno” hanno commentato politici ed esperti diplomatici sulle reti all news francesi.
L’incontro era stato organizzato nel palazzo di Versailles per limare le tensioni diplomatiche tra i due Paesi, in particolare sulle situazioni in Siria e Ucraina. Putin è arrivato alle 14.15 locali, con circa mezz’ora di ritardo sul programma iniziale, nella prima visita di un capo di Stato straniero al nuovo presidente francese. Macron lo aspettava e i due si sono dati una cordiale stretta di mano prima di entrare. Macron ha scelto di ricevere Putin non all’Eliseo, sua residenza ufficiale, ma in quella che fu la corte dei re di Francia. Questo perché il palazzo ospita una mostra sulla visita dello zar Pietro il grande nel 1717 e sui 300 anni delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Dopo Versaillles, Putin si sposterà a visitare a Parigi la nuova cattedrale russa ortodossa della Santissima Trinità. La ministra francese degli Affari europei, Marielle de Sarnez, oggi ha ricordato le “differenze” di Parigi con Mosca sui conflitti in Siria e Ucraina. Ha anche sottolineato che le sanzioni europee contro la Russia si spiegano perché Putin “ha fatto qualcosa di totalmente illegale in Crimea“, quando l’ha annessa al territorio del suo Paese, e con le sue azioni nella regione del Donbass. La stessa ministra aveva anticipato che Macron non avrebbe evitato di affrontare nessun tema durante i colloqui, quando le era stato domandato se il presidente avesse intenzione di parlare anche dei diritti degli omosessuali in Cecenia. Amnesty International ha organizzato per oggi una protesta a Parigi in occasione della visita di Putin, per denunciare le violenze contro i gay nella regione.