La sentenza era attesa per questa estate o almeno questo era quello che si diceva un anno fa. Silvio Berlusconi, che più volte aveva lanciato messaggi a Strasburgo, dovrà attendere ancora molto. Il leader di Forza Italia e il governo italiano hanno infatti accettato la proposta della Corte europea dei diritti umani di trattare e decidere del ricorso dell’ex premier contro la legge Severino in un unico grado di giudizio, quello più elevato e la cui sentenza è definitiva. Lo hanno dichiarato all’Ansa fonti ufficiali della Corte di Strasburgo, affermando anche che “è improbabile che i giudici comunichino la sentenza prima di febbraio 2018” ma probabile che possano farlo prima dell’estate dello stesso anno. L’improbabilità che si arrivi a un verdetto entro i primi mesi dell’anno prossimo sul ricorso di Berlusconi contro la decadenza del suo mandato di senatore e la sua incandidabilità, spiega la Corte, è dovuta a numerosi elementi legati alle procedure che devono essere seguite per il grado di giudizio più alto, detto di Grande Camera. Del resto l’ex Cavaliere aveva fatto sapere una ventina di giorni fa che sarebbe stato in prima alle elezioni anche in assenza di una riabilitazione da parte di Strasburgo. E le discussioni sulla legge elettorale, con la data delle elezioni sempre più vicina, ne sono la dimostrazione.  

La Corte deve innanzitutto confermare la sua volontà di “inviare il ricorso in Grande Camera”. Poi deve nominare i giudici, 17, che decideranno del caso e fissare la data per l’udienza. Dato il calendario provvisorio delle udienze è probabile che quella sul ricorso di Berlusconi non si terrà prima di settembre. “È molto probabile che l’udienza sarà fissata dopo l’estate anche perché bisogna dare il tempo alle parti di preparare la propria difesa” indicano le fonti della Corte di Strasburgo. Soprattutto, è stato evidenziato, perché non sarà possibile fare appello contro la sentenza.

Tra l’udienza e la pubblicazione della sentenza, indica la Corte, trascorrono normalmente almeno sei mesi. A rallentare tutta la procedura, spiegano alla Corte, è anche il fatto che a differenza dei gradi inferiori, per quello più alto tutti i documenti – le memorie delle parti, i fascicoli per i giudici, la stessa sentenza, le eventuali opinioni separate dei togati – devono essere tradotti nelle due lingue ufficiali. La procedura non sarà invece rallentata a causa del fatto che il giudice italiano Guido Raimondi, attuale presidente della Corte di Strasburgo, non si pronuncerà sul caso. Raimondi è stato infatti già sostituito da uno dei giudici italiani che fanno parte del gruppo di massimo 5 togati che ogni Paese deve indicare e definiti dalla Corte ‘giudici ad hoc’. In questo caso si tratta del giudice Ida Caracciolo.
La Corte ha inoltre affermato che non sta né rallentando né accelerando le normali procedure che adotta per i casi non prioritari, come quello di Berlusconi. “Il caso è trattato normalmente” dice la Corte.

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