Giustizia & Impunità

Roma, la Raggi sarà testimone al processo Marra. E sul caso nomine: “Dimissioni se rinvio a giudizio? Direi di no”

L'altro imputato è l'immobiliarista Sergio Scarpellini. I giudici hanno disposto che ognuno dei due imputati possa citare 10 testimoni tra quelli indicati nelle liste depositate. E la difesa dell'ex capo del personale del Campidoglio ha scelto la sindaca, che potrebbe essere convocata il 30 giugno. La prima cittadina, interpellata dai giornalisti, ha anche parlato del suo coinvolgimento nell'indagine sulla nomina del fratello di Marra al Turismo e ha detto che, come da codice etico non lascerebbe il posto

Virginia Raggi testimonierà al processo che vede imputati per corruzione l’ex capo del Personale del Campidoglio Raffaele Marra e l’immobiliarista Sergio Scarpellini. I giudici hanno disposto che ognuno dei due imputati possa citare 10 testimoni tra quelli indicati nelle liste depositate. E la difesa di Marra ha scelto anche la sindaca di Roma. “Andrò lì come previsto dalla legge”, ha commentato la sindaca a margine di un convegno. E alla domanda se prende in considerazione le dimissioni in caso di rinvio a giudizio sul caso nomine, ha ribattuto: “Stiamo parlando in questo momento di una cosa che non è attuale e comunque direi di no“. I due infatti sono indagati in un’altra inchiesta, quella sulle nomine dell’amministrazione M5s, in particolare la promozione del fratello Renato alla direzione Turismo, ma “non vi sono elementi di connessione fra i procedimenti”, spiegava il legale della sindaca Alessandro Mancori il 19 maggio, giorno in cui i quotidiani anticiparono la notizia.

La vicenda Marra-Scarpellini è precedente all’elezione della prima cittadina M5s. I due, entrambi agli arresti domiciliari, erano oggi presenti davanti alla seconda sezione penale del tribunale di Roma. Secondo la pm Barbara Zuin e il procuratore aggiunto Paolo Ielo, responsabili dell’inchiesta, Scarpellini avrebbe pagato al funzionario alcuni immobili per corromperlo. Per questo i due finirono in manette il 16 dicembre scorso: l’immobiliarista confermò di aver pagato a Marra parte di un appartamento, perché la sua amicizia poteva aiutarlo sul lavoro. Inoltre, in alcune intercettazioni risalenti all’estate del 2016, l’ex finanziare poi diventato capo del personale del Campidoglio, parlando con la segretaria di Scarpellini, si definiva “a disposizione” dell’imprenditore. Secondo la procura, tra le regalie di Scarpellini a Marra ci sarebbe il pagamento da parte dell’imprenditore di buona parte dell’appartamento nel quale Marra risiede, da lui acquistato nel 2013 dall’Enasarco, e per il quale Scarpellini avrebbe fornito oltre 367mila euro. Nel corso dell’udienza sono state fissate le prossime date del processo: il 20 giugno verranno depositate le trascrizioni delle intercettazioni, il 22 e il 27 saranno convocati i testimoni dell’accusa e il 30 giugno, dalle 13, i primi cinque testi delle difese, tra i quali potrebbe esserci la sindaca.

La Raggi ha precisato che non si dimetterà in caso di rinvio a giudizio per il caso nomine. La sua posizione è difesa anche dal vicepresidente della Camera M5s Luigi Di Maio: dopo aver definito la convocazione della sindaca al processo Marra-Scarpellini come “una normale procedura”, ha anche detto che sulla sua situazione personale si valuterà come da Codice etico. Il testo, approvato a gennaio scorso, prevede che il collegio dei probiviri e il garante (Beppe Grillo) valutino caso per caso la situazione degli eletti coinvolti in procedimenti giudiziari. Le dimissioni “automatiche” sono previste in caso di “condanna, anche solo in primo grado, per qualsiasi reato commesso con dolo”. L’essere coinvolto in un’indagine o il ricevere l’avviso di conclusione delle indagini non “comporta automaticamente il fatto che il caso venga valutato dal collegio e da Grillo. Discorso a parte riguarda i reati d’opinione che sono sempre rimessi alla discrezionalità del Garante e del collegio. In ogni momento e a prescindere dallo stato del procedimento, il leader e i suoi possono invece chiedere l’autosospensione dell’eletto che danneggia l’immagine del Movimento.