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Afghanistan, autobomba nell’area diplomatica di Kabul: 90 morti e 400 feriti

Il mezzo è esploso non lontano dal palazzo presidenziale e dalla sede della missione Nato "Resolute Support" che ha confermato che l’attentato è avvenuto vicino al suo quartier generale. Danneggiato l'ospedale di Emergency. “Chi uccide durante il Ramadan non è degno di pace” e merita di essere “distrutto” dichiara il chief executive del governo afghano, Abdullah Abdullah

Un’autobomba nell’area diplomatica di Kabul ha ucciso 90 persone e ne ha ferite 400, secondo il ministero della Salute. I media afghani, citando fonti della sicurezza, parlano di 1500 kg di esplosivo a bordo di un camion. Il mezzo è esploso non lontano dal palazzo presidenziale e dalla sede della missione Nato “Resolute Support” che ha confermato che l’attentato kamikaze è avvenuto vicino al suo quartier generale nella capitale dell’Afghanistan e di essere impegnata a verificare le condizioni di tutto il suo personale. Molti dei feriti sono stati portati nell’ospedale di Emergency, che ha subito danni per la forza dell’esplosione. Cecilia Strada in un tweet scrive: “il nostro centro a Kabul è stato scosso dall’esplosione. I colleghi stanno bene, sono al lavoro per i feriti; poi vedremo i danni”.

 

Tra le vittime dell’attentato c’è anche Mohammed Nazir, che lavorava come autista per la Bbc. È morto mentre portava alcuni giornalisti in ufficio. Quattro reporter sono rimasti feriti e sono stati portati in ospedale, ma non si ritiene siano in pericolo di vita, secondo la nota dell’emittente. E il canale afghano ToloTv ha annunciato la morte di un impiegato specializzato in tecnologie dell’informazione, Aziz Navin. Decine di veicoli sono stati distrutti dalla detonazione provocata dall’attacco kamikaze e gli edifici intorno al luogo dell’attacco hanno riportato gravi danni, secondo i media internazionali. Danneggiata l’ambasciata francese: allo stato non ci sono informazioni di cittadini francesi tra le vittime. La missione Nato ‘Resolute Support’ ha fatto sapere che fra le vittime della strage ci sono anche tredici membri dell’esercito afghano.

Sinora non c’è rivendicazione da parte di gruppi terroristici. Tra i feriti ci sono anche alcuni dipendenti dell’ambasciata tedesca. “Chi uccide durante il Ramadan non è degno di pace” e merita di essere “distrutto” dichiara il chief executive del governo afghano, Abdullah Abdullah: “Noi vogliamo la pace, ma chi ci uccide durante il Ramadan non è degno di pace. Essi devono essere distrutti e sradicati“.  I talebani hanno negato ogni loro responsabilità. In un tweet il loro portavoce, Zabihullah Mujahid, ha assicurato che il gruppo “condanna ogni attentato come questo che causa vittime civili”. Anche il Consiglio degli ulema afghani (cioè i custodi dei testi sacri) ha condannato l’attacco, affermando che “compiere attentati simili nel mese sacro del Ramadan è totalmente contro l’umanità”.

“Avendo appreso con tristezza dell’abominevole attacco a Kabul e dei molti morti e gravemente feriti, Papa Francesco esprime le sue sentite condoglianze a tutti i colpiti da questo brutale atto di violenza – si legge in un messaggio di cordoglio inviato a nome del Papa dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin all’ambasciatore dell’Afghanistan in Italia. Papa Francesco “raccomanda le anime dei defunti alla misericordia dell’Onnipotente e assicura al popolo afghano le sue incessanti preghiere per la pace”. Anche il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha espresso una dura condanna, ribadendo l’importanza di “intensificare il contrasto al terrorismo e all’estremismo violento”, come afferma in una dichiarazione il suo portavoce Stephane Dujarric: “Gli attacchi indiscriminati contro i civili rappresentano una grave violazione dei diritti umani”.

L’attentato arriva a quattro giorni dall’azione di un kamikaze talebano che aveva segnato l’inizio del Ramadan con 18 vittime. L’attentatore suicida era entrato in azione di prima mattina, vicino alla stazione degli autobus e ad un affollato mercato di Khost City, capoluogo della omonima provincia sud-orientale, facendosi esplodere al passaggio di un convoglio della Forza di protezione di Khost (Kpf), milizia filo-governativa afghana addestrata dalla Cia americana per combattere gli insorti. L’attacco era stato rivendicato da Zabihullah Mujahid, portavoce dell’Emirato islamico dell’Afghanistan (nome sotto cui si riconoscono i talebani).