Polemica serrata a Otto e Mezzo (La7) tra il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, e Roberto D’Alimonte, docente universitario della Luiss e uno degli ispiratori dell’Italicum. Lo scontro consegue al vis-à-vis sulla legge elettorale (guarda il video). “Io devo ringraziare Travaglio” – esordisce D’Alimonte – “Lui mi ha reso famoso, almeno tra i miei studenti e colleghi. L’ultima volta che ci siamo incontrati, in questa stessa trasmissione, io mi sono inventato ‘il paradosso di Travaglio’. E’ il paradosso di chi, votando NO al referendum costituzionale del 4 dicembre, ha riportato in auge Berlusconi”. “Una scemenza ciclopica” – commenta, ridendo, Travaglio – “Il professor D’Alimonte ha sostenuto una riforma costituzionale che era una porcheria, che il 60% degli italiani ha raso al suolo”. “Si legga la sentenza della Corte”, ripete a mo’ di mantra D’Alimonte. “Sto parlando della riforma costituzionale” – replica il direttore del Fatto – “non c’entra niente la sentenza della Corte, che riguarda l’Italicum. Capisco che lei ha dei problemi, perché ha sostenuto due boiate in un anno”. “I problemi ce li ha l’Italia”, ribatte il politologo. “Capisco che deve giustificarsi anche davanti ai suoi allievi” – continua Travaglio – “e raccontargli che la colpa è mia. Io non ho scritto né l’Italicum, né la riforma costituzionale. Mi sono limitato a dire che sono due boiate e i fatti mi hanno dato ragione sull’uno e sull’altra. La decisività o meno di Berlusconi dipende dai voti che i cittadini italiani liberamente gli daranno. La democrazia è quella cosa in base alla quale uno porta in Parlamento più o meno tanti parlamentari quanti voti ha preso. Sarebbe la prima volta dopo tanti anni che avremo un Parlamento scelto dagli italiani. Capisco che le dia fastidio perché cercava di non farci più eleggere il Senato e di mandare alla Camera i nominati coi capilista bloccati”. Il direttore del Fatto, infine, si pronuncia sulle conseguenze delle elezioni anticipate: “Non succederà nulla. Secondo voi davvero qualcuno vorrebbe approvare in campagna elettorale una legge per dare la cittadinanza agli immigrati, regalando a Salvini una propaganda gratuita, vellicando gli istinti più bassi della gente? La commissione d’inchiesta sulle banche? Se fosse una cosa seria, comporterebbe un’audizione dell’ex ad di Unicredit, Ghizzoni, che dovrebbe dire se è vero o non è vero che gli telefonò la Boschi per fargli comprare il bidone di Banca Etruria. Cioè dovrebbe dire se ha ragione De Bortoli o Maria Elena Boschi. Dubito che la Boschi ha interesse a che Ghizzoni parli. Quell’interesse ce l’ha De Bortoli, che però non sta in Parlamento”