In una lunga intervista a Grazia, Tiziano Ferro fa il punto sulla propria vita sentimentale e racconta, senza filtri, il percorso che lo ha portato accettare la propria omosessualità. Un coming out pubblico che è arrivato quando Tiziano Ferro era già Tiziano Ferro e che, a sentire il cantante di Latina, è frutto di un lungo e travagliato percorso di autoaccettazione, fatto di analisi e di fughe all’estero: “Ho vissuto in Messico per tre anni, ho persino avuto un paio di frequentazioni con delle donne. Credevo fosse la strada giusta, sono arrivato tardi a capire di essere gay proprio perché amo profondamente le donne”.
E la lunga e perigliosa strada che lo ha portato ad accettarsi completamente, oggi lo spinge a essere rispettosamente intransigente su chi vive una doppia vita o non riesce a fare coming out: “Non punto il dito, so che non è facile, soprattutto in alcuni contesti sociali. Ma come individuo esiste una versione sola di me. A 28 anni sono andato in analisi perché non riuscivo più a vivere. In un paio d’anni ho capito di essere omosessuale e poi, all’apice della carriera, ho deciso di raccontarlo a tutti. Che cosa posso pensare di chi fa esattamente il contrario? Non ne condivido i valori, né la posizione. Non provo stima, mi dispiace”.
Guai a parlargli di sessualità “fluida”. Ferro ha 37 anni, non è un teenager, e la fluidità sessuale non lo convince granché. Sa chi è e per saperlo ci ha messo tanto, e oggi non è disposto a scendere a compromessi: “Ma quale sesso fluido, ho le idee chiarissime, sono gay“.
Sul fronte sentimentale, il cantante di Latina ammette di essere single, in attesa del grande amore: “Ma se non arriva non mi accanisco. Non sono seriale nei rapporti, non colleziono storielle. Ogni tanto i miei amici mi presentano qualcuno e mi dicono: ‘Questo è perfetto per te’. Non funziona mai. Fino a poco tempo fa ero accondiscendente in coppia, non riuscivo a dire tutto quello che pensavo. Così un difetto si ingigantiva. Adesso preferisco non piacere, ma essere onesto”.
Sulle storie passate, Ferro confessa che la più importante (“al limite dell’ossessione”) è datata 2011: “E’ durata quattro anni. È stata la mia prima relazione, più o meno l’unica. Ci credevo e ho fatto bene. Il trasporto era psicologico, fisico, spirituale. Ricordo che siamo andati subito a convivere. Forse oggi non lo rifarei”.
E nel suo futuro c’è anche il matrimonio: “Ho vissuto la maggior parte della mia vita credendo che non fosse una possibilità per me. Ma ora, certo che ci penso”. La caccia a Ferro è aperta: vinca il migliore.