La “crisi bancaria e migratoria in Italia” sono oggi “la minaccia più pericolosa” per l’Unione europea. Lo ha detto il finanziere americano di origini ungheresi George Soros, presidente dell’Open Society Foundation, intervenendo al Brussels Economic Forum a Bruxelles. L’Unione sta attraversando una “crisi esistenziale”, ha sottolineato il raider protagonista nel 1992 della speculazione contro lira e sterlina, e nonostante le recenti vittorie di candidati europeisti alle elezioni olandesi e francesi le abbiano ridato “slancio” occorre “salvare” e “reinventare” l’Ue “radicalmente”. L’Eurozona, “in particolare, è diventata l’esatto opposto di quello che originariamente doveva essere”, dato che, “imponendo una politica di austerità, i Paesi creditori hanno reso praticamente impossibile ai Paesi debitori ripagare i loro debiti. Il risultato netto non è né volontario né equanime”.
La Brexit, ha detto, sarà estremamente “nociva e rovinosa” per entrambe le parti. L’Unione Europea deve quindi “resistere alla tentazione di punire la Gran Bretagna” e, invece, intraprendere i negoziati con “spirito costruttivo” e cogliere l’occasione per lavorare su “riforme di ampia portata”. Inoltre, Soros ha indicato in cinque anni il tempo necessario per la completa separazione tra Regno Unito e Ue, non escludendo una eventuale riunificazione.
Il finanziere, incluso tra le trenta persone più ricche del mondo, ha poi fatto riferimento anche al destino “in bilico” della Central European University, l’università di Budapest di cui egli stesso è fondatore, minacciata di chiusura dal primo ministro ungherese Viktor Orban. “Sono fiducioso”, ha detto, che la “determinazione” dell’università “nel difendere le libertà, sia quella accademica che di associazione, finirà col far muovere i lenti ingranaggi della giustizia”.
Soros, conosciuto come l’uomo che affondò la Banca d’Inghilterra, nel 1992 vendette allo scoperto 10 miliardi di sterline, realizzando un profitto di 1 miliardo di pound durante la crisi del 1992. In quell’anno montò una speculazione analoga anche nei confronti della lira, cosa che portò alla svalutazione della nostra moneta. Oggi ha 86 anni, è uno degli uomini più ricchi del pianeta e si dedica anche ad attività filantropiche.