A parlare è Patrizia Filippi, presidente dell’associazione Vaccinare informati del Trentino, che assieme agli oltre 250 manifestanti protesta a pochi passi dal teatro sociale di Trento. Il ministro della Salute sugli obiettori di coscienza: "Subiranno sanzioni fino a 7500 euro, verranno segnalati all'Associazione e al tribunale dei Minori"
“Non chiamateci no Vax. Vogliamo solo che i genitori possano fare scelte consapevoli per i loro figli. Soprattutto quando di mezzo ci sono potenziali rischi per la salute”. È il messaggio che arriva dalla piazza di Trento nella seconda giornata del Festival dell’economia dedicato alla Salute diseguale. A parlare è Patrizia Filippi, presidente dell’associazione Vaccinare informati del Trentino, che assieme agli oltre 250 manifestanti attesi, protesta a pochi passi dal teatro sociale di Trento dove è atteso il ministro Beatrice Lorenzin per parlare di salute e longevità.
“Siamo convinti che la vaccinazione debba essere una scelta della famiglia all’interno di un percorso pediatrico in cui ha un ruolo importante il medico di famiglia, espropriato del suo ruolo con l’introduzione di una vaccinazione obbligatoria che non ha eguali in Europa”, prosegue parlando con ilfattoquotidiano.it. Contro il provvedimento del governo sulle vaccinazioni obbligatorie, Filippi ha già inviato lo scorso 13 maggio una lettera al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni in cui chiede al governo di “rispettare la tutela delle libertà di scelta vaccinale nelle scuole di ordine e grado”. Anche il rischio soprattutto nelle regioni di confine come il Trentino dove c’è lo spettro di trasferimenti all’estero per evitare la vaccinazione obbligatoria che, come suggerisce il Coordinamento nazionale per la libertà di scelta, “prescinde da ogni possibile personalizzazione della cura”.
Ma la protesta va anche oltre il tema dell’autodeterminazione per spingersi su un campo più delicato chiedendo non solo “una corretta informazione sui rischi, un riconoscimento a sostegno delle vittime di danno vaccinale e un’analisi post vaccinale per verificare l’effettivo sviluppo di anticorpi specifici nei vaccinati”, come spiega un volantino che circola fra i manifestanti. Per sostenere queste ragioni, i movimenti contro l’obbligo di vaccini si è dato appuntamento a Roma il prossimo 11 giugno a Piazza della Bocca della Verità per un corteo con presidio sotto il ministero della Salute. E poi ancora a Pesaro per la manifestazione nazionale dell’8 luglio.
E il ministro cosa dice ai manifestanti? C’era davvero bisogno di questa imposizione repentina? Cosa succederà a settembre alle famiglie che non hanno vaccinato i figli? “Devono vaccinarli“, risponde riconducendo la decisione del governo alla scoperta di “un basso tasso di vaccinazione che rappresenta un rischio per la salute pubblica” e di fantasmi che “ritenevo superati: paure ancestrali e subcultura. Sono trent’anni che siamo agli ultimi posti in educazione scientifica e tecnica. Se ti hanno insegnato cos’è un vaccino, non ti fai problemi a vaccinare tuo figlio”.