Il consigliere provinciale Claudio Cia avanza sospetti sul bando per un posto a tempo indeterminato da funzionario tecnico da assegnare alla Centrale unica d'emergenza. I tre ingegneri che superano la prova scritta vantano varie pubblicazioni firmate insieme alla dottoressa Luisa Zappini, presidente della commissione giudicatrice. “È tutta una presa in giro”, dice Cia, che ha presentato un esposto alla Procura, all’Anac e alla Corte dei Conti
Un concorso pubblico indetto dalla provincia di Trento per un posto a tempo indeterminato da funzionario tecnico da assegnare al servizio Cue, la Centrale unica d’emergenza. Partecipano 17 candidati, ma stranamente solo in tre superano la prova scritta. Tre ingegneri che, guarda caso, vantano varie pubblicazioni firmate insieme alla dottoressa Luisa Zappini, presidente della commissione giudicatrice nonché dirigente della Pubblica amministrazione. E questo è solo uno degli elementi raccolti dal consigliere provinciale Claudio Cia, che in un’interrogazione ha esposto tutte le altre anomalie e irregolarità del concorso pubblico.
“Il sospetto è che il concorso pubblico sia stato ben orchestrato per conferire un incarico a tempo indeterminato oggi a una e domani ad altre due persone”, spiega Cia al fattoquotidiano.it. Dal 6 giugno partirà infatti il Numero Unico Europeo 112 che verrà gestito appunto dal servizio Cue: “Il primo classificato dei tre verrà assunto subito – afferma il consigliere – ma gli altri due rimangono in graduatoria e dovranno solo aspettare qualche anno”. Cia ha avuto il sospetto che ci fosse qualcosa di strano dopo aver visto i risultati delle prove scritte. Dei 17 partecipanti solo 11 hanno svolto il compito e nonostante fossero tutti “ingegneri altamente qualificati”, solo in tre l’hanno superato. Gli altri hanno ricevuto una votazione media di 8,5 su 30. “Una disparità sospetta”, commenta Cia.
Ma andiamo con ordine. A sospettare dell’irregolarità del concorso è anche il quotidiano online Il Dolomiti, che il 29 maggio pubblica un articolo in cui spiega perché già due mesi prima delle prove (il 24 maggio gli scritti, il 25 l’orale) conosceva il risultato. La testata ha infatti notato come tutte le tre persone che hanno avuto accesso all’orale erano membri di Eledia, un centro di ricerca dell’Università di Trento. E ha poi scoperto che la presidente della commissione giudicatrice, la dirigente Zappini, aveva collaborato in svariate occasioni con lo stesso centro, tanto da inserirlo anche nel suo curriculum vitae.
Sempre Il Dolomiti ha documentato anche come in una visita al servizio Cue fatta da una delegazione provinciale, ad accogliere gli ospiti e la stessa Zappini c’era proprio quello che sarebbe poi stato il vincitore del concorso. Questo però non basterebbe dal punto di vista normativo a creare un’incompatibilità a presiedere la commissione. Nella sua interrogazione, invece, il consigliere Cia sintetizza un’altra serie di anomalie legate alla vicenda: almeno quattro pubblicazioni scientifiche co-firmate dai tre “finalisti” del concorso e dalla dottoressa Zappini.
Una circostanza che sembra violare la normativa Anticorruzione, che prevede esplicitamente nella Pubblica Amministrazione l’obbligo di astensione nei casi di conflitto di interesse, anche solo potenziale. E il conflitto di interesse può esprimersi in tutte le ipotesi di rapporto, anche lavorativo. “Ho appurato che la dottoressa Zappini e i tre soggetti che concorrevano erano fortemente legati dalla loro attività divulgativa. Hanno collaborato a varie pubblicazioni e anche ad almeno un convegno”, dice Cia.
Ma il consigliere ha scoperto anche dell’altro. La provincia di Trento ha pubblicato le tre tracce della prova che doveva essere sostenuta nel primo test scritto. Di queste il 24 maggio ne fu estratta una: un meccanismo che servirebbe a garantire più trasparenza. Ma analizzando i tre test, il consigliere Cia ha scoperto come contenessero praticamente tutti gli stessi quesiti, solo in ordine diverso. Su 30 domande, in un caso ne erano state cambiate quattro e nell’altro tre. “Il sospetto è che i tre conoscessero tutte le domande – afferma Cia – ma in ogni caso è un meccanismo anomalo che già di per sé rende invalido un concorso”.
Non è l’ultima stranezza. Nel bando iniziale infatti si diceva: “A ogni singola prova scritta e alla prova orale sarà attribuito un punteggio fino ad un massimo di 30 punti”. Ma questa modalità di correzione, spiega ancora il consigliere, “è stata cambiata in itinere, più precisamente dopo la prima prova scritta”. Il cambiamento ha fatto sì che i secondi test scritti degli altri candidati, esclusi i famosi tre che avevano brillantemente superato la prima prova, non venissero neanche valutati, come documentano i materiali raccolti da Cia.
“È tutta una presa in giro”, commenta il consigliere, che ora chiede che il Servizio per il personale non disponga l’assunzione del vincitore, e si proceda con l’immediato annullamento del concorso per gravi irregolarità, oltre alla interdizione a tempo indeterminato della dottoressa Zappini da ogni partecipazione a commissioni esaminatrici per la selezione del personale nella Pubblica Amministrazione. Cia ha presentato un esposto alla Procura, all’Anac e alla Corte dei Conti, e racconta che “alcuni dei candidati esclusi hanno già chiesto ai loro avvocati come muoversi”.
Anche perché, racconta il consigliere, tutti i coinvolti nella vicenda “non potevano non sapere”. I tre candidati, per superare il concorso, hanno dovuto studiare, tra le altre cose, anche l’argomento riguardante “Nozioni sulle disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica amministrazione e sul Piano di prevenzione della corruzione 2016-2018 della Provincia autonoma di Trento”. Mentre la dirigente Zappini è anche referente anticorruzione del Dipartimento della Protezione Civile. “Doveva sapere che era incompatibile con il ruolo che stava svolgendo”, conclude Cia.