È successo ancora, come a Jacopo, di neanche un anno e Luca, di due. Una madre ha lasciato in auto sua figlia ed è andata al lavoro: una bambina di 16 mesi è morta per arresto cardiaco, dopo essere rimasta alcune ore chiusa da sola sul seggiolino. È accaduto in provincia di Arezzo, a Castelfranco di Sopra, nel primo pomeriggio di oggi. Quando sono arrivati i soccorsi la bimba era già in arresto cardiaco. Inutile l’intervento con il defibrillatore e successivamente dai sanitari del 118 che avevano anche attivato l’elisoccorso Pegaso. La madre, una donna di 38 anni che vive a vive a Terranuova Bracciolini, è stata interrogata nella caserma dei carabinieri di Castelfranco, dove ha ricostruito la terribile vicenda, che sarebbe il frutto di una fatale dimenticanza. Nelle prossime ore verrà ascoltata anche dal sostituto procuratore di Arezzo, Andrea Claudiani.
La madre, sotto shock, avrebbe ripetuto più volte tra le lacrime: “Non mi sono accorta di nulla, non l’ho proprio vista”. In caserma era presente anche il marito. Nei confronti della donna si ipotizza l’iscrizione nel registro degli indagati per omicidio colposo e abbandono di minori. Forse sarà disposta l’autopsia sul cadavere della piccola. I carabinieri hanno sentito anche alcuni testimoni per meglio precisare l’accaduto. Sul posto si è recato anche il sindaco di Castelfranco-Piandiscò, Enzo Cacioli.
Secondo una prima ricostruzione la madre, dipendente del Comune di Castelfranco, sarebbe uscita stamani in auto con la bimba a bordo che dormiva nel seggiolino. L’intenzione era di lasciarla all’asilo, ma la donna si sarebbe invece diretta al lavoro. Una situazione ricorrente nei casi di bambini lasciati in auto. È stata proprio la mamma a trovarla, alla fine del turno, quando purtroppo non c’era più nulla da fare. Lo raccontano alcuni abitanti di piazza Vittorio Emanuele, dove era parcheggiata la Lancia Ypsilon. “Abbiamo udito un urlo straziante“, dice un testimone: “Nessuno prima si era accorto di niente e la bimba è rimasta nella vettura al sole per ore”. L’auto era stata parcheggiata di fronte al Comune, la piccola è rimasta dentro dalle 8 del mattino fino alle 14 circa. Oltre alla mamma, i carabinieri stanno ascoltando anche alcuni testimoni ed il padre della piccola: la bimba era l’unica figlia della coppia. Chi conosce la donna la descrive come una madre “attenta e premurosa” e “molto affidabile” sul lavoro. Un po’ di tempo fa sulla sua pagina Facebook, aveva condiviso un articolo di un quotidiano dal titolo “Maternità e lavoro perché le donne non ce la fanno più”.
La madre è stata interrogata nella caserma dei carabinieri di Castelfranco dove ha ricostruito la terribile vicenda, che sarebbe il frutto di una fatale dimenticanza. Anzichè portare la bimba all’asilo nido come ogni mattina, la mamma stamani si è recata al lavoro in Comune lasciando la figlia nel sedile posteriore dell’auto parcheggiata per più di cinque ore sotto il sole in piazza Vittorio Emanuele.
Un tragico incidente che ha molti precedenti: il caso più clamoroso fu quello di Andrea Albanese, che nel 2013, a Piacenza si dimenticò di avere in auto il figlioletto Luca, di due anni. Trovò il corpo senza vita molte ore dopo, una volta uscito dal lavoro. Assolto dall’accusa di omicidio colposo grazie a una perizia psichiatriche che lo giudicò “incapace di intendere e di volere” poiché colpito da “amnesia dissociativa”, diventò promotore di un disegno di legge per installare un dispositivo acustico in grado di segnalare la presenza del bimbo a bordo.
Nel maggio del 2011 Jacopo, un bambino di 11 mesi, morì a Passignano sul Trasimeno, in provincia di Perugia, dimenticato in auto dal padre. Un mese maledetto: a pochi giorni di distanza a Teramo morì Elena, di quasi due anni, dopo essere stata lasciata 6 ore nella vettura dal papà, un docente universitario. Nel maggio del 2008 invece successe la stessa cosa ad una bambina di quasi due anni, dimenticata in macchina dalla mamma a Merate, in provincia di Lecco. Due anni fa un altro caso: Gioia, ultima dei sei figli di una famiglia ivoriana con cittadinanza italiana da 24 anni, morì chiusa in auto e lasciata in un parcheggio sotto il sole a Vicenza. Dieci giorni dopo, successe di nuovo a Grosseto, dove una bimba di 2 anni fu salvata in tempo dai passanti, che la notarono in un parcheggio. “Pensavo di averla lasciata all’asilo”, disse il padre: un gesto meccanico, dettato dall’abitudine, che in molti casi si è rivelato fatale, specialmente con le temperature estive. Anche in un altro caso, a Mestre, il pronto intervento dei vigili urbani salvò una bambina di due anni e mezzo lasciata in auto da padre e nonno. La scorsa estate, il 26 luglio, l’ultimo caso: una bambina di 18 mesi dimenticata in auto a Vada, in provincia di Livorno.
La frequenza di questi casi è tale che Gene Weingarten del Washington Post ha scritto un lungo articolo sui bimbi dimenticati in auto. Secondo il giornalista casi di questo tipo sono aumentati dagli anni ’90, dopo l’introduzione dell’airbag al posto del passeggero. L’apertura dell’airbag può essere pericolosa per un bimbo, di il seggiolino viene normalmente posto sul lato posteriore della macchina, fuori dal campo visivo dei genitori. Nell’articolo veniva citato il professor David Diamond, docente di fisiologia molecolare alla University of South Florida di Tampa, secondo cui “il livello di premura abituale del genitore non sembra essere rilevante”. Le disattenzioni sono causate anche da particolari emozioni, dallo stress e dalla mancanza di sonno.
Cronaca
Arezzo, muore bimba lasciata in auto dalla madre: inutile l’intervento del 118
A trovarla è stata proprio la donna, all'uscita del lavoro. "Abbiamo sentito un urlo straziante", raccontano i testimoni, Inutili i soccorsi dei sanitari del 118 che avevano anche attivato l’elisoccorso Pegaso: la piccola era già in arresto cardiaco
È successo ancora, come a Jacopo, di neanche un anno e Luca, di due. Una madre ha lasciato in auto sua figlia ed è andata al lavoro: una bambina di 16 mesi è morta per arresto cardiaco, dopo essere rimasta alcune ore chiusa da sola sul seggiolino. È accaduto in provincia di Arezzo, a Castelfranco di Sopra, nel primo pomeriggio di oggi. Quando sono arrivati i soccorsi la bimba era già in arresto cardiaco. Inutile l’intervento con il defibrillatore e successivamente dai sanitari del 118 che avevano anche attivato l’elisoccorso Pegaso. La madre, una donna di 38 anni che vive a vive a Terranuova Bracciolini, è stata interrogata nella caserma dei carabinieri di Castelfranco, dove ha ricostruito la terribile vicenda, che sarebbe il frutto di una fatale dimenticanza. Nelle prossime ore verrà ascoltata anche dal sostituto procuratore di Arezzo, Andrea Claudiani.
La madre, sotto shock, avrebbe ripetuto più volte tra le lacrime: “Non mi sono accorta di nulla, non l’ho proprio vista”. In caserma era presente anche il marito. Nei confronti della donna si ipotizza l’iscrizione nel registro degli indagati per omicidio colposo e abbandono di minori. Forse sarà disposta l’autopsia sul cadavere della piccola. I carabinieri hanno sentito anche alcuni testimoni per meglio precisare l’accaduto. Sul posto si è recato anche il sindaco di Castelfranco-Piandiscò, Enzo Cacioli.
Secondo una prima ricostruzione la madre, dipendente del Comune di Castelfranco, sarebbe uscita stamani in auto con la bimba a bordo che dormiva nel seggiolino. L’intenzione era di lasciarla all’asilo, ma la donna si sarebbe invece diretta al lavoro. Una situazione ricorrente nei casi di bambini lasciati in auto. È stata proprio la mamma a trovarla, alla fine del turno, quando purtroppo non c’era più nulla da fare. Lo raccontano alcuni abitanti di piazza Vittorio Emanuele, dove era parcheggiata la Lancia Ypsilon. “Abbiamo udito un urlo straziante“, dice un testimone: “Nessuno prima si era accorto di niente e la bimba è rimasta nella vettura al sole per ore”. L’auto era stata parcheggiata di fronte al Comune, la piccola è rimasta dentro dalle 8 del mattino fino alle 14 circa. Oltre alla mamma, i carabinieri stanno ascoltando anche alcuni testimoni ed il padre della piccola: la bimba era l’unica figlia della coppia. Chi conosce la donna la descrive come una madre “attenta e premurosa” e “molto affidabile” sul lavoro. Un po’ di tempo fa sulla sua pagina Facebook, aveva condiviso un articolo di un quotidiano dal titolo “Maternità e lavoro perché le donne non ce la fanno più”.
La madre è stata interrogata nella caserma dei carabinieri di Castelfranco dove ha ricostruito la terribile vicenda, che sarebbe il frutto di una fatale dimenticanza. Anzichè portare la bimba all’asilo nido come ogni mattina, la mamma stamani si è recata al lavoro in Comune lasciando la figlia nel sedile posteriore dell’auto parcheggiata per più di cinque ore sotto il sole in piazza Vittorio Emanuele.
Un tragico incidente che ha molti precedenti: il caso più clamoroso fu quello di Andrea Albanese, che nel 2013, a Piacenza si dimenticò di avere in auto il figlioletto Luca, di due anni. Trovò il corpo senza vita molte ore dopo, una volta uscito dal lavoro. Assolto dall’accusa di omicidio colposo grazie a una perizia psichiatriche che lo giudicò “incapace di intendere e di volere” poiché colpito da “amnesia dissociativa”, diventò promotore di un disegno di legge per installare un dispositivo acustico in grado di segnalare la presenza del bimbo a bordo.
Nel maggio del 2011 Jacopo, un bambino di 11 mesi, morì a Passignano sul Trasimeno, in provincia di Perugia, dimenticato in auto dal padre. Un mese maledetto: a pochi giorni di distanza a Teramo morì Elena, di quasi due anni, dopo essere stata lasciata 6 ore nella vettura dal papà, un docente universitario. Nel maggio del 2008 invece successe la stessa cosa ad una bambina di quasi due anni, dimenticata in macchina dalla mamma a Merate, in provincia di Lecco. Due anni fa un altro caso: Gioia, ultima dei sei figli di una famiglia ivoriana con cittadinanza italiana da 24 anni, morì chiusa in auto e lasciata in un parcheggio sotto il sole a Vicenza. Dieci giorni dopo, successe di nuovo a Grosseto, dove una bimba di 2 anni fu salvata in tempo dai passanti, che la notarono in un parcheggio. “Pensavo di averla lasciata all’asilo”, disse il padre: un gesto meccanico, dettato dall’abitudine, che in molti casi si è rivelato fatale, specialmente con le temperature estive. Anche in un altro caso, a Mestre, il pronto intervento dei vigili urbani salvò una bambina di due anni e mezzo lasciata in auto da padre e nonno. La scorsa estate, il 26 luglio, l’ultimo caso: una bambina di 18 mesi dimenticata in auto a Vada, in provincia di Livorno.
La frequenza di questi casi è tale che Gene Weingarten del Washington Post ha scritto un lungo articolo sui bimbi dimenticati in auto. Secondo il giornalista casi di questo tipo sono aumentati dagli anni ’90, dopo l’introduzione dell’airbag al posto del passeggero. L’apertura dell’airbag può essere pericolosa per un bimbo, di il seggiolino viene normalmente posto sul lato posteriore della macchina, fuori dal campo visivo dei genitori. Nell’articolo veniva citato il professor David Diamond, docente di fisiologia molecolare alla University of South Florida di Tampa, secondo cui “il livello di premura abituale del genitore non sembra essere rilevante”. Le disattenzioni sono causate anche da particolari emozioni, dallo stress e dalla mancanza di sonno.
Articolo Precedente
Roma, ratti in strada nel rione Esquilino. Il Comitato: “Da tempo denunciamo”
Articolo Successivo
Stadio Roma, nel nuovo piano cubature dimezzate ma anche sconto ai privati: 75 milioni in meno per le infrastrutture
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Politica
Commissione Covid, fuga in avanti di Fdi: “Scandalo mascherine”. Irritazione di Forza Italia. L’opposizione: “Uso politico dei lavori”
Mondo
Trump: “Zelensky? “Ha avuto 3 anni per fare la pace”. La replica: “Vive di disinformazione russa”. Putin: “Isteria di Kiev inappropriata, nessuna la esclude”
Politica
Caso Paragon, Nordio in Aula: ‘Nessuno è stato intercettato da Polizia penitenziaria nel 2024’. Mediterranea: ‘Spionaggio iniziato un anno fa’
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Nell'ambito della mostra 'Tony Cragg Infinite Forme e Bellissime', a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Vergera, aperta al pubblico fino al 4 maggio nei saloni del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, il 20 febbraio e il 3 aprile (alle 15.30) è in programma la visita tattile per persone con disabilità visiva, in collaborazione con l'Associazione di volontariato Museum - Odv, che collabora sin dal 1994 presso tutti i musei comunali, statali e privati, realizzando visite tattili, laboratori artistici, teatro al buio, corsi di formazione, progetti con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, tutte attività a titolo gratuito e rivolte a persone con disabilità visiva.
Nel corso degli anni l'associazione ha svolto molti progetti in convenzione con le gallerie nazionali e, tutt'oggi, continua la collaborazione. Bam Eventi d’Arte ha desiderato proporre questi incontri perseguendo la linea interpretativa dell'artista Tony Cragg, il quale ha fatto della percezione in ogni sua forma un suo preciso intento, basti pensare alla mostra "Tony Cragg : per favore toccateci!" esibita a Dusseldorf nel 2024 e curata dal direttore Generale Felix Kramer, dove la percezione tattile è stata addirittura imposta ai visitatori, uso del tutto proibito nella prassi museale.
Il noto artista ha fatto della esplorazione della materia e del suo intrinseco significato uno dei temi centrali della sua ricerca artistica ed, in ossequio a tale desiderio, la visita renderà possibile al visitatore, affetto da disabilità visiva accarezzare con le mani ed apprezzare le superfici delle opere in mostra, leggendole come un documento Braille . L’associazione Museum ha organizzato la visita per i loro associati, che si svolgerà il 20 febbraio alle ore 15.30 e il 3 aprile alle ore 15.30, suddividendo in gruppi di sei associati con disabilità, più loro accompagnatori o cani guida, più quattro accompagnatori dell'associazione per ogni gruppo di partecipanti con disabilità visiva. Sarà presente all’evento Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, politiche Educative e Giovanili e allo Sport di Roma.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Nell'ambito della mostra 'Tony Cragg Infinite Forme e Bellissime', a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Vergera, aperta al pubblico fino al 4 maggio nei saloni del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, il 20 febbraio e il 3 aprile (alle 15.30) è in programma la visita tattile per persone con disabilità visiva, in collaborazione con l'Associazione di volontariato Museum - Odv, che collabora sin dal 1994 presso tutti i musei comunali, statali e privati, realizzando visite tattili, laboratori artistici, teatro al buio, corsi di formazione, progetti con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, tutte attività a titolo gratuito e rivolte a persone con disabilità visiva.
Nel corso degli anni l'associazione ha svolto molti progetti in convenzione con le gallerie nazionali e, tutt'oggi, continua la collaborazione. Bam Eventi d’Arte ha desiderato proporre questi incontri perseguendo la linea interpretativa dell'artista Tony Cragg, il quale ha fatto della percezione in ogni sua forma un suo preciso intento, basti pensare alla mostra "Tony Cragg : per favore toccateci!" esibita a Dusseldorf nel 2024 e curata dal direttore Generale Felix Kramer, dove la percezione tattile è stata addirittura imposta ai visitatori, uso del tutto proibito nella prassi museale.
Il noto artista ha fatto della esplorazione della materia e del suo intrinseco significato uno dei temi centrali della sua ricerca artistica ed, in ossequio a tale desiderio, la visita renderà possibile al visitatore, affetto da disabilità visiva accarezzare con le mani ed apprezzare le superfici delle opere in mostra, leggendole come un documento Braille . L’associazione Museum ha organizzato la visita per i loro associati, che si svolgerà il 20 febbraio alle ore 15.30 e il 3 aprile alle ore 15.30, suddividendo in gruppi di sei associati con disabilità, più loro accompagnatori o cani guida, più quattro accompagnatori dell'associazione per ogni gruppo di partecipanti con disabilità visiva. Sarà presente all’evento Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, politiche Educative e Giovanili e allo Sport di Roma.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Una mostra di fotografie che ritraggono 20 donne. Sono onorata di far parte di questa selezione. Sono tantissime le donne in Italia e nel mondo, che spesso non vengono valorizzate e consultate per le loro capacità. Questa mostra darà effettivamente valore e visibilità a 20 delle nostre eccellenze”.
Sono le parole di Martina Caironi, atleta paralimpica e Legacy specialist in Milano Cortina 2026, intervistata dall’Adnkronos alla presentazione in anteprima della mostra di Fondazione Bracco “Una vita per lo sport. Volti e conquiste delle 100esperte” che gode del patrocinio del Comune di Milano e Fondazione Milano Cortina 2026.
L’esposizione sarà allestita dal 25 febbraio al 25 marzo, in Corso Vittorio Emanuele a Milano e si colloca nell’ambito del progetto ‘100 donne contro gli stereotipi’ (“#100esperte”), ideato dall’Osservatorio di Pavia e dall'associazione Gi.U.Li.A. Giornaliste, con lo sviluppo di Fondazione Bracco e con il supporto della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea per valorizzare l’expertise femminile.
Con la sua abilità artistica, il fotografo Gerald Bruneau ha saputo immortalare l’essenza delle donne-atlete: “È stato bello lavorare con questo fotografo - dice Caironi - Ha cercato lo scatto che raffigurasse l'atleta nel gesto tecnico e nella preparazione. È importante questo tipo di rappresentazione nello sport paralimpico ed è importante che venga mostrato, senza timore, lo strumento con cui si fa lo sport, nel mio caso una protesi con una lamina, e il gesto tecnico che l'atleta paralimpico ricerca, studia, prepara”, le sue parole.
Infine, l’atleta sottolinea l’importanza di smontare lo stigma attorno alla parola ‘paralimpico’: “Abbiamo un vocabolario molto ampio e abbiamo una parola per descrivere gli atleti con una disabilità: paralimpici - rimarca - Abbiamo inoltre una parola per spiegare l'evento più importante che viene ogni quattro anni, che è la Paralimpiade. Utilizziamo questi termini senza paura. La vera discriminazione non sta nel dire ‘para’, quello è il termine corretto - avverte - La discriminazione sta nel non considerare gli atleti paralimpici degli di essere raccontati, visti ed elogiati. Questa è la vera discriminazione”, le sue parole.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Il governo Meloni sarà ricordato come il governo della fuga perenne, campioni del mondo di scaricabarile con le proprie responsabilità. Infatti dopo l’inquietante liberazione di Almasri, in cui Giorgia Meloni si è data alla latitanza - che continua - con il Parlamento, ora il governo tenta di squagliarsela anche sul caso Paragon". Così la segretaria del Pd, Elly Schlein.
"Sappiamo che giornalisti e attivisti italiani sono stati spiati con il spyware Graphite, utilizzato esclusivamente da organi dello stato. È preciso dovere del governo fare chiarezza e dirci chi spiava queste persone e per quale motivo, risposta che oggi lo stesso governo si è rifiutato di dare alle interrogazioni in Parlamento, in cui peraltro si chiedeva se la Polizia penitenziaria avesse mai acquisito o utilizzato Paragon".
"Prima ancora di rispondere a questa semplice domanda, il sottosegretario Mantovano ha comunicato la classificazione di queste informazioni. Cosa sta nascondendo il governo Meloni? Il Paese si merita risposte e il luogo dove fornirle è il Parlamento".
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Ma nelle mani di chi siamo? Siamo nelle mani di nessuno. Ieri con un atto gravissimo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano ha secretato, oggi lei ministro Nordio viene in aula e spiattella tutto. Ma non vi siete parlati?". Così Davide Faraone al question time alla Camera dopo che il ministro Carlo Nordio ha detto in aula che "nessuna persona è stata mai intercettata dalla polizia penitenziaria" rispondendo alla domanda delle opposizioni a cui il governo ieri aveva spiegato che si poteva rispondere solo nelle "sedi opportune" ovvero il Copasir. "E allora chi aveva in uso Paragon? Quindi sono le procure ministro? Diteci una volta per tutte chi lo ha utilizzato e con quali finalità. Vergogna".
Milano, 19 feb. (Adnkronos) - "La Lombardia crede fortemente nel comparto del florovivaismo. I numeri sono impressionanti e danno il senso e il significato di un settore che è davvero trainante e rappresenta l’anima portante, anche in Lombardia, del settore primario. Tanti complimenti anche a Myplant & Garden, evento che fa onore al sistema fieristico lombardo e porta tanti operatori e tanta qualità in Lombardia". Queste le parole di Alessandro Beduschi, assessore all’agricoltura, sovranità alimentare e foreste di Regione Lombardia durante la conferenza organizzata da Coldiretti dal titolo 'Florovivaismo italiano. Il motore verde del Paese. Presentazione del 1° rapporto sul florovivaismo italiano - Numeri e fatti del settore'. L’incontro si è svolto all’interno di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, ospitato nei padiglioni di Fiera Milano Rho dal 19 al 21 febbraio.
"Con Coldiretti stiamo portando avanti tante battaglie. Siamo in contatto con la commissione europea e siamo fiduciosi che si apra una nuova stagione fatta di più realismo e di una valorizzazione del lavoro etico dell’agricoltore, dell’allevatore e del vivaista. Un lavoro che guardi all’ambiente, ma che non sia vincolato a un’ideologia che ha comportato una rinuncia, fortemente manifestata dai nostri agricoltori, al meccanismo fondamentale che è la pac, la politica agricola comune. Quando si mette in discussione la partecipazione degli stessi utenti alla pac vuol dire che il fallimento è certificato. Credo che in Europa, insieme a Coldiretti, riusciremo a toccare tanti temi".
Milano, 19 feb. (Adnkronos) - "Il 4 luglio, il Parlamento italiano ha approvato una legge e quindi che concretamente fissa degli obiettivi per il nostro sistema legislativo nella materia del florovivaismo. Dal primo momento dell'insediamento di questo Parlamento e di questo governo si è voluto dare una risposta ad un settore che ci veniva segnalato come un settore in grande crescita. I dati danno dimostrazione che la politica deve guardare con interesse questo settore. In questa legge quadro ci sono tutti i principi che servono a rimuovere gli ostacoli e le disparità". Queste le dichiarazioni di Mirco Carloni, presidente della Commissione agricoltura della Camera dei deputati, durante la conferenza dal titolo 'Florovivaismo italiano. Il motore verde del Paese. Presentazione del 1° rapporto sul florovivaismo italiano - Numeri e fatti del settore'.
L'incontro ha dato l'occasione per presentare il primo rapporto sul florovivaismo italiano promosso da Coldiretti, Assofloro e Myplant & Garden, e realizzato dal centrostudi Divulga grazie al quale, per la prima volta in Italia, viene fatta una fotografia chiara del settore florovivaistico. Interverranno rappresentanti delle Istituzioni e del settore per fare il punto e confrontarsi su temi strategici per il florovivaismo italiano.
All'interno di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, ospitato nei padiglioni di Fiera Milano Rho dal 19 al 21 febbraio, Carloni aggiunge: "Finalmente c'è una volontà del governo di creare un piano strategico nazionale sul florovivaismo e credo che le condizioni perché questo settore venga portato alla giusta attenzione ci siano tutte. Per quanto riguarda i capitolati non è tollerabile che i soldi pubblici per gli arredi urbani poi vedano una concorrenza al ribasso, penalizzando proprio le nostre imprese che producono fiori e piante. Uno degli obiettivi che dobbiamo porci è quello di ridurre le importazioni di fiori e piante dall'estero".
"I nostro obiettivo è riuscire a sostenere e aumentare la produzione e commercializzazione dei nostri prodotti, diminuendo le importazioni e dando così valore a un settore dalle grandi potenzialità".
"Ringrazio Myplant & Garden per l’organizzazione di questo evento, che valorizza gli operatori dell’intero comparto florovivaistico -ha aggiunto Carloni-. Ho accolto con piacere l’invito a questa giornata, consapevole del lavoro svolto in questi mesi: l’approvazione da parte del Parlamento della legge delega al governo, in cui è stata assorbita anche la proposta di legge del capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari. Con questa legge, abbiamo fissato obiettivi concreti, dopo anni di tentativi, per il nostro sistema legislativo in materia di florovivaismo. Ci sono molti temi su cui lavorare, di natura fiscale e logistica, ma anche relativi alla premialità dei piani di sviluppo rurale, che spesso non hanno dato al settore la giusta attenzione".
In questa occasione, ha continuato, "vorrei sottolineare il grande lavoro svolto di concerto con il governo e il sottosegretario La Pietra, che ringrazio, per fornire risposte concrete a un settore in crescita, come dimostrano i dati. All’approvazione della legge delega seguiranno, a breve, i decreti attuativi".